(dal greco
mythographía: narrazione per iscritto di miti).
Letteratura erudita antica sui miti. Sorta in epoca ellenistica con
finalità esegetiche e filologiche, la
m. si distingue sia dalla
mitologia, come insieme di narrazioni mitiche, sia dalla poesia, dalle opere
filosofiche, teologiche e storiche di contenuto mitologico. La nascita della
m. si fa risalire ad autori quali Asclepiade di Tragilo, Dicearco e
Glauco, che, nelle loro opere, cercarono di raccogliere e catalogare tutti i
miti trattati dai poeti tragici. In seguito gli studi di
m., cercando di
esporre in maniera organica tutto il patrimonio mitologico greco, assunsero
forma sistematica ed enciclopedica. Opere di questo genere sono le raccolte
Sugli dei di Apollodoro di Atene e il
Ciclo storico di Dionisio di
Samo (II sec. a.C.). Questo tipo di letteratura mitografica, volta a coprire
l'intero patrimonio mitico, conobbe grande diffusione anche a Roma a partire
dall'età augustea. Igino (II-III sec. d.C.), basandosi su fonti greche,
offrì, con le sue 277
Fabulae, un compendio di tutta la mitologia
classica; lo stesso fecero, nel VI sec. Fulgenzio e poi, in epoca medioevale, i
cosiddetti
Mitografi Vaticani. Inoltre, in epoca augustea, si diffusero,
grazie a autori di lingua greca quali Antonino Liberale e Partenio di Nicea,
opere specializzate in particolari tipi di miti (saghe locali, metamorfosi,
amori fra eroi ed eroine, ecc.). L'ingente produzione mitografica fu strumento
imprescindibile per il lavoro dei commentatori (scoliasti) dei poeti latini e
greci anche nelle epoche successive.