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Monilìasi.

(o candidosi). Med. - Termine desueto con il quale nel passato si indicavano le infezioni acute, subacute e croniche causate da specie fungine del genere Candida, in particolare Candida albicans e Candida tropicalis. Nell'uomo sono infezioni endogene che si verificano in particolari condizioni di squilibrio della flora batterica: nel caso di deficit immunitari (gravidanza, diabete, neoplasie) o durante alcuni trattamenti farmacologici (antibiotici, corticosteroidi, estroprogestinici). La m. si manifesta in prevalenza sulle mucose (vagina, bocca); può interessare anche alcune regioni della pelle (ascelle, inguine). Nel caso di interessamento della bocca si parla di mughetto: la lingua e le tonsille sono ricoperte da un deposito biancastro che spesso forma grosse placche in rilievo. L'interessamento genitale provoca balaniti nell'uomo e vulvovaginiti nella donna. A seconda delle zone colpite, la terapia prevede l'utilizzo di derivati antimicotici per via locale o generale. La m. può anche estendersi ai polmoni ed essere causa di broncopolmoniti. • Anat. comp. - Negli animali, le zone più colpite sono l'apparato intestinale, la pelle e gli organi interni.