Monte in senso generico. ║ Per estens. - Complesso dei monti di una
regione. ║ Zona, regione montuosa. ║ Fig. - Grande quantità.
• Giochi -
M. russe: attrazione da Luna Park. È costituita
da una struttura metallica con tracciato caratterizzato da forti salite e
discese, sul quale corrono dei vagoncini, a due o più posti. • Med.
-
Mal di m.: V. ALTITUDINE. • Geogr.
fis. - Rilievo della superficie terrestre. Non esistono parametri altimetrici
minimi in presenza dei quali sia possibile definire
m. un'altura, dal
momento che tale definizione dipende dalla posizione ambientale dell'elevazione:
in linea di massima, però, è necessaria un'altezza di almeno 600 m
e un'orogenesi che risalga almeno al terziario (mentre le colline hanno origine
più recente). Generalmente, alture che raggiungono quote comprese tra i
600 e i 1.500-2.000 m sono considerate media
m., oltre i 2.000 m alta
m.; tale distinzione, tuttavia, deve essere stabilita non solo in base
all'altezza, ma anche ai caratteri morfologici più o meno aspri (pareti,
crepacci, ecc.), alla presenza di nevi perenni o ghiacciai. Strutturalmente la
m. presenta: una
base o
piede; una prima sezione (che si
eleva rispetto al territorio circostante) detta
falda; i
fianchi o
versanti, ossia i lati del pendio (o declivio), che culminano nel
dorso (o
groppa); la
cima o
vetta. Relativamente
alla forma di quest'ultima parte, dovuta in parte agli agenti orogenetici e in
parte a quelli erosivi, la
m. può essere variamente definita:
picco, dente, pizzo o corno, quando la vetta sia a punta; poggio, cupola, o
murgia quando sia tondeggiante; cono, in presenza della caratteristica punta
conica degli antichi monti di origine vulcanica. Quando i rilievi di una regione
sono organizzati in catene, è possibile individuare la
dorsale
nella linea che disegna il profilo della catena stessa; i
passi nelle
depressioni che consentono il superamento del fronte montuoso; le
valli
nelle zone depresse tra due catene montuose, più o meno ampie.
L'orografia (V.) è la scienza che ha come
oggetto la descrizione e lo studio delle
m.; essa ha acquisito una
fisionomia moderna, per rigore e per metodo, solo dal secolo scorso, quando la
conoscenza dei fenomeni geologici si fece più accessibile. La disciplina
orografica è supportata da altre scienze, anch'esse sviluppatesi solo di
recente: la litologia, la stratigrafia, la tettonica, la geologia storica e
dinamica. ║
Orogenesi: la formazione delle catene montuose
può essere determinata da eventi di origine endogena (secondari
cioè a forze che agiscono dall'interno della crosta terrestre), che si
sono verificati in generale nel corso delle ere geologiche del Terziario. Tali
forze, dette appunto orogenetiche e a tutt'oggi attive sia pure a ritmi assai
lenti, esercitando la loro pressione, hanno provocato fratture, slittamenti,
corrugamenti, deformazioni, sollevamenti della superficie terrestre
configurandone i tratti morfologici. Un caso tipico di orogenesi è legato
a fenomeni di scorrimento, quando cioè due zone della crosta terrestre si
spostano lungo un piano di faglia (V.) in senso
verticale, una verso il basso e l'altra verso l'alto. In tal caso la catena
tende ad assumere un orientamento regolare e rettilineo; ne sono esempi la
Sierra Nevada californiana, i Monti Ghati Occidentali che costeggiano il Deccan
indiano, i Vosgi, la Selva Nera. Più spesso la formazione di una catena
è da ascriversi a processi tettonici di corrugamento, più o meno
complessi. La catena del Giura o i monti Appalachi, per esempio, presentano una
semplice successione di creste anticlinali e depressioni sinclinali; per quanto
riguarda invece le Alpi e l'Himalaya, il corrugamento è più
complesso, con pieghe che si accavallano l'una sull'altra e falde di
ricoprimento e sovrascorrimento. Altre
m. sono di origine eruttiva, e
possono presentarsi imponenti e isolate (come il Fujiyama giapponese) o formare
una catena continua con i numerosi crateri (come a Giava o nel Guatemala).
È anche possibile che i rilievi di una regione siano costituiti da un
enorme ammasso di prodotti eruttivi per uno spessore di migliaia di metri (come
nel Messico centrale). ║
Erosione: la morfologia di una
m.
è data anche dall'azione erosiva degli agenti atmosferici cui essa
è esposta, che modifica ed altera nel tempo l'aspetto della sua
superficie. I venti, le escursioni termiche, le acque correnti, le
precipitazioni, il ghiaccio, esercitano un'azione meccanica continua che
modifica l'aspetto dei rilievi. L'erosione agisce in modo proporzionato
all'altitudine, alla superficie esposta (e perciò alla natura e giacitura
delle rocce), alla collocazione geografica e al clima. ║
Clima: i
principali fattori che determinano il clima delle zone montuose sono la
diminuzione della pressione atmosferica e della tensione del vapore acqueo in
relazione all'aumentare della quota; l'abbassamento della temperatura con
l'aumentare dell'altitudine (100 m di dislivello corrispondono ad una
diminuzione media di 0,6°C rispetto alla temperatura a livello del
mare); l'ampliarsi dell'escursione termica a causa dell'intensa insolazione del
suolo durante il giorno, cui segue un rapido raffreddamento per la dispersione
di raggi infrarossi durante la notte. Particolare incidenza ha poi la
circolazione atmosferica: una massa d'aria, ad esempio, che si incanala tra le
valli può determinare un aumento della temperatura perché essa,
per un fenomeno adiabatico, tende a riscaldarsi; un altro esempio è
costituito da un fenomeno che si verifica in estate, quando l'aria che si
è scaldata durante la mattina viene richiamata verso altezze superiori e,
risalendo le vallate con una certa velocità, provoca un mitigamento della
calura estiva lungo i versanti dei monti. Tuttavia l'effetto principale sul
clima montano collegato alla circolazione dell'aria è l'aumento di
umidità relativa: il raffreddamento subito dai flussi di aria nel
risalire il versante di un monte fa sì che la sua umidità si
condensi e si trasformi in pioggia o neve. Il livello delle precipitazioni delle
regioni montane è infatti sempre più elevato di quello delle zone
di pianura circostanti. Le
m. sono dunque anche depositi di acqua sotto
forma di ghiacci e neve, che permettono la continua alimentazione dei corsi
d'acqua. ║
Vegetazione: la piovosità che interessa le
m. favorisce la crescita di una rigogliosa vegetazione, che si sviluppa,
in molteplici forme e generi, in relazione all'altitudine e alla latitudine. A
diverse quote corrispondono differenti fasce di vegetazione, in relazione al
tasso di umidità e alla temperatura. Le
m. poste a latitudini
medie presentano essenzialmente due zone di vegetazione: la più bassa
è detta
montana, la più alta, quella delle vette,
alpina. La prima è caratterizzata da una formazione arborea, che
copre le pendici inferiori dei monti; è costituita da boschi di castagni,
querce, faggi, che, con l'aumentare dell'altitudine, lasciano il posto alle
conifere. Al limite superiore di questa zona le foreste si diradano; i rari
abeti e pini si trovano isolati tra arbusti e cespugli di ginepri, mirtilli,
rododendri, che progressivamente si trasformano nella vegetazione erbacea della
fascia alpina. Tali generiche indicazione, come già detto, sono
applicabili solo alle regioni a latitudine temperata: in quelle tropicali o,
all'opposto, glaciali la flora montana cambia totalmente. Alle latitudini
tropicali la vegetazione, fino ai 1.000 m, è costituita da foresta
vergine, con epifite e liane; oltre i 1.000 m si trovano querce e conifere
tropicali. Alle latitudini artiche o antartiche la vegetazione è assente
o è rappresentata da alghe epilitiche e da alcune specie di muschi e di
licheni. ║
Fauna: la fauna della
m. risente dei cambiamenti
ambientali che si determinano in relazione alle variazioni di quota, anche se
spesso accade che tali variazioni non impediscano la diffusione di una specie ma
favoriscano piuttosto mutamenti di adattamento al clima. Sul versante di una
m. di altezza considerevole si sovrappongono zone corrispondenti a climi
di regioni situate più a Nord della
m. stessa. A mano a mano che
si sale il freddo, il vento, il diradarsi di vegetali utili all'alimentazione,
la carenza di ossigeno nell'aria, a causa della variazione altimetrica unita
alla diminuzione di pressione, l'intensità delle radiazioni solari
rendono l'ambiente alpino meno favorevole alla sopravvivenza degli animali.
Tuttavia essi sviluppano, in alcuni casi, sistemi di adattamento che consentono
loro di vivere anche a tali altezze. Un esempio di tali processi è, in
risposta alle basse temperature, il formarsi di spesse pellicce, che funzionano
come ottimi isolanti termici per gli animali a sangue caldo; in alcuni casi, in
risposta alla scarsità di ossigeno nell'aria, si determina un incremento
della capacità da parte del sangue di trasportare ossigeno (lama andino);
molti mammiferi, inoltre, come la marmotta, ricorrono al letargo, in quanto
forma di risparmio energetico, per superare i rigidi mesi invernali. Altre
specie, come stambecchi e camosci, praticano delle migrazioni stagionali
(transumanze) verso valle, durante la stagione fredda. • Rel. -
Discorso della m.: collezione di insegnamenti pronunciati da Gesù
e riportati nel racconto dei Vangeli sinottici:
Marco (5-7); Luca (6,
20-49). Viene così definito perché presentato dagli evangelisti
come un discorso ininterrotto che Cristo tenne su un'altura nei pressi di
Cafarnao; in realtà, esso sembra risultare, nella sua forma attuale,
dalla sistemazione operata dai Vangeli che hanno unito in sequenza una serie di
affermazioni di Gesù. La diversa estensione delle due redazioni,
più estesa in Marco e più concisa in Luca, evidenzia le differenti
scelte narrative dei due evangelisti. Il primo perseguì l'esposizione
secondo un ordine ideale ed esauriente dei capisaldi della predicazione e
dell'annuncio di Cristo, il secondo si limitò all'esposizione di un
episodio più circoscritto e preferì dislocare il racconto degli
altri insegnamenti. Il
Discorso della m. ha sempre mantenuto, nella
riflessione della Chiesa, un posto centrale, in virtù della tensione
etica, escatologica e salvifica che vi è espressa. Si apre con la serie
delle
Beatitudini (V. BEATITUDINE) e
prosegue con l'annuncio del superamento, nella persona di Cristo, della legge
mosaica, con la spiegazione dei nuovi comandamenti dell'amore, che devono
coronare la legge dei profeti, le riflessioni sulla preghiera, sulla pratica
dell'elemosina e del digiuno, sulla ricchezza, sulla presunzione di poter
giudicare il prossimo e con un appello a mettere in pratica tutti gli
insegnamenti del Maestro.
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