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Montedison.

Società sorta nel 1966 dalla fusione della società elettrica Edison (V.), nata nel 1884, con il complesso chimico Montecatini (V.), costituitosi nel 1888. Attiva nel settore agroindustriale, chimico, energetico e farmaceutico, nel 1968 la M. cedette una parte delle proprie azioni all'ENI e all'IRI, al fine di consentire una partecipazione del settore pubblico alla gestione della società. La crisi petrolifera del 1973 portò a un graduale ridimensionamento per tutti gli anni Settanta delle attività non chimiche. Nel 1981 la M. si costituì come holding attuando un processo di privatizzazione e trasferendo specifiche attività ad aziende controllate; contemporaneamente un gruppo privato, di cui facevano parte Smi, FIAT, Pirelli, ecc., rilevò le partecipazioni dell'ENI e dell'IRI. Tra il 1982 e il 1984, nonostante una situazione finanziaria estremamente compromessa, raggiunse un virtuale pareggio e quasi dimezzò l'indebitamento. Nel corso del 1985 i progressi si consolidarono ulteriormente, al prezzo però di consistenti licenziamenti e ristrutturazione degli organici. Si procedette ad alcune fusioni da cui nacquero la Himont, azienda leader nella produzione di propilene, e la Erbamont, per il comparto farmaceutico, mentre la M. si allargava anche al settore terziario attraverso la società Iniziativa M., che ebbe il controllo della Standa (poi ceduta alla Fininvest) e del quotidiano "Il Messaggero", ceduto poi nel 1988 in cambio di "Italia Oggi". Nel 1987, il gruppo Ferruzzi acquisì il pacchetto azionario di maggioranza della M., mediante uno scambio finanziario con l'ingegner De Benedetti. Nel 1889 Gardini, alla guida del gruppo Ferruzzi, si accordò con l'ENI per la costituzione del cosiddetto polo chimico italiano Enimont (V.), compartecipazione fra pubblico e privato. Nel 1990, dopo un solo anno, si ruppe l'accordo fra M. ed ENI che acquistò per 2.800 miliardi l'altra metà dell'Enimont e tutti gli impianti chimici. Il 1993 fu l'anno di un gravissimo dissesto finanziario per la società M., ormai assorbita nel gruppo Ferruzzi: il coinvolgimento del gruppo industriale in brogli finanziari, il conseguente indebitamento per decine di miliardi con fortissime perdite in Borsa dei titoli M. e le indagini di Tangentopoli (V.) che colpirono la società e lo stesso Gardini provocarono il crack finanziario. Il controllo di M. e di tutta la Ferruzzi Finanziaria passò alle banche creditrici, coordinate da Mediobanca che ne programmò il riordino. In seguito la holding M. divenne il primo produttore privato italiano di energia elettrica mediante la rinata società Edison e tornò ad essere presente nel settore chimico e farmaceutico rispettivamente con l'Ausimont e l'Antibiocos. Attraverso l'Eridania, inoltre, divenne uno dei principali gruppi agro-industriali d'Europa. Nel 2002 la società incorporò Edison, Sondel, e Fiat Energia, prendendo il nome di Edison.