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Moralità.

Qualità e condizione di persona, cosa, atto o sentimento conforme a principi morali stabiliti. ║ L'attuazione pratica dell'insieme di leggi morali. ║ Con accezione più limitata, il termine viene correntemente riferito ai costumi sociali che regolano il comportamento sessuale. • Dir. - Delitti contro la m. pubblica e il buon costume: categoria di delitti prevista dal Codice Penale nel titolo IX (artt. 519-544) e suddivisa in tre capi. Nel 1° capo sono trattati i delitti contro la libertà sessuale; nel 2° capo sono trattate le offese al comune senso del pudore e all'onore sessuale (atti osceni in luogo pubblico, pubblicazioni e spettacoli osceni); nel 3° capo sono invece stabilite le norme di procedibilità, che prevedono la presentazione di una querela della parte lesa che, una volta proposta, diventa irrevocabile. Con l'approvazione della nuova legge del febbraio 1996, i delitti di violenza carnale, atti di libidine violenta e reati annessi non sono più disciplinati come reati contro la m. pubblica, ma contro la persona, mentre è stata soppressa la categoria del "ratto a scopo di libidine" assimilato nelle sanzioni al sequestro di persona. • Filos. - Termine generalmente utilizzato ad indicare sia le norme morali acquisite da una comunità come valide, sia le azioni pratiche ad esse conseguenti. In quanto insieme di atteggiamenti collettivi che si ripropongono come costanti in un certo lasso di tempo, il concetto di m. comprende anche quello di "costume". ║ Nel lessico filosofico italiano, è stata introdotta, sul modello della terminologia hegeliana, una distinzione tra m. ed eticità. La prima indicherebbe l'obbligazione interiore e personale del singolo (corrispondente alla Moralität di Hegel), mentre la seconda ne sarebbe la concreta applicazione nella convivenza sociale (Sittlichkeit). • Lett. - Genere drammatico medioevale e poi rinascimentale, di natura allegorica, basato sulla personificazione di vizi e virtù, che si differenziava dai coevi misteri e sacre rappresentazioni per le finalità di edificazione morale piuttosto che dogmatico-religiosa. Diffusa in Francia a partire dal XIV sec., la m. assunse anche le forme di commedia satirica a sfondo politico-religioso. Pur essendoci pervenuti esempi di m. in latino, il genere ebbe limitata fortuna nel resto d'Europa: in Italia, le furono affini le commedie gnomico-satiriche composte a Firenze durante il Cinquecento che però confluirono nel teatro gesuitico. Solo in Inghilterra il genere ebbe un'evoluzione originale (morality play): qui la rappresentazione caratteristica, che inscenava il conflitto dell'anima per ottenere la salvezza, si coloriva di toni spiccatamente anticlericali e, più tardi, direttamente antipapisti. Il genere si modificò come "interludio morale" prima (accentuando i suoi contenuti laici e satirici) e "interludio umanistico" poi (puro intrattenimento teatrale o momento di polemica ideologica e politica), arrivando fino alle soglie del teatro elisabettiano.