Relativo alla Mongolia o ai Mongoli. • Ling. -
Lingua m.: gruppo
linguistico appartenente alla famiglia delle lingue uralo-altaiche; insieme ai
rami turco-tartaro, tanguso-manciù e giapponese costituisce il ceppo
altaico. Comprende un
gruppo occidentale, costituito da un sottogruppo
europeo (derbet, torghot, calmucco) e da uno asiatico (dialetti del distretto di
Kobdo, dialetto mogolo) e un
gruppo orientale (buriato, dahur, chalcha).
L'alfabeto
m., derivante da quello uigurico, va dall'alto in basso e da
sinistra a destra. • Lett. - Le prime testimonianze scritte in lingua
m. risalgono al tempo di Gengis Khān (XIII sec.) e narrano le gesta
del conquistatore
m. e dei suoi predecessori; sono raccolte nel volume
Storia segreta dei Mongoli, diviso in 12 libri che comprendono 270
capitoli. Nel XIV sec., con la penetrazione del Buddhismo nella cultura
m., iniziarono a essere tradotte dal tibetano molte opere che si
richiamavano alle dottrine diffuse da Buddha. Alle produzioni epiche si vennero
progressivamente sostituendo opere storiografiche come il
Compendio storico
d'oro, di autore anonimo, o la
Storia della nazione mongola, scritta
nel 1622 dal principe Sanang-secen. A partire dalla seconda metà del XVII
sec., iniziò ad assumere forma definitiva il
m. classico,
sostanzialmente simile a quello che viene tuttora parlato e scritto. Si
sviluppò inoltre una scuola narrativa, in particolare presso le stirpi
dei Chalcha nella Mongolia Esterna e degli Ordos nella Mongolia Interna. Nel
XVIII sec. fiorirono lavori a carattere storico quali biografie di eroi popolari
m., racconti e novelle tratte dalla tradizione nazionale e traduzioni di
opere cinesi. Nel XX sec. la letteratura
m. ha operato uno sforzo di
rinnovamento e di adeguamento alle rinnovate realtà sociali pur senza
tralasciare la tradizione popolare tuttora vivamente sentita dal popolo.