Satrapo di Caria. Figlio di Ecatomno, gli succedette nella carica di satrapo
della Caria dal 377 al 353 a.C. In un primo tempo mantenne rapporti amichevoli
col re di Persia, poi trasferì la capitale da Milasa ad Alicarnasso e fu
promotore del movimento che mirava a rendere i satrapi indipendenti dal sovrano;
perciò si unì ai satrapi che nel 365-362 a.C. si ribellarono ad
Artaserse, ma seppe ritirarsi al momento opportuno, così da non perdere i
suoi territori (Caria, parte della Lidia e della Licia, alcune città
greche). Successivamente impose il suo dominio su Eritre, Lagina, Cauno, Iaso,
Mileto e si alleò con varie isole greche, tra le quali Rodi, Chio, Cos.
In Caria dovette far fronte all'opposizione dei repubblicani che miravano a
destituirlo e ad instaurare autonomie cittadine. Quando nelle città
greche scoppiarono le lotte tra democratici e oligarchi, intervenne a favore di
questi ultimi, fornendo guarnigioni carie a sostegno dei governi aristocratici.
Ad Alicarnasso diede inizio ai lavori per la costruzione del mausoleo
(V.), poi proseguiti dalla moglie Artemisia II e
rimasti incompiuti per la morte di lei (IV sec. a.C.).