Gioco da tavolo. Vi possono partecipare due o più giocatori che
dispongono di appositi biglietti di banca di vario taglio, di un tavoliere
stampato, di appositi segnalini, di due dadi numerati. Uno dei giocatori funge
da banchiere e, come tale, distribuisce agli altri un certo numero di biglietti
di banca e un segnalino per ciascuno. Inoltre dalla banca, che figura essere la
proprietaria degli enti pubblici e dei terreni rappresentati sul tavoliere, ogni
giocatore riceve un certo numero di "contratti" per iniziare il gioco. Tutti i
giocatori avanzano a turno sulle caselle del tavoliere, a seconda del numero
ottenuto lanciando i dadi. Quando un giocatore termina il suo spostamento su un
terreno non in suo possesso, deve pagare un pedaggio al possessore di tale
contratto (e poi può fare un'offerta in denaro o una proposta di baratto,
per entrarne in possesso a sua volta); se invece il terreno è ancora
della banca, può acquistarlo. Soltanto dopo aver completato l'acquisto di
un intero quartiere (definito da uno stesso colore), il giocatore può
iniziare ad acquistare case e alberghi da collocare sui suoi terreni, aumentando
così il valore del terreno e quindi il costo del pedaggio che gli altri
giocatori dovranno pagargli quando vi sosteranno. Scopo del gioco è
impossessarsi di tutto il denaro in circolazione, dei fabbricati e dei terreni.
Se uno dei giocatori si trova in difficoltà economiche può
chiedere un prestito alla banca che, in cambio, accende un'ipoteca sugli stabili
eventualmente posseduti; se un giocatore perde tutto, viene eliminato. Vince
colui che riesce a far fallire tutti gli altri, banca compresa. Inventato negli
Stati Uniti da Charles Darrow nel 1935, lanciato commercialmente con il nome di
Monopoly, si diffuse rapidamente in tutto il mondo ed è tuttora il gioco
in scatola più venduto. Dal 1990 è tradotto e commercializzato
anche nei Paesi dell'Est.