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Modo.

Aspetto, forma in cui ci si presenta, apparenza esteriore; maniera. ║ Comportamento, atteggiamento che si ha nei confronti degli altri. ║ Usanza, abitudine. ║ Metodo, mezzo per raggiungere uno scopo, sistema, espediente. ║ Possibilità, occasione, opportunità. ║ Misura, regola, limite. • Dir. - Onere al quale il destinatario di una donazione o di una liberalità altrui deve sottostare per volontà della persona dalla quale riceve il beneficio. • Filos. - Determinazione non essenziale che può caratterizzare una data sostanza nella sua natura o nel suo divenire. In questo senso il termine fu usato soprattutto nella Scolastica e acquistò poi il massimo interesse nella scuola cartesiana e in Spinoza, il quale chiama m., o modificazioni, tutte le particolari forme in cui si presenta l'unica infinita sostanza in entrambi i suoi due (ma non esclusivi) attributi dell'estensione e del pensiero. ║ M. del sillogismo: nella logica aristotelica, e poi nella tradizione latina e medioevale, i quattro tipi sillogistici che, all'interno di una determinata figura, si potevano ottenere a seconda che ciascuna delle premesse fosse affermativa o negativa, universale o particolare (essere possibile, non essere possibile, essere necessaria, non essere necessaria). • Fis. - Ciascuno dei possibili stati di un sistema dinamico (soprattutto in riferimento a sistemi oscillanti) e la soluzione delle equazioni particolari che lo descrivono. • Gramm. - Categoria del verbo che indica come il soggetto sente l'azione: certa e reale (indicativo), probabile ed eventuale (congiuntivo), realizzabile a certe condizioni (condizionale), espressa in forma di comando (imperativo). ║ Avverbi di m.: avverbi che indicano come viene compiuta l'azione (ad esempio, facilmente). ║ Complemento di m.: complemento che indica il m. in cui viene compiuta l'azione espressa dal verbo (ad esempio, con difficoltà). • Mineral. - Percentuale, rispetto al volume, in cui ciascuno dei minerali che la costituiscono è presente in una roccia. • Mus. - Sequenza di toni e semitoni disposti secondo un ordine prestabilito e formanti una serie di suoni successivi, che rimane identica per ogni ottava. Poiché toni e semitoni possono essere disposti nella scala in diverse maniere, essi danno origine a molti m., ciascuno con delle caratteristiche e un colore particolare: la musica greco-romana ne comprendeva sette, il canto liturgico della Chiesa cattolica ne conosce otto, la musica tonale ne adotta due, il maggiore (terza maggiore) e il minore (terza minore). ║ Termine con cui, nella teoria medievale della misura della durata delle note, si indicavano i valori della maxima e della longa e i segni di misura ad essi corrispondenti.