Offesa, umiliazione. ● Rel. - Nella dottrina cristiana, disciplina di
sofferenza e privazioni che il credente si impone nell'ambito di una pratica
ascetica, allo scopo di superare le tentazioni al male, che gli derivano dal
peccato originale. La
m. cristiana è quindi uno strumento di
perfezionamento, sia morale che spirituale, un desiderio di imitare di Cristo.
Il termine, di origine paolina (
Lettera ai Colossesi 3, 5), viene usato
per indicare differenti gradi della pratica ascetica: la totale accettazione
della legge morale, che implica il superamento della tendenza al peccato; il
conferimento di un significato unicamente spirituale all'amore per cose e
persone, amate solo per volontà divina; infine, la rinuncia a qualsiasi
piacere e l'accettazione di tutto ciò che è contrario ai propri
gusti. Si può parlare di
m. della carne, dell'intelligenza, della
volontà, ecc. L'esortazione alla
m. è costante nelle
Scritture, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento: "Se uno vuol venire dietro
a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Vangelo,
Matteo, 22, 37).