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Moderatismo.

Linea politica che mira a realizzare cambiamenti graduali, evitando trasformazioni violente e radicali. Più che di un'ideologia si tratta quindi di una prassi, che può essere applicata sia dai dirigenti di uno Stato che vogliano attuare un programma di riforme contenute, sia dai partiti all'opposizione che si propongano di conquistare gradatamente il potere. Alla base del m. vi è la convinzione che esista un "modo di sentire popolare" e che la classe politica debba essere in grado di interpretarlo e trasformarlo in provvedimenti legislativi, mantenendosi tollerante nei confronti dell'opposizione, espressa nel rispetto delle regole della democrazia. In relazione al Risorgimento italiano, il termine m. designa una corrente politica ben precisa che si proponeva la realizzazione di un programma monarchico, legalitario e riformista, in contrapposizione ai democratici e ai mazziniani. Già espressa parzialmente dagli animatori del "Conciliatore" (Romagnosi, Pellico, Di Breme, Berchet), questa linea politica ebbe i suoi massimi esponenti in Gioberti, Balbo, d'Azeglio; ad essa si ispirarono anche Cavour e la Destra storica.