(o
Mo-di). Filosofo cinese. Fu il primo avversario del Confucianesimo e
fondò la scuola moista
Mo-chia.
M. sostenne la posizione
delle classi più povere, ostili all'agnosticismo promosso da Confucio e
in particolare modo allo sperpero delle ricchezze per le esigenze degli
aristocratici. La dottrina di
M., alla cui base c'è l'amore
universale, pone in primo piano Dio, concepito come amore perfetto ed essere
sapientissimo; in posizione intermedia tra Dio e gli uomini si collocano gli
spiriti. L'uomo, per meritare il bene, deve agire rettamente, seguendo in
ciò la volontà dell'imperatore che è in grado di capire
meglio di qualsiasi altro mortale le leggi di Dio. Primo tra i pensatori cinesi,
M. si occupò di logica, distinguendo tre tipi di cognizioni:
derivate dagli altri, derivate dalla propria esperienza e frutto di
ragionamento. La sua opera principale, riassuntiva della sua concezione del
mondo, è il
Libro di Mo (
Mo-tzu), formato da 53 capitoli
(forse nello Stato di Lu, od. Shantung 500-416 a.C.).