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Molteplicità.

L'essere molteplice. Si contrappone a unità, unicità. • Filos. - Nel linguaggio filosofico il termine indica l'alterità delle cose e in generale della stessa realtà, la pluralità e la diversità. Il problema della giustificazione logica della m. fu ritenuto fondamentale a partire dagli inizi della speculazione filosofica greca. Parmenide negò la realtà del molteplice, affermando che ogni cosa è un'unità e che tra unità e unità non può che esserci non-essere, sostenuto in seguito da Zenone, che cercò di dimostrare gli assurdi derivanti dal presupposto della realtà molteplice. Mentre Empedocle, come Democrito, sostenne il carattere originario della m., nel sistema platonico la realtà è proporzione e unità, ma anche numero e m.: la materia stessa non è altro che m. alla quale viene conferita l'unità mediante l'impressione di una forma. Le stesse idee sono, allo stesso tempo, unità e m. poiché se da un lato l'unità si contrappone alla m., dall'altro essa rappresenta anche un suo elemento, sia come unità, base di ogni molteplice, sia come unità risultante dal complesso. La filosofia moderna tende nel suo complesso, pur con posizioni assai differenti, a considerare la m. come elemento originario e a risolvere l'unità nel pluralismo. • Mat. - M. delle radici di un'equazione algebrica: numero delle radici coincidenti dell'equazione algebrica considerata. ║ M. di intersecazione tra due o più varietà algebriche: numero intero positivo che si associa a ogni punto P in comune a due o più varietà algebriche e che intuitivamente indica quanti punti comuni a queste varietà sono da intendersi coincidenti nel punto P considerato. ║ M. di un punto P di una varietà algebrica di dimensione k, immersa in uno spazio proiettivo di dimensione n: la m. di intersezione in quel punto della varietà con uno spazio subordinato generico di dimensione n-k.