Filosofo greco. Discepolo prima di Diogene di Sinope e in seguito di Cratete, fu
uno dei primi filosofi cinici. Menandro, nel frammento catalogato 215 K., lo
cita come autore di brevi poesie, caratterizzate da forma scherzosa e contenuto
serio. Poco si conosce del suo pensiero perché le sue opere sono andate
perdute: egli opponeva il regno della natura, concepito come fonte di
verità in cui vive il saggio, al regno dell'illusione cui tende ogni
uomo. Il dossografo greco Stobeo Giovanni (300 a.C. circa) riporta di
M.
il famoso detto: "è meglio essere privi della vista anziché
dell'educazione" (n. Siracusa IV sec. a.C.).