Tentativi di insurrezione organizzati dalle società segrete di matrice
liberalcostituzionale in Spagna e in alcuni stati italiani. In Spagna, la
dissidenza liberale poteva contare, in pratica, sui soli ambienti militari, dove
le sette avevano ampie ramificazioni. Quando Ferdinando VII stabilì d'inviare
truppe contro le colonie ribelli d'America, alcuni reparti disobbedirono agli
ordini a Cadice (gennaio 1820), dichiarando restaurata la costituzione del 1812.
Sull'onda dei fatti spagnoli, anche nel Regno delle Due Sicilie, il 1° luglio
1820, le guarnigioni di Nola e di Avellino insorsero, costringendo Ferdinando I
a concedere la costituzione; in Sicilia, inoltre, scoppiò un moto a sfondo
autonomista. Il ministro austriaco Metternich reagì prontamente: il "concerto
europeo" decise l'intervento repressivo in Italia, affidandolo all'impero
asburgico, e in Spagna, dove le ostilità si conclusero solo nell'ottobre 1823
grazie al diretto impegno della Francia. Anche in Piemonte un gruppo di giovani
nobili, vicini al principe di Carignano, Carlo Alberto, aveva tentato la via
della sollevazione militare per ottenere una costituzione (marzo 1821); ma il
colpo di mano, inizialmente favorito dallo stesso erede al trono, era
rapidamente abortito, stroncato nel sangue dal re Carlo Felice, costringendo i
liberali all'esilio.