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Mitra.

Rel. - Antica divinità indoiranica. Già adorata dalla casta ariana dei Mitanni come divinità garante dei giuramenti, nel RG Veda appare strettamente connesso con Varuna; uno e l'altro rappresentano due aspetti complementari del cielo (diurno e notturno) e dell'ordine cosmico: M. protegge i patti e i contratti, mentre Varuna punisce coloro che li trasgrediscono. Nelle religioni iraniche il ruolo di M. appare più rilevante: egli infatti è il dio protettore dell'ordine sociale, della guerra e della vittoria; con l'espansione persiana in Babilonia M. venne identificato con la divinità solare babilonese Shamash. All'epoca dello sgretolamento dell'Impero persiano, la figura di M. assunse in Asia Minore nuovi caratteri: M. appare qui come divinità che si incarna per salvare l'uomo; la sua nascita da una donna mortale, preannunciata da una stella, avviene in una grotta. Con tali caratteri M. divenne oggetto di un particolare culto (V. MITRAISMO) di carattere misterico, che ebbe grande diffusione nel mondo greco-romano. Nel mondo romano M. appare soprattutto come divinità astrale, molto spesso identificata con il Sole; è il dio invincibile della luce e della verità, difensore e sostenitore degli uomini nella lotta tra il bene e il male. Al centro del suo mito, che non ci è noto in tutti i particolari, vi era l'episodio dell'uccisione del toro cosmico, dal cui corpo sarebbero nati tutti gli animali e le piante utili all'uomo, nonostante l'opposizione delle forze del male incarnate dallo scorpione e dal serpente. • Icon. - Nei mitrei (grotte, cripte, dedicate al culto di M.) egli viene generalmente raffigurato come un giovane imberbe, dalla testa riccioluta, e abbigliato secondo il costume orientale (tunica con maniche, pantaloni lunghi e aderenti, mantello svolazzante trapuntato con le sette stelle e berretto frigio). Perlopiù viene raffigurato nell'atto di uccidere il toro, altre volte è presentato come cacciatore, o ne viene illustrata la nascita da una pietra (M. petrogenito).