Mus. - Passaggio della voce o di un suono da una tonalità ad un'altra;
può avvenire attraverso una serie di accordi graduali o immediatamente,
senza passi intermedi. • Arch. - Nella teorica architettonica (Vitruvio,
L.B. Alberti, Vignola, Palladio), proporzionamento delle misure di un edificio
sulla base di una misura fissa detta modulo (V.).
• Radiotecn. e Telecom. - Processo che consiste nel far variare una delle
grandezze caratteristiche (ampiezza, frequenza o fase) di un segnale periodico,
con legge temporale che dipende dai valori istantanei assunti da un altro
segnale. La prima di queste grandezze, utilizzata quale vettore per la
trasmissione del segnale, viene detta
onda portante, la seconda viene
detta
onda modulatrice; la grandezza che si ottiene dal processo di
m. viene detta
onda modulata. Se la portante viene trasmessa con
continuità, la
m. è detta continua, come nelle trasmissioni
telefoniche e nella telediffusione; in caso contrario, la
m. viene detta
discontinua o a impulsi (ad esempio, i sistemi di tipo telegrafico). Il
procedimento inverso alla
m., che permette di ricavare dalla portante il
segnale traslato, viene detto
demodulazione. Il sistema di
radiodiffusione è una delle principali applicazioni tecniche della
m. Il segnale acustico, dopo essere stato tradotto in onda
elettromagnetica e opportunamente amplificato, viene considerato come onda
modulatrice di un'onda sinusoidale portante ad alta frequenza; l'onda modulata
che ne risulta comprende quindi un campo di frequenze elevate, con valori tali
da poter essere convenientemente trasmessi. Nell'apparecchio ricevente si
effettua quindi il processo di demodulazione: poiché ad ogni stazione
trasmittente spetta una particolare frequenza dell'onda portante, mediante
filtri nell'apparecchio ricevente il segnale viene separato dalle oscillazioni
contemporaneamente trasmesse da altre stazioni. In base alla grandezza
caratteristica variata nell'onda portante, i sistemi di
m. si distinguono
in tre tipi:
m. di ampiezza, di frequenza, di fase. La
m. di
ampiezza, in cui la portante viene modulata in ampiezza, viene utilizzata
essenzialmente nella trasmissione di immagini televisive, e parzialmente per
scopi di radiodiffusione; la
m. di frequenza, in cui la portante viene
modulata in frequenza, si è aggiunta alla
m. di ampiezza nel campo
della radiodiffusione, poiché genera uno spettro di frequenze più
vasto di quest'ultima e consente di ottenere una qualità di riproduzione
decisamente superiore; la
m. di fase, infine, in cui la portante viene
modulata in fase, presenta caratteristiche essenzialmente simili a quelle della
m. di frequenza.