Città della Sicilia, capoluogo di regione e della provincia omonima. Si
affaccia sull'omonimo golfo, all'interno della cosiddetta
Conca d'oro,
pianura dal clima tipicamente mediterraneo. 686.722 ab. CAP 90100. • Econ.
- A
P. la massiccia crescita demografica degli ultimi decenni non
è stata bilanciata da un adeguato sviluppo economico. Le attività
economiche della città risultano concentrate soprattutto nel terziario
(specie nelle varie forme della vendita e della pubblica amministrazione),
mentre l'industria incide sul totale della produzione meno del 15%, e appare
concentrata sulle attività collegate al porto e su un tessuto di piccole
e medie imprese operanti nei vari settori dei beni di consumo. Quanto ai
collegamenti, quelli con il resto d'Italia sono garantiti dall'aeroporto di
Punta Raisi e quelli autostradali mettono in comunicazione
P. con Enna e
Catania, mentre ancora da completare è il tronco viario in direzione di
Messina; le tratte ferroviarie appaiono nel complesso obsolete e poco
funzionali. Notevole anche il traffico dei passeggeri attraverso il porto, in
direzione di altre isole mediterranee, del continente e delle coste
nord-africane. • St. - La città di
P. ha origini
remotissime, risalenti al periodo fenicio. Nel III sec. a.C. l'esercito romano
riuscì ad espugnare la città nel corso della prima guerra punica.
Dichiarata libera e immune, per tutta l'epoca romana
P. (in latino
Panormus) prosperò, mantenendo la raffinata impronta ellenistica
che già aveva assorbito dal V sec. a.C. Molto probabilmente il
Cristianesimo si diffuse in tutta la Sicilia provenendo dall'Africa cartaginese.
Il periodo di crisi che seguì la fine dell'Impero romano vide
P.
preda di diversi popoli barbari, fino alla rinascita sotto il dominio bizantino,
che riorganizzò le strutture amministrative e garantì benessere
alla città. Ma nell'831 l'avanzata musulmana in Sicilia scacciò i
Bizantini anche da
P., dopo un assedio durato un anno: gli emiri kalbiti
ne fecero la capitale dell'emirato arabo in Sicilia (948), uno Stato ricco e
fiorente, al centro di vasti traffici commerciali e sede di una vita culturale
intensa e raffinata. Fu a quest'epoca che in vari punti della Sicilia vennero
impiantati gli agrumeti, che ancor oggi costituiscono una delle primarie risorse
agricole della regione. Nel 1072 agli Arabi successero i Normanni, sotto i quali
P. mantenne un ruolo egemone in campo economico e culturale; in
particolare la corte di Federico II di Svevia fu un centro artistico di primaria
importanza, dove si svilupparono i primi esempi di poesia in volgare in Italia e
vennero compiuti studi nei campi della matematica e delle scienze. Il clima di
scambio e confronto fu favorito dalla tolleranza per le diverse fedi religiose
presenti nel territorio (cristiana, musulmana ed ebraica). La fine della
dominazione normanna e l'avvento del potere angioino coincise per
P. con
una profonda crisi politica e culturale: la città perse il primato di
capitale (che spettò a Napoli) e alle numerose iniziative artistiche dei
secc. XI e XII seguì una lunga fase di stasi. Anche l'economia
risentì del mutamento amministrativo, con una vistosa diminuzione dei
traffici, unita a una politica fiscale e a un malgoverno che nel 1282 portarono
alla rivolta popolare nota come
Vespri Siciliani, cui seguì
l'invito agli Aragonesi a prendere possesso dell'isola. Per
P. la
conseguenza principale fu la concessione dell'autonomia amministrativa e il
riconoscimento da parte dei nuovi sovrani degli organi comunali (1330). Ma
già nel 1412, l'annessione della Sicilia alla Corona d'Aragona
segnò la fine di qualunque speranza di autonomia per tutta l'isola, che
dovette subire il peso di un'ulteriore regressione economica causata da ragioni
esterne e dalla cattiva gestione dei dominatori spagnoli. Per quasi due secoli
il territorio restò sottoposto al controllo feudale dei baroni, mentre
ogni possibilità di scambio e attività produttiva fu soffocata da
vincoli e ostacoli burocratici; il malcontento popolare si espresse nella
rivolta del 1647, cui seguì un breve periodo di dominazione sabauda
(1711-18) e borbonica (dal 1736). I motivi che nei secoli precedenti avevano
indotto la Sicilia alla ribellione non vennero però meno, neppure quando
P. ritornò ad essere capitale in seguito alla cacciata di
Ferdinando III da Napoli. Il XIX sec. vide dapprima la concessione, sotto
pressione inglese, di una costituzione (1812), che venne però presto
abrogata, suscitando nuovi focolai di protesta, che aprirono la strada alle
rivoluzioni, represse, del 1820 e del 1848, cui seguì nel 1860 la
spedizione dei Mille da parte di Garibaldi. Il 5 novembre 1860
P.
entrò a far parte del Regno d'Italia. Tra le vicende storiche che
toccarono in modo particolare la Sicilia e il suo capoluogo nel XX sec., vanno
ricordate le prove sostenute durante la seconda guerra mondiale, dai pesanti
bombardamenti allo sbarco alleato, con l'occupazione anglo-americana del 22
luglio 1943. • Urban. - Il nucleo originario di
P. fu un
insediamento fortificato sul Monte Pellegrino, situato a Nord dell'attuale
città e un tempo lambito dal mare; da qui si diramava la direttrice
Est-Ovest lungo la quale il centro si sviluppò in epoca araba, quando si
costituì un vero agglomerato urbano, con più di 200.000 abitanti.
Il periodo normanno segnò invece la suddivisione cittadina in cinque
quartieri cinti da un unico giro di mura. Fu però solo nei secc. XVI e
XVII che alla primitiva direttrice di sviluppo se ne aggiunse una
perpendicolare, Nord-Sud: l'intersezione delle due linee (gli attuali corso
Vittorio Emanuele e via Maqueda), diede luogo all'incrocio detto Quattro Canti
(oggi piazza Vigliena). Ciò comportò una diversa collocazione di
palazzi signorili, affacciati sulle vie principali, e di case popolari,
affollate nelle strade strette e irregolari dell'antico tessuto urbano. Fino
all'inizio del XX sec., la topografia non subì vistose variazioni,
nonostante l'incremento demografico dovuto a ragioni politiche e storiche. Il
processo graduale di inurbamento delle popolazioni rurali continuò fino
al secondo dopoguerra, quando l'esigenza di porre un riparo alle distruzioni
belliche portò alla costruzione di unità abitative nelle aree
storiche della città; ma il conseguente problema del traffico, specie in
prossimità della zona portuale, determinò un'inversione di rotta
nell'espansione urbana, che dagli anni Cinquanta iniziò a dirigersi verso
la pianura occidentale. • Arte - I monumenti più rappresentativi
risalgono al periodo normanno e sono caratterizzati da una fusione di elementi
bizantini e arabi con tratti e tipologie costruttive tipicamente europee.
L'edificio più antico è San Giovanni dei Lebbrosi (1071), cui
seguono il Palazzo dei Normanni, con facciata rifatta nel XVIII sec. e parti
risalenti al periodo della dominazione araba, e la Cappella Palatina, con
splendidi mosaici di arte musulmana. Tra le molte testimonianze artistiche
normanne degne di nota, occorre ricordare San Giovanni degli Eremiti, la chiesa
della Martorana e quella della Magione, San Cataldo, la chiesa di Santo Spirito,
l'imponente cattedrale, che ospita al suo interno i monumenti funebri di vari
sovrani aragonesi, e gli edifici noti come la Zisa e la Cuba del XII sec. Nei
secoli successivi vennero innalzate costruzioni significative, come i Palazzi
Chiaramonte e Sclafani (XIV sec.), le chiese della Gancia e di Santa Maria della
Catena (XV sec.). Numerosi sono gli edifici sacri di epoca rinascimentale,
mentre nei secc. XVII e XVIII si assistette a una straordinaria fioritura del
Barocco, la corrente che ha forse lasciato i segni ancor oggi più
tangibili sul tessuto architettonico di
P. Soluzioni fastose si ritrovano
nella chiesa del Gesù, in quella di San Giuseppe dei Teatini, in Santa
Teresa, nella chiesa della Pietà, in San Domenico, nella chiesa del
Carmine. Fra gli arredi urbani di maggior pregio si annoverano la fontana di
piazza Pretoria (XVI sec.) e quella del Garaffo (XVII sec.). Di notevole impatto
è il Teatro Massimo (XIX sec.). Fuori dal perimetro urbano si trovano
ville con parchi (ad esempio, quello della Favorita, a Nord-Ovest della
città). Meta di pellegrinaggio è il santuario della patrona
cittadina, Santa Rosalia, dalla facciata secentesca, situato sul Monte
Pellegrino.
P. è sede di un'antica università, cui è
annesso un museo geologico. Ospita inoltre il Museo Nazionale; la Galleria
Nazionale della Sicilia (in Palazzo Abatellis), che conserva dipinti di
Antonello da Messina, Van Dyck e Laurana; il Museo etnografico G. Pitrè.
Fra le biblioteche spiccano la Biblioteca Nazionale, fondata nel XVIII sec. dai
Gesuiti, e la Biblioteca Comunale, nata nel 1760. Gli studi musicali hanno come
riferimento il conservatorio Vincenzo Bellini, il Teatro Massimo e varie
istituzioni concertistiche, quale gli Amici della Musica. ║
Provincia
di P. (4.992 kmq; 1.235.923 ab.): si estende nella Sicilia nord-occidentale.
Il territorio è in gran parte collinoso e montuoso; le zone pianeggianti
si limitano alla fascia litoranea settentrionale, le cui coste sono frastagliate
da vari promontori, fra cui Capo Gallo e Capo Zafferano, agli estremi del Golfo
di
P. Il clima tipicamente mediterraneo della costa diventa secco e aspro
nella zona interna, dove spesso si risente della scarsità di acqua,
nonostante gli inverni piuttosto rigidi. Le ridotte precipitazioni non sono
sufficienti a garantire portata costante ai brevi corsi d'acqua, per cui si
è cercato di risolvere il frequente problema della siccità creando
bacini artificiali, come il Lago Poma, sul fiume Iato, e quello di Piana degli
Albanesi. I centri abitati sono in genere di dimensioni ridotte: l'incremento e
i flussi demografici degli ultimi anni hanno infatti investito unicamente la
città capoluogo, e soltanto pochi comuni superano i 10.000 abitanti
(Bagheria, Termini Imerese, Partinico, Monreale, Carini e Misilneri). L'economia
è prevalentemente rurale e coltivazioni specializzate di un certo peso
economico si trovano solo nei tratti pianeggianti irrigabili; la pesca è
l'attività tradizionale ancora svolta lungo la costa, mentre l'industria
si trova solamente nei centri più prossimi a
P. Una fonte
significativa di guadagno è oggi il turismo, specie in alcune rinomate
località, come Cefalù, note per le bellezze artistiche e
paesaggistiche.
Palermo: veduta aerea della cattedrale