Città dell'Emilia-Romagna, capoluogo della provincia omonima; sorge a 34
m s/m., nell'alta pianura padana, tra i fiumi Panaro e Secchia. 175.698 ab. CAP
41100. • Econ. -
M. è un importante mercato agricolo (uva da
vino, ortaggi, frutta, foraggi) e del bestiame (bovini e suini). La città
è inoltre sede di industrie alimentari (produzione di insaccati,
latticini, vini), meccaniche, chimiche, per la preparazione di concimi,
siderurgiche, delle automobili, elettrotecniche, della lavorazione delle pelli.
• St. - Città della confederazione etrusca e più tardi
presidio dei Galli, divenne colonia romana con il nome di
Mutina nel 183
a.C. Nel 72 a.C. fu teatro dell'assedio condotto da Spartaco contro le truppe
romane; dopo la morte di Cesare fu luogo di scontro tra i cesariani guidati da
Marco Antonio e la fazione senatoria capeggiata da Decimo Bruto (
guerra di
M.). Anche durante l'età imperiale la città mantenne una
posizione di primo piano, sia dal punto di vista militare, sia dal punto di
vista economico; quindi attraversò un periodo di decadenza a causa delle
invasioni barbariche e delle inondazioni che colpirono la zona, fino a quando
non giunsero in Italia i Longobardi. Questi ultimi la restaurarono nel VII sec.
e nell'VIII sec. fondarono, a Nord dell'antico centro abitato, un nuovo
insediamento, Città Geminiana, poi Cittanova, che divenne sede del
governo (mentre
M. rimase sede vescovile). Nel corso del IX sec. i
vescovi riuscirono a farsi riconoscere dagli imperatori diversi privilegi,
sostituendosi ai conti di Canossa nella funzione di feudatari e risultando di
fatto i veri signori della città. Con la morte di Matilde di Canossa
(1115) e lo sfaldarsi del dominio canossiano la città incrementò
ulteriormente la propria autonomia, anche nei confronti dell'autorità dei
vescovi, tanto che già nell'XI sec. ebbe un governo cittadino; nel XII
sec. l'organizzazione di
M. fu quella tipica dei Comuni. Alla discesa del
Barbarossa in Italia, la città appoggiò l'imperatore, lo sostenne
nella lotta contro Milano e prese parte alla dieta di Roncaglia. Nel 1168
M. si schierò, tuttavia, con la Lega Lombarda e nel 1183 fu tra i
firmatari della pace di Costanza. In cambio del favore accordato anche a
Federico II nella lotta contro i Comuni, nel 1229 la città risolse a
proprio vantaggio le contese territoriali che la opponevano a Bologna, sua
tradizionale nemica insieme a Reggio. L'accendersi delle rivalità
interne, tra la fazione guelfa degli Aigoni e quella ghibellina dei Grasolfi,
permise però a Bologna di riprendere le ostilità e di assoggettare
M. al proprio dominio, inviando podestà fino al 1260. Il protrarsi
delle lotte tra guelfi e ghibellini e all'interno della stessa fazione guelfa
spinse però alcuni nobili, nel 1288, a offrire il governo della
città a Obizzo d'Este, signore di Ferrara. Cacciati nel 1306, gli Este
tornarono al governo della città nel 1336. Da quel momento le vicende di
M. coincisero con quelle dello Stato estense, fatta eccezione per un
breve periodo (1511-1527) di dominio pontificio e quando, nel 1598, dopo che
Ferrara entrò a far parte dello Stato della Chiesa, la città
divenne capitale del Ducato. Il Seicento fu per
M. un periodo di intensa
attività culturale e artistica. Nel XVIII sec., dopo aver combattuto
nelle guerre di Successione spagnola, polacca, austriaca, la città fu
occupata dai Francesi e fece parte, prima della Repubblica Cispadana, poi della
Repubblica Cisalpina; nel 1799 fu per un anno possesso degli Austriaci,
tornò alla Cisalpina e, dopo la caduta di Napoleone, venne assegnata agli
Asburgo-Lorena, che nel periodo successivo accrebbero i territori in loro
possesso con l'acquisto di Massa e Carrara (1830) e di Guastalla (1848). Dopo
vari tentativi di insurrezione, la rivoluzione del 1859 pose fine al governo
ducale e il successivo plebiscito decretò l'annessione della città
e del suo territorio al Piemonte e quindi al Regno d'Italia. ║
Ducato
di M.: a partire dal 1288 quando il governo di
M. venne offerto a
Obizzo d'Este, signore di Ferrara, la storia della città coincise con le
vicende degli Este. A Obizzo succedette, nel 1293, il figlio Azzo VIII, che
però fu spodestato nel 1306; solo nel 1336 gli Este tornarono al potere.
Nel 1409 Niccolò III estese la propria Signoria anche a Reggio e nel 1462
Borso si vide conferire il titolo di duca di
M., seguito nel 1471 da
quello di duca di Ferrara. Perdute Reggio e
M. nei contrasti che le
opposero allo Stato della Chiesa, gli Este ne tornarono in possesso con Alfonso
I. Estintosi, con la morte di Alfonso II (1527), il ramo principale della
famiglia, il cugino Cesare, suo successore, dovette cedere Ferrara alla Chiesa e
trasferì la capitale del Ducato a
M.; il dominio estense venne
però nuovamente ampliato con l'aggiunta della Signoria di Sassuolo
(1599), del Principato di Correggio, del Ducato della Mirandola e della Contea
di Novellara. Ercole III, sposando Maria Teresa Cybo-Malaspina, unì al
proprio Ducato anche quello di Massa e Carrara. Dal 1796 i territori estensi
vennero inclusi negli Stati creati dai Francesi e da Napoleone. Dopo il
Congresso di Vienna il Ducato venne assegnato a Francesco IV, figlio
dell'arciduca d'Austria Ferdinando e nipote, per parte di madre, di Ercole III
d'Este. L'insurrezione del 1859 e il plebiscito dell'anno seguente, che ne
sancì l'unione al Regno di Sardegna, posero fine all'esistenza del Ducato
di
M. • Arte - Il monumento più imponente della città
è il duomo, esempio di architettura romanica dei secc. XI-XII. Iniziato
nel XII sec., sui resti di una basilica del IV sec., fu portato a termine solo
nel 1319, quando fu completata la torre campanaria (detta "la Ghirlandina").
Inizialmente, vi lavorarono l'architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo, ai
quali subentrarono nei secoli seguenti i Maestri Campionesi. Del 1244 è
la chiesa di San Francesco, in stile gotico, restaurata nel XIX sec. Vi sono
inoltre diversi esempi di architettura religiosa cinquecentesca (San Filippo
Neri), secentesca (San Biagio, Sant'Agostino, San Bartolomeo), settecentesca
(San Domenico, San Giovanni Battista). Tra gli edifici civili ricordiamo Palazzo
Ghisellini (XVI sec.), Palazzo Ferrari-Moreni (XVI sec.), palazzo ducale (1634),
il palazzo comunale (ricostruito nel XVII sec. su resti medioevali),
l'università (1774). Nel palazzo dei Musei è compresa la
Biblioteca estense, che conserva la celebre Bibbia di Borso d'Este, del XV sec.
║
Provincia di M. (2.690 kmq; 608.550 ab.): comprende, da Nord a
Sud, una zona pianeggiante che digrada progressivamente verso il Po, una fascia
collinare e un'area appenninica (la vetta più alta è il monte
Cimone, 2.165 m). È attraversata da vari corsi d'acqua a regime
irregolare, tra i quali i principali sono il Secchia e il Panaro. Centri
principali: Carpi, Pavullo nel Frignano, Sassuolo, Castelfranco Emilia, Finale
Emilia, Spilamberto, Mirandola. Notevoli le differenze tra l'economia delle
diverse zone: la pianura, fertilissima, è intensamente coltivata a
cereali, barbabietole da zucchero, foraggi; in collina prevalgono i frutteti
(ciliege, pesche, fragole) e i vigneti; in montagna l'economia si basa
essenzialmente sulla coltivazione di cereali, su modesti allevamenti e sullo
sfruttamento del patrimonio boschivo. Notevole sviluppo hanno gli allevamenti
bovino e suino, che alimentano le industrie casearia e dei salumi. Vi sono poi
aziende attive nel settore tessile, meccanico, automobilistico (notissima la
Ferrari di Maranello), della lavorazione della ceramica.