Piccolissimo, il più piccolo. ║
Frati m.:
V. MINIMI. ║ Usato come neutro sostantivato
indica la cosa, la parte o la quantità più piccola possibile:
chiedere il m., fare il m. ║ Fig. -
Come m.: almeno,
perlomeno. • Agr. -
Legge del m.: legge formulata dal chimico
tedesco Liebig secondo la quale l'entità della produzione vegetale
è regolata dall'elemento nutritivo contenuto nel terreno in
quantità minore. Ad esempio, per un raccolto ottimale di frumento
occorrono 45 kg di azoto, 70 kg fosforo e 55 kg di potassio, ma se uno solo di
questi fattori produttivi è inferiore a quanto necessario alla pianta, si
avrà una produzione ridotta della metà. Equivale alla
legge dei
fattori limitanti. • Dir. -
M. unità colturale:
estensione di terreno sufficiente al lavoro di una famiglia contadina; tale
unità non può ulteriormente dividersi e fissa perciò un
limite alla frammentazione della proprietà terriera. ║
M. della
pena: il più basso livello di una pena prescritta dal Codice Penale
per un determinato reato. • Econ. -
Salario m.: il salario ritenuto
appena sufficiente per mantenere in vita il lavoratore e la sua famiglia.
║
Reddito m.: reddito inferiore alla soglia fissata per il
pagamento delle imposte dirette. ║
M. imponibile: limite al di
sotto del quale un reddito è esentato dal pagamento delle imposte
dirette. • Meteor. -
Temperature m. e massime: le temperature
più basse o più alte in un determinato periodo di tempo, giorno o
anno; anche sostantivato:
le m. e massime della giornata. • Tecn. -
Nei motori a combustione interna, il limite al di sotto del quale il motore non
regge il carico a vuoto e si spegne; perciò il motore sviluppa potenza
m. e il consumo è
m.:
tenere il m. • Mat. -
M. comune multiplo (m.c.m.): il minore fra i multipli comuni a due o
più numeri interi. Il m.c.m. di due numeri è uguale al loro
prodotto diviso per il loro massimo comune divisore (M.C.D.); o al prodotto di
tutti i fattori primi, ciascuno preso con il massimo esponente. ║
Ridurre una frazione ai m. termini: trasformarla in altra equivalente
nella quale numeratore e denominatore siano numeri primi tra loro (si ottiene
dividendo sia il numeratore sia il denominatore per il loro M.C.D.). ║
M. di una funzione di una variabile reale: di una funzione
y =
f(x), è quel punto nel quale la sua curva rappresentativa ha la
minore ordinata (
m. assoluto) o una ordinata minore rispetto agli altri
punti del suo intorno destro e sinistro (
m. relativo). Una funzione
può avere più
m. relativi. In un punto di
m.
relativo, la tangente alla curva è parallela all'asse delle
x; la
derivata prima
f'(x) è uguale a zero, la derivata seconda
f"(x) è positiva. ║
Metodo dei m. quadrati: principio
della teoria degli errori, stabilito da A.M. Legendre e C.F. Gauss, secondo il
quale il valore più probabile di una grandezza osservata (
X)
è quello che rende
m. la somma dei quadrati degli errori
accidentali delle singole osservazioni. Sia l'incognita
x* il vero valore
di una grandezza
X da misurare; siano
x1,
x2, ...
xn i valori della grandezza ottenuti
da una serie di misure, caratterizzate da errori accidentali, e quindi diverse
tra di loro e da
x*. A partire da
x1,
x2, ...
xn, si vuole calcolare un valore
x0 il quale si avvicini il più possibile, in termini
statistici, all'incognita
x*;
x0 è il valore
più probabile di
X ed è quello che rende minima la somma
dei quadrati degli errori accidentali:
ε1 = x0
– x1; ε2 = x0 – x2;
...; εn = x0 – xn. Ne risulta
che
x0 è la media aritmetica dei singoli valori
x1,
x2, ...
xn. Tale
metodo può essere usato anche per individuare tra funzioni di un certo
tipo quella che più si avvicina a certi dati numerici; è spesso
usato per ottenere una
interpolazione approssimata o una
perequazione. • Numism. - Moneta di modulo
m. coniata in
Italia intorno al V sec. d.C.