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Mìssile.

Denominazione di ogni corpo volante non pilotato in grado di raggiungere elevate velocità, sospinto da propulsione autonoma e mantenuto nella traiettoria prescelta da sistemi di guida e di controllo. • Encicl. - Lo sviluppo della missilistica è molto recente e strettamente legato all'evoluzione del razzo, cioè dell'elemento propulsore applicato al m. stesso. Le basi scientifiche di tale disciplina si devono all'opera del russo K.E. Zioltkovskij a partire dagli ultimi anni del XIX sec. e, in seguito, al lavoro dell'americano R. H. Goddard e del tedesco H. Oberth. I Tedeschi furono i primi a sviluppare il potenziale bellico dei m. e a realizzare diversi prototipi. Il primo risultato di notevole importanza si può considerare il V2, m. balistico monostadio realizzato verso la fine della seconda guerra mondiale con l'intento di risollevare le sorti della Germania. Lungo 14 m per un diametro di 1.7 m, era in grado di trasportare quasi 1.000 kg di esplosivo e poteva raggiungere una distanza di circa 300 km. Compresa l'importanza di tali armamenti, altre Nazioni come l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti d'America, seguite da Gran Bretagna e Francia, cominciarono a dedicare sempre maggiori risorse allo studio e allo sviluppo dei m. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale il continuo perfezionamento dei propulsori e la realizzazione di m. dotati di una capacità di spinta sempre maggiore hanno consentito importanti imprese astronautiche. In seguito al trattato sui m. da teatro, operativo dal 1988, che limita lo sviluppo e la dislocazione in Europa di m. con gittata compresa tra i 500 e i 5.000 km, sono state demolite circa 3.800 testate appartenenti agli arsenali dell'America e della Unione Sovietica. • Tecn. - I principali elementi costitutivi di un m. sono: la struttura portante munita di ogiva, il carico utile, il propulsore, gli organi e le apparecchiature di guida. La struttura portante svolge due fondamentali funzioni: oppone resistenza alle elevate sollecitazioni termiche e contiene le resistenze aerodinamiche. Occorre premettere che la velocità dei m. aumenta durante tutto il periodo della combustione, per la spinta continua e per la diminuzione di massa dovuta al consumo di propellente; a ciò si aggiungono la minore resistenza aerodinamica (per l'aumento della rarefazione dell'aria) e la minore attrazione gravitazionale in corrispondenza all'aumento della quota. Inoltre, nei m. a più stadi, il distacco dei singoli stadi a funzione espletata ne diminuisce ulteriormente la massa totale, contribuendo all'aumento della velocità. La velocità molto elevata provoca un forte aumento della temperatura sulla superficie del m. a causa dell'attrito con i successivi strati atmosferici. Occorre pertanto prevedere la realizzazione dei cosiddetti scudi termici, ossia di particolari rivestimenti per la protezione della struttura dall'eccessivo calore prodotto. Il carico utile dipende dal tipo di missione da realizzare e può essere rappresentato da cariche esplosive, strumenti scientifici, satelliti, capsule spaziali, ecc. Il propulsore è in genere costituito da un endoreattore (reattore in cui tutte le masse espulse sono portate a bordo dell'apparato, quindi sono trasportati sia il combustibile sia il comburente), meno frequentemente da un esoreattore (propulsore a reattore nel quale il comburente è costituito dall'aria atmosferica, che viene compressa, miscelata con carburante, incendiata, accelerata ed eiettata, assicurando la propulsione per reazione). I propellenti si possono suddividere in liquidi e in solidi. I propulsori dei m. a propellente solido sono caratterizzati dal cosiddetto grano, solido compatto costituito da comburente e combustibile, racchiuso in un contenitore cilindrico che ne costituisce anche la camera di combustione. I m. a propellente liquido sono più complessi, perché necessitano di un serbatoio sia per il combustibile sia per il comburente, di un sistema d'iniezione e alimentazione e di un circuito di raffreddamento. I materiali utilizzati per la produzione dei m. devono essere molto leggeri e resistenti alle sollecitazioni meccaniche e termiche; pertanto si impiegano generalmente particolari leghe d'acciaio, titanio, leghe leggere a base di alluminio, materiali plastici, superleghe a base di cobalto, cromo, molibdeno, ecc. e materiali compositi aventi come matrici resine organiche (resine fenoliche, epossidiche e al silicone), oppure materiali ceramici o metallici, che ne garantiscano l'elevata resistenza termica, e come fibre quelle di boro, carbonio e vetro, per aumentare le caratteristiche meccaniche. Per quanto concerne i sistemi di guida, una prima distinzione può essere fatta tra m. a bersaglio invisibile e m. a bersaglio visibile. Per la prima categoria, alla quale appartengono anche i vettori spaziali, si utilizzano sistemi di guida autonomi, in particolare i sistemi di guida inerziali, che hanno il vantaggio di non subire interferenze esterne. Tali apparecchiature sono costituite da due o tre accelerometri, un sistema di riferimento, per determinare l'orientamento degli accelerometri, e un elaboratore elettronico, che in base ai dati forniti dagli strumenti è in grado di ricavare la velocità e la posizione del m. Un altro sistema, che può eventualmente essere integrato con quello inerziale, è il cosiddetto sistema di posizionamento globale, che utilizza le informazioni fornite da un sistema di satelliti appositamente creato. Infine, esistono sistemi che sfruttano il contorno del terreno; fra questi sono il TERCOM, che confronta il profilo altimetrico del terreno con quello memorizzato in apposite mappe, e il DSMAC, che confronta l'immagine del terreno, rilevata da una telecamera, con quella conservata in memoria. Nella seconda categoria rientrano i sistemi a comando, a fascio direttorio e ad autoguida. Nel sistema a comando il m. è comandato da un operatore mediante un filo che lo collega ed è generalmente utilizzato per m. controcarro e contraereo per piccole distanze. Nel sistema a fascio direttore il m. resta all'interno di un fascio sempre puntato contro il bersaglio. Infine, l'autoguida può attuarsi con strumenti giroscopici e con apparati elettronici. Tale sistema si può a sua volta distinguere in autoguida passiva, quando è il bersaglio stesso che emette l'energia ad essere rilevato dai sistemi elettronici del m.; autoguida attiva, quando è il m. stesso che emette un fascio ad essere riflesso dal bersaglio; autoguida semiattiva, quando il m. riceve il fascio di energia dal bersaglio, ma per riflessione da una sorgente diversa. • Mil. - I principali tipi di m. militari possono essere distinti in base alla portata e al potenziale bellico. ║ M. strategici: vettori di testate nucleari utilizzati per il bombardamento strategico, ossia in grado di raggiungere distanze elevate, superiori a 5.000 km. ║ M. tattici: vettori destinati all'azione di interdizione in concorso con l'aviazione, dotati generalmente di carico esplosivo convenzionale per distanze inferiori a 1.000 km. ║ M. da teatro: m. che per gittata e carico bellico sono intermedi ai m. strategici e tattici. Un'altra suddivisione possibile è in base all'ambiente di partenza e di arrivo, a seconda che questi siano rappresentati da terra (superficie), aria o acqua (profondità). ║ M. terra-terra: da superficie a superficie. ║ M. terra-aria: da superficie terrestre o da nave verso un bersaglio in volo. ║ M. aria-terra: da aereo a superficie. ║ M. aria-aria: da aereo verso un bersaglio nell'atmosfera. ║ M. acqua-terra: da sottomarino a superficie. ║ M. acqua-aria: da sottomarino verso bersagli nell'atmosfera. ║ M. acqua-acqua: da sottomarino a sottomarino; sono impropriamente detti m. in quanto non sono dispositivi volanti, ma idrodinamici. Infine i m. possono essere distinti in base al modo di operare in m. balistici, orbitanti e guidati. ║ M. balistici: sono m. terra-terra caratterizzati dall'essere propulsi e guidati solo nella prima parte della traiettoria di tipo suborbitale, mentre nella fase intermedia e finale seguono le leggi della balistica, da cui il nome. ║ M. guidati: sono utilizzati per colpire bersagli in movimento a breve distanza (fino a qualche decina di chilometri). In base al tipo di obiettivo da colpire si hanno i m. controcarro, contraerei, antinave e antimissile: tutti devono essere caratterizzati da semplicità e velocità di manovra, per riuscire a seguire i movimenti del bersaglio.
Modello tridimensionale del missile terra-aria da spalla utilizzato dalle forze armate statunitensi, entrato in servizio nel 1981