Gruppo di popolazioni asiatiche stanziate in varie zone dell'Asia centrale. Il
nome di
M. viene utilizzato in alcuni casi impropriamente, riferito a
tribù di origine tartara e turca che durante l'Impero mongolo di Gengis
Khān si mescolarono con genti mongole (Kazaki, Karakirghisi, Karakalpaki).
Tra i principali gruppi
m. ricordiamo i Calmucchi, i Khalkha, i Torguti
dell'Ala Shan, gli Ordos, i Tanguti dell'alto bacino del Koko Nord, gli Sciara
del Lop Nor, i Buriati. Le varie tribù hanno conservato uno stile di vita
fondato sul nomadismo pastorale e si sono mantenute fedeli alle strutture
socio-economiche tradizionali: famiglia patriarcale, poligamia, sciamanesimo,
potere trasmesso ereditariamente. • St. - Scarse sono le notizie
riguardanti i
M. prima del XII sec. Fra i più antichi
rappresentanti di questo gruppo etnico vengono solitamente annoverati gli
Hsien-pei del Grande Khingan (III sec.) che si stanziarono nella Mongolia
Esterna e si vennero progressivamente suddividendo in varie tribù come i
Toyoghun (che occuparono il bacino del Koko nuur nel periodo compreso tra i
secc. IV-VIII), i Kitai (stanziati sull'alto corso del Liao ho), i Hsi-wei
(stabilitisi nei pressi dell'alto Amur). Il gruppo più importante,
tuttavia, divenne quello dei Mong-wu o Monggul, una piccola tribù dei
Hsi-wei della Mongolia sud-orientale, che nel XII sec. conseguì un
prestigio militare tale da costituire una minaccia per la Cina. Fu
Gengis
Khān Temujin che, assunto il titolo di Gengis Khān (sovrano
universale) nel 1206 riuscì ad attuare un'unificazione delle varie
tribù mongole, imponendo la propria autorità sia ai clan mongoli
rivali, sia ai Kereit e ai Naiman. Nel corso di circa un ventennio fondò
un impero vasto quanto l'Asia continentale, ben strutturato e organizzato con
un'amministrazione civile; a lui si deve inoltre il
Jasaq, un complesso
di norme che regolava il comportamento di tutti i sudditi. Lo Stato si
presentava come una compagine feudale di tipo nomade-pastorale. Al vertice si
trovava il khān, che comandava una moltitudine di principi vassalli;
più in basso nella piramide gerarchica venivano i
noyan,
ufficiali, scelti tra gli aristocratici della steppa. Alla morte di Gengis
Khān (1227), l'Impero fu diviso tra i suoi figli: a
Jöči,
il figlio maggiore, vennero lasciati la Corasmia e altri territori a Ovest
dell'Irtyš; la Transoxiana, parte dell'Afghanistan e del Turchestan cinese
toccarono in sorte a
Ciaghatay; l'Impero propriamente mongolo
comprendente la Cina, la Corea, la Mongolia, la Manciuria e il Tibet,
spettò invece a
Ogoday, i cui discendenti conservarono la
dignità di khaghān fino al 1248, quando questa passò alla
famiglia di Tuli, l'ultimogenito di Gengis Khān. La potenza mongola
raggiunse il suo massimo splendore durante il Regno di
Kūbīlāy (1260-1294), il quale concluse vittoriosamente le
sue campagne militari contro la Cina divenendone imperatore (la sua dinastia,
quella degli Yüan, regnò sulla Cina per 89 anni), e compì
grandi spedizioni nell'Asia sud-orientale (dal Myanmar alla penisola indocinese
e malese, all'Indonesia). L'alto livello della società cinese venne fatto
conoscere in Occidente da Marco Polo, che trascorse ben diciassette anni alla
corte di Kūbīlāy khān (1275-1292). I tre Stati mongoli nati
dal frazionamento dell'Impero gengiskhanide si erano nel frattempo rafforzati e
consolidati: in Russia si era affermato l'Orda d'Oro; in Persia il Khanato
ilkhanide e nell'Asia centrale il Moghulistān. Nei primi due venne creata
una certa unità amministrativa e si svilupparono civiltà autonome
sulla base di culture sedentarie; nell'Asia centrale, al contrario, il khān
restò a lungo un capo nomade, privo di un'effettiva autorità
centralizzatrice (questo diede impulso alla formazione di vari Stati
indipendenti, governati da signori locali di stirpe turca). Nel XIV sec.
Tīmūr-e lang, nome occidentalizzato in
Tamerlano (1336-1405),
riuscì a riunificare una parte dei territori già appartenenti
all'Impero di Gengis Khān, fondando il nuovo Impero dei Timuridi
(estendentesi dall'Asia centrale all'Asia Anteriore, dalla Persia alla
Mesopotamia), che ebbe come centro Samarcanda. Nell'Asia centrale dell'antico
Impero mongolo sopravvisse solo il Moghulistān, il quale non fu mai
completamente assoggettato da Tamerlano. Tuttavia con il sopravvento di nuove
genti turche (i Kazaki, i Kirghisi e gli Uzbechi) scomparve anche questo ultimo
nucleo dell'Impero gengiskhanide centro-asiatico. Anche l'Orda d'Oro venne
distrutta per mano dei principati di Kijev e di Mosca. Motivi di carattere
religioso uniti a sentimenti di nazionalismo e ostilità nei confronti
della dinastia mongola provocarono rivolte nella Cina meridionale e centrale
agli inizi del XIV sec. Queste sommosse culminarono nella creazione di un nuovo
Impero retto da
Hung-wu (1368-1398), il primo esponente della dinastia
Ming. Alla metà del XVIII sec. la Mongolia era completamente assoggettata
alla Cina.