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Mitragliatrice.

Arma automatica a fuoco continuo, il cui funzionamento è basato sull'energia cinetica dei gas o l'effetto di rinculo della canna. Attualmente le m. vengono ripartite in leggere, medie e pesanti. Le m. leggere sono in pratica fucili mitragliatori del calibro di 5,6÷8 mm, capacità di tiro di 600-800 m, appoggio pieghevole unito all'arma. Le m. medie (dette anche bivalenti) sono solitamente utilizzate su un treppiede, anche se spesso sono dotate di bipiede per essere usate come fucili mitragliatori. Le m. pesanti, infine, vengono utilizzate solo su treppiede, il calibro va dagli 8 ai 25 mm, e la capacità di tiro supera i 1.000 m. ║ Fig. - Parla come una m.: parla molto velocemente. • Encicl. - Le origini delle moderne m. possono essere rintracciate nel XIV sec., in una sorta di fucile a più canne in grado di sparare simultaneamente, chiamato ribadocchino; da esso in seguito si svilupparono i cosiddetti organi o cannoni a organo, vale a dire armi con numerose canne affiancate sul medesimo affusto. Con il diffondersi dell'accensione a pietra focaia, nel XVI sec., comparvero le prime armi a fascio di canne rotanti. Fu solo, tuttavia, alla metà del XIX sec. che, con l'adozione delle cartucce a bossolo metallico (che facilitavano le operazioni di caricamento), si fecero dei significativi passi in avanti in questo settore. Tra il 1860 e il 1880 comparvero diversi modelli di m., quali il Gatling, il Relfye, il Gardner, ecc. Questi primi prototipi di m. erano costituiti da più canne fatte ruotare manualmente tramite una manovella; la velocità di tiro andava dai 130 ai 333 colpi al minuto. Di peso piuttosto elevato (si poteva arrivare anche ai 225 kg), la m. era di solito usata su un affusto a ruote come pezzo d'artiglieria. Le prime m. furono utilizzate in campo durante la guerra russo-turca (1877-78). Nel 1884 lo statunitense H. Maxim mise a punto quella che possiamo considerare la prima m. moderna; egli infatti ebbe per primo l'intuizione di utilizzare il rinculo come energia motrice dell'automatismo dell'arma. La m. di Maxim, dalla struttura piuttosto semplice (a una sola canna, raffreddata con un manicotto ad acqua, caricatore a nastro flessibile in cotone), era a corto rinculo di canna, non richiedeva alcun intervento manuale, poteva essere utilizzata da un solo soldato e, pur pesando circa la metà rispetto alle m. di prima generazione, garantiva una velocità di tiro doppia. La prima guerra mondiale vide un massiccio impiego di m., che furono considerate, insieme al filo spinato, lo strumento di difesa per eccellenza. Comprese le grandi potenzialità di quest'arma si misero a punto vari modelli. In Italia, che era entrata nel primo conflitto mondiale con le Maxim modelli 1906 e 1911, si realizzò una prima Fiat modello 14 (sul modello della Maxim Vickers 1911), poi perfezionata con la m. leggera Fiat modello 1929, a sua volta resa più potente con il modello 1935. Nel 1937 la Breda realizzava uno dei modelli più sofisticati, la Breda 37, che rimase a lungo in servizio. Durante la seconda guerra mondiale la m., in particolar modo nella sua versione leggera, fu arma fondamentale della fanteria per le azioni di fuoco a distanza. Nella seconda metà del XX sec. non si registrarono sviluppi tecnologici particolarmente significativi; la tendenza generale fu quella di perfezionare calibri sempre più piccoli (5,56 mm), di massa quindi inferiore e di aumentare la scorta di munizioni a parità di volume di fuoco. ║ Funzionamento: la m. utilizza l'energia prodotta dai gas della carica di lancio direttamente o attraverso il rinculo; il sistema opera in modo che la culatta rimanga chiusa finché il proiettile è nella canna. Il sistema a presa di gas nell'anima, oggi perlopiù utilizzato, opera sottraendo, tramite un foro posto a circa due terzi dell'anima, una parte dei gas della carica di lancio; essi agiscono sulla testa di un pistone, la cui asta mette in movimento i vari congegni e comprime una molla di recupero che, riportando i congegni nella posizione iniziale, opera il caricamento. Nel sistema a corto o a lungo rinculo di canna, si fanno rinculare unitamente canna e otturatore. Dopo un certo tratto (che può essere appunto corto o lungo) l'otturatore si separa e, per effetto della pressione dei gas, arretra. Questi due diversi sistemi possono essere utilizzati anche in combinazione, ad esempio, in alcune m. la sottrazione di gas dalla canna è utilizzata solo per lo sbloccaggio dell'otturatore dalla culatta, mentre l'arretramento dello stesso è provocato dal rinculo. Il raffreddamento delle m., originariamente ad acqua, è oggi garantito da un sistema ad aria. • Aer. - L'utilizzo delle m. in aeronautica risale alla prima guerra mondiale. Inizialmente furono utilizzate m. terrestri a scopo offensivo, ma ben presto vennero montate anche sugli aerei, e rappresentarono, fino alla seconda guerra mondiale, la loro unica arma di difesa. Le m. in dotazione agli aerei nel primo conflitto erano dello stesso tipo di quelle della fanteria; nei caccia con una sola m. montata frontalmente, questa sparava in sincronia con il movimento dell'elica o attraverso l'albero dell'elica che veniva reso cavo. Attualmente, nei caccia, le m. hanno postazione fissa sulle ali o sulla fusoliera, a prua o in coda, nei bombardieri in torretta, negli aerei a reazione sul muso o in fusoliera. Nel caso che l'aereo sia sprovvisto di m. e ne abbia necessità, si ricorre a navicelle con profilo aerodinamico agganciate ai piloni esterni. Sui moderni aerei da caccia le m. sono collegate ai sistemi di rilevamento: l'apertura del fuoco è automatica quando si giunge a distanza di tiro utile dal bersaglio. Anche gli elicotteri dispongono di m. in navicella; esse vengono impiegate in combattimenti contro altri elicotteri o in attacchi al suolo.
Modello tridimensionale della pistola mitragliatrice israeliana impiegata durante la guerra arabo-israeliana