Stats Tweet

Municipio.

(dal latino municipium, der. di munia: doveri, cariche e cap-, tema di capio: assumo). L'amministrazione comunale nel suo complesso. ║ Il comune. ● Encicl. - Nella Roma repubblicana (dalla metà del IV sec. a.C.) il termine municipium indica i centri locali incorporati alla struttura dello Stato romano e sottoposti a oneri. I m. mantengono peraltro una propria autonomia amministrativa, presentando una molteplice varietà di ordinamenti. Alla costituzione di un m. si può giungere sia attraverso la deditio a Roma della comunità straniera, sia in seguito a foedus concluso tra le due. Abitanti di tale città sono i municipes, che con l'assoggettamento perdono la propria sovranità e si trovano nella particolare condizione giuridica di partecipare ai diritti civili, ma non a quelli politici (cives sine suffragio), diversificandosi in questo modo dai cives optimo iure, appartenenti alle comunità annesse in condizioni di parità con gli originari di Roma. I primi ad ottenere la civitas sine suffragio, considerata inizialmente un privilegio, perché assicurava una larga autonomia interna, sembra siano stati gli abitanti della città etrusca di Cere, donde la denominazione di m. caerites per tutti i m. simili. La condizione giuridica dei diversi m. è varia: la maggior parte mantiene i propri magistrati elettivi, conservando così ampia autonomia giurisdizionale e amministrativa; altri sono governati da funzionari (i praefecti) romani; vi sono infine i municipes aerarii, assoggettati per punizione (dopo una defezione, come la città di Capua). Con il passare del tempo il termine m. iniziò ad indicare una condizione giuridica astratta e il m. venne concesso anche agli abitanti delle città vicine, così che, progressivamente, la parola giunse a denominare l'intera collettività romana. I Romani fondarono dei municipia (i più antichi furono Tusculum, Arcia e Lanuvium) che vennero incorporati nello Stato romano nel 338 a.C. e che ottennero anche i diritti politici dopo la cosiddetta guerra latina. La stessa condizione fu propria di molte altre città abitate da Etruschi, Campani, Volsci, ecc., che però ottennero più tardi i diritti politici, in ogni caso prima della guerra sociale del 90 a.C., con la quale Latini e alleati conquistarono i pieni diritti. Con la concessione della cittadinanza ai soci italici, il regime municipale si estese anche alle città federate e i nuovi m. ebbero un'organizzazione uniforme: il quattuorvirato, un collegio in cui due membri esercitavano le funzioni giurisdizionali e gli altri due quelle amministrative. I m. più antichi mantennero invece le loro antiche magistrature. In seguito, con la Lex Julia municipalis Cesare uniformò la costituzione di nuovi m.; essa prevedeva come ordinamenti la curia, i decurioni e i comizi elettivi dei magistrati. Il sistema municipale, di cui si fece grande uso in età imperiale (i m. propriamente detti e le colonie vennero fusi insieme, sotto il nome unico di universitates), decadde a partire dal III sec. d.C., mentre aumentò l'ingerenza del potere centrale. Con la Costitutio Antoniniana (o Editto di Caracalla) del 212 la cittadinanza romana venne estesa a tutti gli abitanti dell'Impero; le città ebbero un proprio senato (curia) che nominava i magistrati, di regola duumviri. Vi erano inoltre le figure del curator e del defensor plebis, in un contesto storico in cui, comunque, la burocrazia imperiale tendeva sempre più a soffocare le autonomie locali. Per quanto riguarda l'epoca medioevale: V. COMUNE; per il periodo napoleonico in Italia: V. MUNICIPALITÀ. ║ Nell'uso moderno è sinonimo di comune. ║ Organo previsto dalla L. 8-6-1990, n. 142, sulle autonomie locali con il compito di gestire i servizi di base e altre funzioni delegate dal Comune. ║ In alcuni Stati, sinonimo di municipalità, come circoscrizione amministrativa. ║ La sede degli organi amministrativi del Comune, in ideale continuità con il palazzo comunale del Medioevo.