Scrittore e teorico francese. La sua incerta biografia non ci fornisce né
il nome di battesimo, né le date di nascita e di morte: si sa di lui solo
che visse a Vitry-le-François e, di formazione illuministica, fu forse
vicino all'ambiente degli enciclopedisti. È noto soprattutto per aver
delineato un modello di comunismo utopistico, nell'opera
Codice della
natura (1755), attribuita per lungo tempo a Diderot e che ebbe grande
influenza su Rousseau. In essa esponeva il suo ideale di società
"naturale", in cui l'abolizione della proprietà privata avrebbe eliminato
anche l'avidità, l'egoismo e ogni vizio. Questa società si sarebbe
basata sul contributo personale di ciascuno ai bisogni di tutti, sul possesso
dei soli oggetti di uso immediato, sul mantenimento dei cittadini da parte dello
Stato. Benché datato dalla matrice utopistica del suo tempo,
M. fu
un precursore del Comunismo, accentuando nel suo modello la dimensione sociale
rispetto a quella morale del problema politico, e ispirò in particolare
le teorie di Babeuf. Tra i suoi scritti ricordiamo:
Saggio sullo spirito
umano (1743),
Saggio sul cuore umano (1753),
La fisica della
bellezza (1749), Il principe (1751) (Francia XVIII sec.).