(dal latino
mulier: donna). Donna congiunta in matrimonio; il coniuge di
sesso femminile. Si usa in relazione diretta o indiretta con il termine
marito (V.). ║
Essere marito e
m.: essere sposati. ║
Prendere, pigliare m.: sposarsi. ║
Perdere la m.: rimanere vedovo. ║
Chiedere in m.: fare una
proposta di matrimonio. ║
Essere la m. di Cesare: secondo Plutarco
(
Vita di Cesare, 10), questa frase fu pronunciata da Cesare durante il
processo contro P. Clodio, che tentò di insidiare sua
m. Pompea:
Cesare affermò di non conoscere nulla dei fatti imputati a Clodio, ma,
per evitare comunque ogni sospetto, aveva ripudiato la consorte. L'espressione
rimase di uso comune per indicare persone o istituzioni insospettabili. •
Dir. - Con l'entrata in vigore del nuovo Diritto di Famiglia, nel 1975, anche
l'istituto matrimoniale ha assunto una nuova fisionomia: è stata
riconosciuta la sostanziale parità di diritti e doveri dei coniugi
(V. FAMIGLIA), per cui la
m. non è
più soggetta alla potestà maritale. Secondo il nuovo ordinamento,
la
m. aggiunge il cognome del marito al proprio, può stabilire un
domicilio diverso da quello del marito se l'attività da lei intrapresa lo
richiede, e, sposando un cittadino straniero, non perde la cittadinanza
italiana, se non espressamente richiesto. Dal punto di vista patrimoniale esiste
tra
m. e marito il dovere reciproco di assistenza materiale, che si
esplicita nell'obbligo di entrambi di mantenere la famiglia, ognuno con la
propria attività, sia essa domestica o extradomestica.