Palazzo romano che, come la piazza ad esso antistante, deve il nome alla
località su cui sorge. Il sito, in epoca romana, era occupato
dall'anfiteatro di Tito Statilio Tauro dove, secondo la tradizione, si recavano
a votare le centurie romane. I lavori per la sua costruzione, come residenza per
la famiglia Ludovisi, furono iniziati nel 1650 da Gian Lorenzo Bernini; sospesi
per un lungo periodo, nel 1694 furono affidati da Innocenzo XI a Carlo Fontana
perché li portasse a termine. Innocenzo XII, in seguito, destinò
l'edificio a palazzo dei Tribunali, da cui il nome che
M. ebbe per un
certo periodo di
Curia Innocenziana. A partire dal 1870 è la sede
della Camera dei deputati; fra il 1903 e il 1905 furono eseguiti lavori di
ampliamento dell'edificio sotto la direzione di E. Basile, in particolare per la
costruzione sul lato Nord di una nuova aula. A Basile si deve anche la facciata
posteriore, che guarda l'attuale piazza del Parlamento. Il fronte principale,
opera di Bernini, presenta il tipico andamento ad ali sfuggenti, con orologio
centrale e basamento a finta roccia; vi sono collocati anche gruppi scultorei
allegorici eseguiti nel 1911 da Domenico Trentacoste. All'interno ambienti
riccamente arredati, tra cui spicca il celebre "corridoio dei passi perduti" e
l'aula ad uso parlamentare del Basile, decorata con un fregio allegorico di
Sartorio. ║ Nell'uso comune, il termine indica, per metonimia, la Camera
stessa o l'insieme dei parlamentari.