Rel. - Movimento religioso e culturale europeo sviluppatosi agli inizi del
Novecento. Esso si proponeva di rinnovare dall'interno la Chiesa cattolica,
rendendola aperta ai metodi di ricerca e alle conquiste del Positivismo e
mettendola in condizioni di rispondere alle esigenze degli intellettuali
dell'epoca. Il tentativo di rinnovamento si estese a diversi ambiti,
dall'esegesi biblica alla storia della Chiesa, all'apologetica, agli studi
teologici; soprattutto in quest'ultimo campo si cercò di applicare il
metodo "positivo", di introdurre aperture nei confronti della filosofia e della
scienza moderna, di liberare il linguaggio dalle espressioni di tipo scolastico.
Al movimento del
M. aderirono sia laici, sia ecclesiastici; se
però i più moderati intesero adeguare il cattolicesimo alla
cultura dell'epoca senza porne in discussione la dottrina, i più radicali
misero in pericolo le basi stesse della fede cattolica. La corrente più
estrema del
M., per influsso della filosofia neokantiana, del
sentimentalismo religioso di Schleiermacher e Sabatier, delle teorie
evoluzioniste di Spencer, giunse a formulare principi in contrasto con
l'ortodossia della Chiesa: la ragione non è in grado di dimostrare
l'esistenza di Dio; la fede è solo un'esperienza interiore; la
rivelazione mostra la presenza di Dio nell'uomo; il dogma è
un'espressione variabile della religiosità soggettiva. La Sacra Scrittura
veniva così ridotta a semplice documento, privo di carattere ispirato. Le
prime manifestazioni del pensiero modernista si ebbero nel 1902-1903, con la
pubblicazione, da parte di Loisy, di
Il Vangelo e la Chiesa e
A
proposito di un piccolo libro; in questi scritti venivano negati, attraverso
l'interpretazione storicistica della Bibbia, il carattere rivelato della
Scrittura e la realtà storica di fatti come la resurrezione e la
fondazione della Chiesa per iniziativa di Cristo. Le opere di Loisy suscitarono
in Francia un acceso dibattito, cui presero parte, tra gli altri, Blondel (che
in
Storia e dogma, del 1904, sostenne l'insufficienza della scienza
storica e del solo dogma per la comprensione dei testi sacri e la
necessità del ricorso alla tradizione della Chiesa per operare la sintesi
fra i due elementi) e Le Roy (che, applicando le teorie evoluzioniste alla
teologia, definì il dogma come espressione variabile della
religiosità soggettiva). In Italia il
M. ebbe i suoi esponenti
principali in alcuni sacerdoti quali Semeria, Genocchi, Fracassini, Casciola,
Mari, che cercarono di modificare la metodologia degli studi biblici, la
pastorale, la predicazione, e nei giovani che animarono la rivista
"Rinnovamento". Questi ultimi si ricollegarono al cattolicesimo liberale
dell'Ottocento per riaffermare l'esigenza della libertà della ricerca
scientifica, il primato della coscienza, il ruolo dei laici nella Chiesa; alcuni
di loro fondarono il movimento della Democrazia Cristiana, con l'intento di
affrontare i problemi sociali e di affermare l'autonomia dei cattolici in campo
politico. Nel 1907 il Sant'Uffizio, con il decreto
Lamentabili,
condannò 65 proposizioni moderniste e papa Pio X nell'enciclica
Pascendi definì il
M. "compendio di tutte le eresie". Lo
stesso pontefice nel 1910 impose il giuramento antimodernista ai sacerdoti.
Questo, insieme alla natura aristocratica ed elitaria del
M.,
determinò la scomparsa del movimento. Nel 1914, però, Benedetto XV
con l'enciclica
Ad beatissimi apostolorum principis, attenuò le
posizioni di condanna del
M. da parte della Chiesa e in seguito il
Concilio Vaticano II ne accolse alcune istanze. • Arte -
V. ART NOUVEAU. • Lett. - Movimento
sviluppatosi nei Paesi di lingua spagnola e portoghese tra la fine del XIX e
l'inizio del XX sec. Esso fu caratterizzato da una tendenza estetizzante, dal
tentativo di rinnovare l'espressione poetica (sostituendo alla rigida metrica
castigliana versi più musicali, introducendo il verso libero e ampliando
il campo lessicale) e, nella prosa, dal rifiorire del genere della traduzione e
dall'affermarsi della saggistica. Sui
M. influirono le esperienze
straniere dei parnassiani, dei simbolisti e dei futuristi, unite a
caratteristiche originali come l'interesse per la filologia e la grammatica e la
tendenza a introdurre nelle opere letterarie una forte componente fantastica.
Sorto nell'America Latina, il movimento si diffuse successivamente in Spagna e
Portogallo; tra i suoi maggiori esponenti ricordiamo: Rubén Darío,
Julio Herrera y Reissing, Leopoldo Lugones, Antonio Machado, Manuel Machado,
Federico García Lorca, Pablo Neruda, Fernando Pessoa.