Atto ed effetto dello spostarsi di un corpo nello spazio. ║ Movimento.
║ Atto di camminare. ║ Impulso sentimentale o intellettuale. ║
Tumulto popolare, sommossa. ● Fis. - Il
m. di un corpo è
completamente individuato dalla conoscenza della sua traiettoria e della legge
oraria che lo governa; tale analisi del
m. è oggetto della
cinematica, che ne studia le caratteristiche, indipendentemente dalle
circostanze in cui esso si compie, mentre la
dinamica si occupa del
m. di un corpo in dipendenza dalle circostanze fisiche in cui avviene,
tradotte in termini di forze. In entrambi i casi, si richiede che il corpo
materiale in esame sia opportunamente schematizzato (in un punto materiale, in
un sistema di punti, in un corpo rigido, ecc.). È poi necessario fissare
un sistema di riferimento, che rappresenta l'osservatore cui è riferito
il
m., usualmente dato da una terna cartesiana ortogonale; ricordiamo,
infatti, che il concetto di
m. è, per sua stessa natura, relativo:
non esiste il
m. in assoluto, ma soltanto rispetto ad un certo
osservatore. Il
m. verrà detto, pertanto, assoluto, se riferito
alla terna cartesiana prescelta, e relativo, se riferito ad ogni altro sistema.
Le grandezze fondamentali che caratterizzano un
m. sono, in cinematica, i
vettori velocità ed accelerazione; in dinamica, i vettori delle forze
agenti sul sistema. ║
M. del punto: la descrizione completa del
m. di un punto è determinata dalla conoscenza delle tre equazioni
di
m., che forniscono le coordinate cartesiane del punto in funzione del
tempo. In base all'andamento della velocità, il
m. si distingue in
vario e uniforme; in base alla traiettoria, si distingue in rettilineo,
circolare, parabolico, centrale. ║
M. uniforme: il modulo della
velocità rimane costante nel tempo, pur potendo variare la direzione.
Quando anche la direzione è costante, il
m. si dice
rettilineo
uniforme, ed è descritto dall'equazione
s =
s0 +
vt, dove
s è l'ascissa curvilinea e
s0 rappresenta la posizione iniziale. ║
M. vario:
m. non uniforme, dotato, cioè, di accelerazione tangenziale non
nulla. In particolare, il
m. si dice
uniformemente vario se
l'accelerazione tangenziale rimane costante nel tempo, pur potendo variare
l'accelerazione normale; se l'accelerazione è costante vettorialmente;
ad accelerazione vettoriale costante, se è caratterizzato da una
traiettoria parabolica;
uniformemente accelerato, se l'accelerazione
normale è nulla e quella tangenziale è costante vettorialmente. La
sua legge oraria, in termini di ascissa curvilinea, è data dalla
relazione
s =
s0 +
v0t +
at2, dove
s0 e
v0
rappresentano, rispettivamente, la posizione e la velocità iniziali,
mentre
a rappresenta l'accelerazione. ║
M. circolare:
m. di un punto P su una circonferenza. Considerato un sistema di
riferimento avente origine O nel centro della circonferenza, si dice
anomalia l'angolo formato dal vettore OP con l'asse delle ascisse; tale
angolo individua, ad ogni istante, la posizione del punto sulla circonferenza;
la derivata della anomalia rispetto al tempo prende il nome di
velocità angolare, di solito indicata con ω. Quando la
velocità angolare è costante nel tempo, il
m. è
uniforme, e il vettore velocità, tangente alla circonferenza, ha modulo
v =
rω, dove
r è il raggio della circonferenza;
l'accelerazione, inoltre, è puramente centripeta, e vale, in modulo,
ω
r2. ║
M. armonico: dato un
m.
circolare uniforme, si chiama
m. armonico il
m., rettilineo e
periodico, della proiezione del punto P su un diametro della circonferenza.
Detta ω la velocità angolare, e fissato sul diametro un sistema di
riferimento cartesiano, si ottiene l'equazione differenziale
d2x/dt2 = -ω
2x, detta
equazione caratteristica dei moti armonici: tutte le volte che una
funzione è legata alla sua derivata seconda da tale relazione, il
m. che essa rappresenta è armonico. ║
M. centrale:
m. in cui la retta definita dal vettore accelerazione passa sempre per un
punto fisso C, detto centro. Un
m. centrale è sempre piano;
inoltre, definita come
velocità areolare la derivata, rispetto al
tempo, dell'area spazzata dal vettore CP, tale
m. è caratterizzato
da velocità areolare costante. Sono centrali tutti i
m.
determinati da forze centrali, ed, in particolare, quello circolare. ║
M. composto: il
m. di un punto P si dice composto se è il
risultante di n
m. componenti; se, cioè, il vettore posizione OP
è, ad ogni istante, il risultante di n vettori posizione di altrettanti
punti in movimento. Esempi di
m. composti sono il
m. elicoidale,
risultato della composizione tra un
m. circolare uniforme intorno ad un
asse x e di un
m. rettilineo uniforme rispetto allo stesso asse x, e il
m. centrale elastico, risultante dalla composizione di due
m.
armonici aventi lo stesso periodo, sfasati di 90°, che avvengono secondo
due assi ortogonali. La composizione di due
m. armonici è invece,
in generale, un
m. ellittico, avente, cioè, traiettoria ellittica.
║
M. vincolato:
m. di un punto soggetto a qualche vincolo,
come, ad esempio, l'appartenenza ad una guida, ad un piano, ecc. La presenza di
vincoli riduce i gradi di libertà del punto (numero delle coordinate
necessarie e sufficienti a descrivere il
m.). ║
M.
periodico:
m. di un punto, che si ripete identico ad intervalli di
tempo multipli interi di un determinato intervallo, detto periodo; sono
periodici il
m. circolare e tutti i
m. armonici. ║
M. dei
corpi rigidi:
m. di un corpo rigido, o di un sistema che sia
schematizzabile in modo tale. Lo studio di un
m. rigido si effettua
assumendo, accanto alla terna cartesiana
Oxyz che rappresenta
l'osservatore, una seconda terna cartesiana di riferimento
Ωξηζ, solidale al corpo. Le coordinate dei singoli
punti del sistema, rispetto a quest'ultima terna, rimangono fisse durante il
m., per l'ipotesi di rigidità: note le coordinate solidali del
generico punto del corpo, la sua evoluzione nel tempo è determinata,
quindi, dalla conoscenza del
m. della terna solidale rispetto a quella
assoluta. La posizione della terna solidale è a sua volta individuata
dagli angoli, detti
angoli di Eulero, che i suoi assi formano con gli
assi corrispondenti nel riferimento assoluto. Il
teorema di Mozzi
stabilisce che nel più generale
m. rigido la distribuzione
istantanea delle velocità, detta atto di
m., è la stessa
che si avrebbe in un
m. elicoidale: istante per istante, cioè, il
m. risulta composizione di una rotazione intorno ad un asse, detto
asse del Mozzi, in generale variabile nel tempo, e di una traslazione
lungo lo stesso asse. Indicando con A il generico punto dell'asse del Mozzi, con
τ e con ω, rispettivamente, la velocità di traslazione e la
velocità angolare, uguali ad ogni istante per tutti i punti del corpo, ma
variabili, in generale, nel tempo, il
teorema del Mozzi afferma
che:
υ = τ + ω
APdove υ è la velocità vettoriale
del generico punto P del corpo. Da tale relazione si ricava inoltre che i punti
dell'asse del Mozzi hanno velocità minima e uguale a τ: per questo
l'asse viene detto anche di istantanea rotazione. Applicando la relazione
trovata ad un punto ς non appartenente all'asse, detto polo o centro di
riduzione, e sottraendo la relazione che si ottiene da quella nota, si ha la
formula fondamentale della cinematica:
υ =
υ
Ω + ω

Ω
Pche consente di calcolare l'atto di
m.
a partire da un punto qualsiasi del corpo, evitando di dover individuare, ad
ogni istante, l'asse del Mozzi. ║
M. traslatorio:
m. rigido
in cui ogni retta solidale al sistema conserva direzione invariabile: il corpo
si muove restando parallelo a se stesso. Tale
m. è caratterizzato
da velocità angolare nulla; l'evoluzione del sistema, inoltre, è
individuata dal
m. di un solo suo punto, per cui il numero dei gradi di
libertà del sistema si riduce da sei, qual è in un generico
m. rigido, a tre. Il vettore che rappresenta la comune velocità
dei punti del corpo si chiama
velocità di traslazione: se la sua
direzione è indipendente dal tempo, le traiettorie sono rette parallele e
il
m. si dice
traslatorio rettilineo; si aggiunge la qualifica di
uniforme se anche la sua grandezza risulta indipendente dal tempo.
║
M. rotatorio:
m. rigido in cui una retta solidale al
sistema rimane fissa. La retta fissa ha il nome di
asse di rotazione e
coincide con l'asse del Mozzi ad ogni istante: ad essa è sempre parallelo
il vettore velocità angolare, la cui grandezza è, in generale,
variabile nel tempo. Il
m. del generico punto del sistema è
circolare, e si svolge nel piano ortogonale all'asse di rotazione, passante per
il punto stesso. ║
M. rototraslatorio:
m. rigido in cui una
retta solidale al sistema conserva direzione costante. La velocità
angolare ha sempre la direzione di questa retta; se si annulla, il
m. si
riduce ad essere traslatorio. Se la retta resta addirittura sovrapposta a un
asse fisso, il
m. si dice
con asse scorrente su se stesso o
con
asse invariabile. ║
M. elicoidale:
m. di un sistema
rigido, risultante dalla contemporanea rotazione uniforme intorno ad un asse
fisso e dallo spostamento rettilineo uniforme in direzione dell'asse; ciascun
punto del corpo descrive un'elica cilindrica. ║
M. di due superfici
rigide a contatto:
m. di due superfici rigide aventi sempre almeno un
punto in comune, ad esempio, sfera su sfera. Il caso più semplice si ha
quando le due superfici hanno esattamente un solo punto di contatto, in generale
variabile nel tempo; il
m. di una superficie rispetto all'altra è
allora dato dalla sovrapposizione di tre
m., rispettivamente di
giravolta, di rotolamento e di strisciamento. ║
M. rigido piano:
m. di un sistema rigido parallelo ad un piano. L'atto di
m.
è traslatorio, con velocità di traslazione parallela al piano, o
rotatorio, con asse di istantanea rotazione ortogonale al piano; in tal caso,
l'intersezione dell'asse con il piano viene detto centro di istantanea
rotazione. ║
M. rigido sferico:
m. di un sistema rigido in
cui un punto, detto polo, resta fisso. L'asse di istantanea rotazione passa
sempre per il polo, descrivendo due coni, detti
coni di Poinsot. Il primo
è costituito dagli assi visti da un osservatore fisso (ovvero, rispetto
alla terna assoluta) e viene detto cono fisso; il secondo è costituito
dagli assi visti da un osservatore solidale con il sistema, e viene detto cono
mobile. I due coni rotolano l'uno sull'altro senza strisciare. ║
M.
relativo: la teoria dei
m. relativi studia il
m. di un punto o
di un sistema rispetto ad un sistema di riferimento non in quiete. Assunta come
fissa o assoluta una terna cartesiana
Oxyz, la velocità e
l'accelerazione di ogni altra terna rispetto a questa vengono dette di
trascinamento; il
m. di un punto o di un sistema e le grandezze
cinematiche ad esso corrispondenti vengono detti
assoluti se riferiti
alla terna fissa,
relativi in ogni altro caso. Diremo, inoltre,
inerziale una terna in
m. con accelerazione nulla: per
m.
riferiti a terne inerziali valgono le leggi di composizione
va
=
vt +
vr e
aa =
at +
ar,
dove gli indici
a, t, r stanno per assoluto, di trascinamento e relativo.
Se la terna in movimento è dotata di accelerazione non nulla, invece,
è necessario aggiungere un altro contributo per la composizione delle
accelerazioni, l'accelerazione di Coriolis, che si ricava moltiplicando per due
il prodotto vettoriale tra la velocità angolare di trascinamento e la
velocità relativa del punto. ║
M. permanente:
m. di
un sistema continuo in cui l'atto di
m. non dipenda esplicitamente dal
tempo. In ogni punto dello spazio, l'eventuale particella del sistema che vi si
trovi a passare, vi passa sempre con la stessa velocità. ║
M.
browniano: V. BROWNIANO, MOTO. ║
M.
perpetuo: si parla di
m. perpetuo in riferimento ad una macchina
ideale che, una volta avviata con un impulso esterno, si mantenga perpetuamente
in
m. senza che sia necessario fornirle energia. Se la macchina fornisce,
ad ogni ciclo, lavoro utile senza alcun apporto di energia, si parla di
m. perpetuo di prima specie; se la macchina, invece, trasforma in lavoro
energia termica assunta da una fonte praticamente infinita (quale, ad esempio,
il mare), si parla di
m. perpetuo di seconda specie. Nel corso dei secoli
furono ideati numerosi progetti per la costruzione di tali macchine;
l'impossibilità, sperimentata praticamente, di produrre simili sistemi,
fu riconosciuta fin dal 1775 dall'Accademia di Parigi: l'esistenza di
m.
perpetuo violerebbe i primi due principi della termodinamica. ● Astron. -
M. kepleriano:
m. di un pianeta intorno al Sole, quando si tenga
conto soltanto della forza di attrazione gravitazionale da questo esercitata,
determinato dalle tre leggi di Keplero. Si tratta di un
m. centrale, con
centro nel Sole; l'accelerazione ha grandezza inversamente proporzionale al
quadrato della distanza del pianeta dal Sole. ║
M. diretto:
m. di un pianeta o di una cometa intorno al Sole, o di un satellite
intorno al suo pianeta. ║
M. orbitale:
m. di un corpo
celeste nel suo giro di rivoluzione intorno al proprio centro, la cui
traiettoria prende il nome di orbita. Quando la massa del corpo centrale
è tanto grande da poter trascurare quelle degli altri corpi, le orbite si
riducono ad ellissi aventi un fuoco nel punto centrale. ● Filos. - Dal
punto di vista filosofico, il
m. viene studiato nell'ambito dei problemi
relativi alle varie forme di divenire. Per Aristotele il
m. è non
solo il movimento spaziale, ma la realizzazione di ciò che è in
potenza, l'aspetto comune di ogni passaggio di potenza in atto. In questo
processo è essenziale l'esistenza di un primo
motore immobile, che
muove il mondo intero come fine, e che da nulla è mosso, la
divinità in cui l'universo culmina. Quando il
m. viene considerato
nel senso specifico della traslazione spaziale, l'indagine dei suoi problemi
passa dal campo della filosofia a quello fisico-matematico: tale considerazione,
inaugurata dalla concezione democritea e dalla fisica epicurea, si
affermò con Galileo e con Cartesio. ● Mus. - Passaggio di una voce,
musicale o umana, da un suono ad un altro di altezza maggiore (
m.
ascendente) o minore (
m. discendente). Andamento delle parti in una
composizione. ║
M. retto: le parti vocali o strumentali ascendono o
discendono insieme. ║
M. contrario: una parte scende mentre l'altra
sale. ║
M. obliquo: una parte sale mentre l'altra rimane ferma.
║
M. perpetuo: composizione di carattere virtuosistico che si basa
sulla ripetizione ad elevata velocità di una stessa figura ritmica.
● Med. -
M. peristaltico: V.
PERISTALTICO.