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Montanismo.

(o eresìa dei Frigi). Movimento ereticale di carattere apocalittico, sorto in Frigia nel II sec., dalla predicazione di Montano. Originatosi negli anni 172-173, si diffuse in tutta l'Asia Minore, in Siria, Tracia e nei principali centri dell'Occidente, compresa l'Africa romana e la stessa Roma. Direttamente collegato al profetismo di età apostolica e più esattamente al filone millenarista (V. MILLENARISMO), Montano, insieme alle sue discepole Prisca e Massimilla, cominciò a predicare la necessità di una rigida ascesi da parte dei credenti per prepararsi all'imminente ritorno (parusia) di Cristo. La venuta di Cristo giudice si sarebbe realizzata infatti entro breve tempo con la discesa sulla terra, nella pianura di Pepuza, della nuova Gerusalemme celeste. I seguaci del m. ritenevano che lo Spirito guidasse, con l'effusione di doni diretti, i veri fedeli (detti appunto pneumatici, dal greco pnéuma: soffio). In virtù di tale vocazione profetica, che per i montanisti era di ascendenza divina, essi si ponevano al di fuori della gerarchia ecclesiastica, che proprio in quel secolo andava costituendosi per superare e meglio gestire lo spontaneismo proprio delle comunità dei primi secoli. Il movimento montanista si oppose dunque alla disciplina e al controllo dei carismi che la Chiesa andava operando, ritenendo che il carisma profetico fosse superiore a quello pastorale e del magistero. Il m. si configurò però anche come reazione alla speculazione gnostica e alle eresie docetiste: questo aspetto di dialettica dottrinale spiega la vicinanza alle proposizioni montaniste di grandi figure, come Tertulliano o di vescovi come Ireneo di Lione. Dalla Storia ecclesiastica di Eusebio ricaviamo, inoltre, che materia di disputa fra l'ortodossia e il m. furono anche gli episodi, cui erano soggetti molti eretici montaniani, di carattere estatico e mistico, da loro vissuti come autenticamente profetici ma considerati, dalla Chiesa, di natura isterica e autoindotta. Il m., perseguitato anche da leggi imperiali, fu condannato da un punto di vista teologico in molti sinodi e ufficialmente dal concilio di Costantinopoli del 381; declinò progressivamente fino a scomparire nel IV sec.