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Paleolìtico.

(dal greco palaiós: antico, e líthos: pietra). Termine in uso dalla metà del XIX sec., indicante la prima età della pietra, presumibilmente compresa fra i 500.000 e i 20.000 anni fa, così da distinguerla dal periodo successivo, detto Neolitico. Il P. fu infatti caratterizzato dall'uso della pietra scheggiata, mentre il Neolitico vide la comparsa della terracotta e della pietra levigata. A quest'epoca è fatta risalire la comparsa sulla Terra dei primi ominidi, abitatori di caverne ma già in grado di produrre manufatti elementari e di dare espressione a forme primitive di vita spirituale. In base alle diverse modalità di lavorazione della pietra, inoltre, il P. stesso viene diviso in due distinti momenti: P. inferiore, in cui i rudimentali oggetti erano ottenuti mediante semplice percussione, e P. superiore, in cui i vari prodotti litici venivano lavorati con maggiore precisione, anche tramite il ricorso ad altri strumenti. Tipici del P. inferiore furono i ciottoli della cosiddetta pebble culture, mentre in un secondo tempo si ebbero forme più complesse come quelle dei poliedri e chopping tools, ossia strumenti per il taglio e la frantumazione, oltre a punte e abbozzi di lama. Nonostante lo scarso numero di fossili e di reperti pervenuti fino a noi, appare evidente come il passaggio a forme di produzione più complesse abbia coinciso con la comparsa di razze umane più evolute: dai primi ominidi del periodo inferiore (pitecantropo, sisantropo e uomo di Mauer), infatti, si passò dapprima all'Homo abilis, quindi all'Homo erectus, al tipo dell'uomo di Neanderthal e infine all'Homo sapiens. La presenza di quest'ultimo è accertata solo nel P. superiore, al quale si fanno del resto risalire anche gli strumenti più raffinati, quali arpioni e punteruoli. La fine del P. viene identificata, per l'Europa, con l'ultima glaciazione (detta "del Würm"), che comportò sensibili mutamenti tanto nella flora quanto nella fauna esistenti, con una conseguente modifica del tipo di vita degli antenati dell'uomo. In realtà, il passaggio dalla pietra scheggiata ai manufatti più ricercati non è databile con precisione assoluta e si compì in momenti diversi nelle diverse aree geografiche, al punto che ancora oggi, in varie zone della Terra, si trovano popolazioni primitive il cui stile di vita appare assimilabile a quello del P. Per queste ragioni, l'indicazione viene usata per esteso in riferimento più a un modello di vita e a un modo di sussistenza che non al solo periodo storico: il termine P., pertanto, definisce un tipo di vita caratterizzato dall'assenza di strumenti evoluti per la caccia, l'agricoltura e l'allevamento, un'economia fondata sul raccolto dei prodotti spontanei e sul consumo di animali cacciati da altri predatori. Inoltre, sempre in virtù del valore solo relativo del termine sul piano temporale, la tendenza oggi presente fra gli studiosi è di evitarne l'uso qualora si tratti di popolazioni primitive di aree extraeuropee, in particolare America, Africa e Asia orientale.