Città della Lombardia e capoluogo della provincia omonima. È
situata nella bassa Pianura Padana, sulla riva destra del fiume Mincio. Centro
di una zona a economia quasi esclusivamente agricola. Oltre a essere il
principale centro commerciale della provincia,
M. è sede di alcune
industrie laterizie, alimentari e chimico-agricole, e d'altre minori a carattere
artigiano (ceramiche, pianoforti). 48.530 ab. CAP 46100. • St. - La
fondazione della città risale al VI-V sec. a.C. e fu probabilmente opera
degli Etruschi, sebbene manchino fino ad oggi prove archeologiche. Il nome di
M. sarebbe derivato da Mantu, il dio etrusco dei morti. Nel V sec. il
territorio mantovano fu occupato dai Galli, in seguito sottomessi dai Romani,
che vi fondarono una colonia,
Mantua. Durante le guerre civili la
città perdette per confisca parte del territorio, a favore dei veterani
(41 a.C.). Saccheggiata nel 401 dai Goti di Alarico, soffrì gravemente
per le guerre tra Longobardi e Bizantini, che ne avevano fatto un loro caposaldo
difensivo. La prima testimonianza di un vescovado mantovano risale al principio
del IX sec., a proposito del vescovo Gregorio. Nell'827, in epoca carolingia, si
tenne a
M. un concilio, al quale partecipò il vescovo mantovano
Laiulfo o Erdulfo. Con la successiva dominazione dei Canossa la città
crebbe sensibilmente in potenza e, in occasione della lotta per le investiture
fra Gregorio VII ed Enrico IV, nel corso della quale la contessa Matilde fu
strenua sostenitrice del pontefice, il Mantovano fu teatro delle
ostilità. Nel 1080 Matilde fu sconfitta. Enrico IV, dopo aver posto
M. sotto assedio fino alla sua definitiva capitolazione, ne
aumentò i privilegi. La città aspirò quindi a una piena
autonomia: a lungo però il comune, già esistente nel 1126, rimase
legato agli interessi del potere vescovile. Nella lega dei comuni lombardi
(1167),
M. combatté ad Alessandria e nella battaglia di Legnano
(1176). L'autorità dei vescovi, indebolitasi già sulla fine del
XII sec., non resse all'infuriare delle opposte fazioni interne (Grossolani e
Bonacolsi, Casaloldi e Riva, Arlotti e Zanicalli, ecc.) all'inizio del secolo
successivo. I Mantovani continuarono però ugualmente la tradizione
politica antighibellina, opponendosi a Federico II e a Ezzelino da Romano, e
nella seconda metà del secolo partecipando alla grande lega guelfa contro
Manfredi e quindi all'ultima lotta contro Ezzelino (1259). Ma il regime comunale
si sfaldò ben presto, e Pinamonte Bonacolsi divenne il primo signore di
M. I Bonacolsi raggiunsero l'apice della potenza con il conferimento del
vicariato imperiale (1311); ma nello spazio di pochi decenni scomparvero,
travolti dalla insurrezione popolare diretta dai Gonzaga (1328). Con costoro,
nel corso del XIV sec.,
M. assolse una funzione politico-militare
importante con le sue fortificazioni, assicurando ai Gonzaga il possesso dello
Stato con la sua resistenza ai ripetuti assalti dei Visconti. I secoli del
Rinascimento segnarono per
M. un'epoca di eccezionale floridezza
economica, artistica e letteraria. Per merito di Gian Francesco Gonzaga, la
città assunse il rango di capitale principesca, cui la scuola umanistica
di Vittorino da Feltre e l'attività costruttiva di L.B. Alberti, l'arte
pittorica di L. Fancelli e di A. Mantegna diedero rinomanza europea. La
città accrebbe ancor più il suo prestigio culturale con la
splendida corte tenuta da Francesco e dalla moglie, Isabella d'Este, sullo
scorcio del XV sec. e all'inizio del successivo, e prosperò
economicamente sotto Guglielmo e Vincenzo I. Ma con la guerra di Successione
(1627-31) che seguì la morte di Vincenzo II e che costituì uno
degli episodi della guerra dei Trent'anni, la fortuna di
M. decadde.
Quando nel 1631 vi entrò Carlo I di Gonzaga-Nevers, nuovo duca, la
città era ridotta in miseria. In seguito, per il trattato di Milano del
1707, la città passava, col ducato, all'Impero; il governo austriaco ne
promosse da allora il benessere, pur considerando soprattutto la sua funzione di
caposaldo fortificato nella valle Padana. Come tale,
M. ebbe parte
notevole nella guerra di Successione e più ancora in quelle di Napoleone,
in cui cadde in mano dei Francesi. Tornata all'Austria con il trattato di Vienna
(1815), partecipò attivamente alle congiure carbonare nel 1821 e nel 1848
alla prima guerra di indipendenza. Fu una delle quattro piazzeforti facenti
parte del celebre
quadrilatero. Durante la seconda guerra mondiale,
M. ha subito danni dai bombardamenti aerei. ║
Concilio di
M.: convocato nel 1064, prosciolse papa Alessandro II dalle accuse di
simonia e violazione del diritto ecclesiastico e regio, concludendosi con la
scomunica dell'antipapa Onorio II. ║
Dieta di M.: indetta da Pio II
per riunire in una crociata contro i Turchi i principi della cristianità,
si aprì nel 1459 e si concluse senza raggiungere lo scopo nel 1460.
║
Congresso di M.: tenuto nel 1512 dai membri della Lega santa per
concordare il nuovo assetto politico dell'Italia. ║
Marchesato e ducato
di M.: con diploma dell'imperatore Sigismondo del 1433, Gian Francesco
Gonzaga trasformò la signoria sul Mantovano in marchesato. Questo, come
del resto la signoria, si giovò della sua eccellente posizione strategica
per sviluppare un'attività politico-diplomatica che per taluni aspetti
apparve sproporzionata all'effettiva consistenza dello Stato. Nel 1530 con
Federico II venne elevato a ducato. Si ebbe poi uno sviluppo eccezionale del
Mantovano, che vide moltiplicati i suoi commerci, si cosparse di ville sontuose,
fu centro di sfarzosissima vita, non solo nella capitale, ma anche nelle corti
gonzaghesche minori. Con la cultura fiorì altresì l'eresia,
duramente combattuta dal tribunale dell'Inquisizione. Sopraggiunse però
la crisi economica, che si manifestò in modo preoccupante ai tempi di
Vincenzo II; i saccheggi della guerra di successione, la peste, diffusa dai
Tedeschi del Collalto, le esorbitanti contribuzioni di guerra ridussero lo Stato
in condizioni miserevoli. Nel 1708, il ducato fu annesso all'Impero che lo
dichiarò ereditario nella casa d'Austria (1710), aggregandolo
definitivamente al ducato di Milano (1745). • Arte - La città ha
aspetto severo e grandioso, datole dai numerosi monumenti, specialmente del
Rinascimento; caratteristiche le vie e le piazze fiancheggiate da bassi portici.
Gli artisti che più hanno contribuito ad arricchirla d'opere d'arte sono
stati Alberti, Mantegna e Giulio Romano. Nel centro di
M., sulla piazza
delle Erbe, dove sono anche il palazzo della Ragione (XIII sec.) e il Broletto
(anch'esso risalente al 1200), si trova il monumento più antico della
città, la rotonda di San Lorenzo (XI sec.). Nella vicina piazza Mantegna
si innalza la mole di Sant'Andrea, costruita da L. Fancelli su disegno di L.B.
Alberti. Presso il duomo, ricostruito da Giulio Romano, sorge il Palazzo Ducale,
complesso di edifici di epoca varia (dal XIII al XVIII sec.). Il palazzo, ora
sede del museo archeologico e di una galleria, conserva numerose opere d'arte:
eccellono la cosiddetta
Camera degli sposi, affrescata da Mantegna, e i
due
studioli di Isabella Gonzaga, adorni di marmi e di legni
preziosamente intagliati. Altri monumenti notevoli: la chiesa di san Sebastiano
(Alberti, iniziata 1460), la casa di Giulio Romano, la gotica chiesa di san
Francesco (XV sec.). Fuori città si trova il Palazzo del Te, già
dimora degli Estensi, grandiosa villa progettata e decorata da Giulio Romano. La
Biblioteca comunale (oggi
Roberto Ardigò), istituita per volere di
Maria Teresa d'Austria nel 1780, fu governativa fino al 1881. Si arricchì
dei libri doppi della biblioteca di Vienna e della Braidense di Milano. Possiede
importanti manoscritti, fra cui notevoli quelli di Ippolito Nievo e quelli
riguardanti il Risorgimento. La
Biblioteca dell'Accademia virgiliana
possiede una pregevole raccolta virgiliana. ║
Provincia di M.
(2.339 kmq; 369.104 ab.): si estende nella parte sud-orientale della bassa
pianura lombarda ed è divisa dal Po in due parti; la parte cispadana
è attraversata dal Mincio, mentre la Secchia bagna la sezione
transpadana. A Nord il territorio della provincia comprende le ondulazioni
dell'anfiteatro morenico che chiude a mezzogiorno il lago di Garda. Nella zona
collinare più settentrionale sono presenti coltivazioni di vite e gelso,
mentre nella pianura predominano le colture di cereali, gelsi e barbabietole. Di
rilevante importanza è l'allevamento. Le industrie più sviluppate
sono legate alla lavorazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli
(mulini, zuccherifici, salumifici, industria casearia). Altre industrie:
chimiche, delle ceramiche, della carta, dei mobili.
Mantova: il palazzo della Ragione in piazza delle Erbe
La chiesa di S. Andrea a Mantova