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Mèsia.

Antica regione della penisola balcanica, compresa tra Pannonia, Dacia, Mar Nero e Tracia, oggi corrispondente alla Serbia, alla Bulgaria settentrionale, alla regione rumena della Dobrugia. • St. - Originariamente abitata da una popolazione proveniente dalla Tracia, la M. subì l'occupazione dei Persiani, dei Traci e infine dei Romani, che tuttavia riuscirono ad ottenere il controllo definitivo sulla regione, dopo i tentativi di Scribonio Curione (75-73 a.C.) e di Licinio Lucullo (72 a.C.), grazie all'opera di Marco Licinio Crasso solo nel 29 a.C. Organizzata in provincia nel secondo decennio del I sec. d.C., la M. fu a lungo zona di difesa del confine sul Danubio e venne quindi presidiata costantemente da legioni romane; in essa aveva inoltre sede la flotta del Mar Nero (classis Moesica), alla quale era affidato il compito di proteggere le città greche delle coste settentrionali e orientali del Ponto Eusino. Minacciata dalle popolazioni circostanti dei Rossolani, dei Sarmati e dei Daci, venne riorganizzata nell'86 da Domiziano, che la divise in M. superiore (a Ovest) e M. inferiore (a Est): fu quest'ultima la base di cui si servì successivamente Traiano per la conquista della Dacia. La M. conobbe una notevole prosperità economica soprattutto nel II sec., con la fondazione di numerose nuove città sorte dagli accampamenti romani (Durostorum, odierna Silistra; Singidunum, odierna Belgrado) e con la diffusione della lingua e della cultura latina. Alla fine del secolo successivo la M. tornò ad assumere un'importante funzione di difesa come regione di confine, dopo che i Romani avevano perso la Dacia. Aureliano decise la riunificazione della M. in provincia unica; con il declino dell'Impero romano e l'inizio delle invasioni barbariche (in particolare dopo la battaglia di Adrianopoli, 378), la M. fu occupata tra i secc. IV e VII da Goti, Alani, Unni, Slavi e Bulgari.