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Misura.

Risultato della misurazione di una grandezza. ║ Per estens. - Dimensione, grandezza, estensione. ║ In particolare, riferito a capi di abbigliamento, taglia. ║ Azione del misurare; sinonimo di misurazione (V.). ║ Su m.: ciò che è o sembra fatto apposta per qualcuno, che è particolarmente adatto a qualcuno. ║ Il limite considerato come giusto, conveniente, normale; moderazione, equilibrio. ║ Parametro per valutare e giudicare qualcosa o qualcuno. ║ Precauzione. ║ Provvedimento. • Gramm. - Complemento di m.: complemento che indica la m. di qualche cosa; può essere costituito anche da avverbi e da locuzioni quantitative. • Tipogr. - I sistemi utilizzati per i caratteri da stampa e i bianchi tipografici sono due: il sistema Didot e il sistema anglo-americano. Il primo ha come unità di m. il punto Didot (0,376065 mm), il cui multiplo è la riga (12 punti). L'unità di m. del sistema anglo-americano è il point, equivalente a 0,013837 pollici; il suo multiplo è la pica (12 point). • Metrol. - Operazione che consente di determinare quante volte una grandezza fisica contiene un'altra grandezza fisica di riferimento, ad essa omogenea, detta unità di m. Una m. può essere assoluta o relativa, a seconda che lo strumento impiegato per eseguirla ne consenta l'esecuzione senza previa taratura per confronto con altro strumento analogo già tarato oppure richieda taratura. La m. può anche essere diretta o indiretta. È diretta, se la grandezza incognita può venire direttamente misurata; è invece indiretta, se il suo valore è ricavabile dalla determinazione di una grandezza di altra natura. ║ Sistemi di m.: la scelta dell'unità di m., pur arbitraria e soggettiva, deve sottostare a determinate limitazioni, imposte da considerazioni di carattere pratico, sia in riferimento ai valori che correntemente la grandezza da misurare può assumere, sia in riferimento ai rapporti che essa può avere con altre grandezze ad essa spesso legate, nello svolgimento dei vari fenomeni. Siccome i limiti entro i quali una determinata grandezza può variare sono generalmente assai ampi, definita un'unità di m., è indispensabile stabilire anche dei multipli e dei sottomultipli di questa, affinché i numeri, che esprimono la m. delle grandezze di un determinato fenomeno, siano significative. L'insieme delle unità di m., dei loro multipli e sottomultipli, che consentono di misurare le grandezze relative a uno o più rami della fisica, costituisce un sistema di m. Il sistema si definisce completo quando tutte le grandezze che caratterizzano i fenomeni considerati sono esprimibili in unità che fanno parte del sistema in questione. Qualora, poi, dette unità siano ridotte al minor numero possibile, sfruttando le relazioni esistenti fra i diversi fenomeni, con la convenzione di non introdurre mai coefficienti numerici nelle formule che legano fra di loro le grandezze considerate, il sistema si dirà assoluto. Il numero delle unità da fissare come fondamentali è dato dalla differenza fra il numero delle grandezze considerate e quello delle relazioni dimensionali indipendenti che esistono fra le grandezze stesse. È necessario osservare che negli ultimi tempi si è fatta una rigorosa distinzione tra sistemi di specie di grandezze e sistemi di unità di m. I sistemi di m. rivestivano un'importanza particolare quando si eseguivano i calcoli prevalentemente con equazioni fra valori numerici. Allora era necessaria e sufficiente l'indicazione del sistema di m. adottato. Tuttavia, poiché raramente ci si riferiva ad un solo sistema (per esempio, nel sistema cgs si usavano anche unità come m, km, kg, t, ecc.) per ogni equazione era anche necessario indicare il sistema e le unità di m. L'introduzione delle equazioni fra grandezze elimina questi inconvenienti e rende superflua l'indicazione del sistema di m. • Encicl. - Il concetto di m. risale all'antichità, quando ebbero inizio i primi scambi tra merci diverse. Inizialmente il modo di misurare era diverso a seconda del luogo, ma con l'ampliarsi degli scambi si avvertì sempre più il bisogno dell'utilizzo di unità di m. comuni. Fra i primi a dare un importante impulso alla creazione di un sistema di m. valido in tutto l'Impero fu Carlo Magno. Tuttavia solo nel XV sec., in Inghilterra, si ebbe una prima unificazione tra vari sistemi di m., quando venne assunto come unità di lunghezza il piede. Con l'estendersi dei traffici commerciali e soprattutto con l'avvento del metodo sperimentale di Galileo crebbe l'esigenza di unità di m. comuni. Nel 1795 una commissione di scienziati istituita dall'Assemblea costituente francese propose un primo sistema di unificazione, denominato metrico decimale perché l'unità fondamentale era il metro e i multipli e sottomultipli erano dati dalle potenze di dieci. Nel 1875 vi fu il primo superamento delle barriere nazionalistiche quando a Parigi fu firmato da 17 Paesi, tra i quali l'Italia, la Convenzione del metro e fu creato l'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure, con sede a Sèvres e coordinato da un comitato internazionale. La più rilevante opposizione al sistema metrico decimale si manifestò nei Paesi anglosassoni e, in particolare, in Gran Bretagna, dove è stata accettata solo recentemente e dove sono ancora in uso le m. tradizionali. Parallelamente ai lavori della Convenzione del metro già nel 1873 fu proposto da lord Kelvin il sistema cgs che utilizzava come unità fondamentali il centimetro, il grammo ed il secondo. Questo venne in seguito ampliato con l'introduzione delle grandezze che descrivevano i fenomeni elettrici. Nel 1901 l'italiano G. Giorgi propose il sistema mks, dal nome delle unità fondamentali che utilizzava. Anch'esso venne poi ampliato per la necessità di considerare le grandezze elettriche. Infine nel 1960 venne adottato il cosiddetto Sistema Internazionale di unità (SI) che venne poi completato nel 1971 e che derivava direttamente dal sistema mks. Tale sistema utilizza sette grandezze fondamentali: la lunghezza (metro), la massa (chilogrammo), l'unità di tempo (secondo), l'intensità di corrente elettrica (ampère), già presenti nel sistema mks, e la temperatura (kelvin), l'intensità luminosa (candela) e la quantità di sostanza (mole), introdotte in un secondo tempo. Ad esse sono aggiunte per l'utilizzo pratico due unità adimensionali supplementari: il radiante per la m. degli angoli piani e lo steradiante per gli angoli solidi. Da queste unità fondamentali si ricavano poi le grandezze derivate. Nel 1971 il Consiglio delle comunità europee decise di unificare il sistema SI a tutti i Paesi aderenti. In Italia il sistema SI è legale dal 1982. Tuttavia ancora oggi vengono utilizzate unità di m. diverse da quelle del Sistema Internazionale, come accade per l'utilizzo di alcune unità di m. derivate da sistemi pratici o addirittura, come nei Paesi anglosassoni, per l'adozione di unità non decimali. Occorre però segnalare che sempre più forte è la tendenza verso la definitiva unificazione. • Mat. - Teoria della m.: ramo della matematica che si occupa del problema di misurare le grandezze geometriche, cioè le figure del piano e dello spazio. Il problema della m. è stato considerato, fino ad oggi, da due punti di vista fra loro concettualmente diversi. Il primo è caratterizzato dal fatto che le idee di area e di volume sono accettate solitamente come primitive. Si considerano sempre e soltanto regioni piane racchiuse entro curve continue o regioni dello spazio racchiuse entro superfici continue. In questo caso, lo strumento di calcolo appropriato risulta l'integrale di Riemann. Il secondo punto di vista, formulato da Peano e Jordan, costituisce un sensibile progresso concettuale rispetto al primo. I due autori, mossi dalle prime idee di Cantor sulla teoria degli insiemi, danno una definizione esplicita della m. che si presta a un'enunciazione generale, valida per insiemi lineari (insiemi di punti di una retta), bidimensionali (insiemi di punti del piano), tridimensionali (insiemi di punti dello spazio) o addirittura per insiemi di punti in uno spazio a n dimensioni. Diamo, come esempio della teoria di Peano-Jordan, la definizione di m. di un insieme piano limitato. Allo scopo, richiamiamo i fatti seguenti. Chiamiamo plurirettangolo piano la somma di un numero finito di rettangoli non aventi fra loro punti interni comuni. Per area di un plurirettangolo intendiamo la somma delle aree dei rettangoli che lo compongono. Inoltre, se nel piano sono dati due plurirettangoli A e A' tali che A sia contenuto in A', allora l'area di A non può superare l'area di A'. Premesso ciò, indichiamo con A un insieme piano e limitato che supponiamo contenga punti interni. Consideriamo il dominio rettangolare D, in modo che contenga A, e ripartiamolo con una serie di piccoli rettangoli. Possiamo allora enunciare le seguenti definizioni: a) si dice m. esterna dell'insieme piano limitato A, e si indicherà con miseA, il valore dell'area del plurirettangolo costituito da tutti i rettangoli appartenenti a D che hanno almeno un punto in comune con A e le cui dimensioni tendono a zero; b) si dice m. interna dell'insieme piano limitato A, e si indicherà con misiA, il valore dell'area del plurirettangolo costituito da tutti i rettangoli appartenenti a D che non hanno alcun punto in comune con il complementare di A in D e le cui dimensioni tendono a zero. Nel caso in cui A sia sprovvisto di punti interni è necessario porre misiA = 0. Un insieme piano limitato A dicesi, pertanto, misurabile o quadrabile, quando le sue m., esterna e interna, coincidono, cioè quando risulta: miseA = misiA. In questo caso si parlerà semplicemente di m. dell'insieme A, che si indicherà con misA. Chiameremo poi area di A, il numero misA. Un'ulteriore generalizzazione dei concetti espressi da Peano e Jordan è stata proposta da Lebesgue, che modifica i concetti di m. esterna ed interna. Dato sempre un insieme piano limitato A, se consideriamo tutti gli insiemi piani ed aperti E contenenti A e tutti gli insiemi piani e chiusi C contenuti in A possiamo definire: a) la m. esterna di A è data dall'estremo inferiore dell'insieme numerico descritto da misiE al variare di E; b) la m. interna di A è data dall'estremo superiore dell'insieme numerico descritto da miseC al variare di C.

SISTEMA METRICO DECIMALE
Misure di lunghezza
chilometro
ettometro
decametro
metro
decimetro
centimetro
millimetro
micron
åmgstrom
unità X
km
hm
dam
m
dm
cm
mm
μm
Å
UX
1 km = 1.000 m
1 hm = 100 m
1 dam = 10 m
1 m = 1 m
1 dm = 0,1 m
1 cm = 0, 01 m
1 mm = 0,001 m
1 μm = 0,000.001 m
1 Å = 0,000.000.000.1 m
1 UX = 0,000.000.000.0001 m
Misure di superficie
chilometro quadrato
ettometro quadrato o ettaro
decametro quadrato o ara
metro quadrato o centiara
decimetro quadrato
centimetro quadrato
millimetro quadrato
km2
hm2
dam2
m2
dm2
cm2
mm2
1 km2 = 1.000.000 m2
1 hm2 = 10.000 m2
1 dam2 = 100 m2
1 m2 = 1 m2
1 dm2 = 0,01 m2
1 cm2 = 0,000.1 m2
1 mm2 = 0,000.0001 m2
Misure di massa
tonnellata
quintale
chilogrammo
ettogrammo
decagrammo
grammo
carato metrico
decigrammo
centigrammo
milligrammo
t
q
kg
hg
dag
g
c
dg
cg
mg
1 t = 1.000.000 g
1 q = 100.000 g
1 kg = 1.000 g
1 hg = 100 g
1 dag = 10 g
1 g = 1 g
1 c = 0,2 g
1 dg = 0,1 g
1 cg = 0,01 g
1 mg = 0,001 g
Misure di volume
chilometro cubo
ettometro cubo
decametro cubo
metro cubo
decimetro cubo
centimetro cubo
millimetro cubo
km3
hm3
dam3
m3
dm3
cm3
mm3
1 km3 = 1.000.000.000 m3
1 hm3 = 1.000.000 m3
1 dam3 = 1.000 m3
1 m3 = 1 m3
1 dm3 = 0,001 m3
1 cm3 = 0,000.001 m3
1 mm3 = 0,000.000.001 m3
Misure di capacità
ettolitro
decalitro
litro
decilitro
centilitro
hl
dal
l
dl
cl
1 hl = 100 l
1 dal = 10 l
1 l = 1 l
1 dl = 0, 1 l
1 cl = 0,01 l

GRANDEZZE DEL SISTEMA INTERNAZIONALE (SI)
Grandezze fondamentali
Grandezze supplementari
Grandezza
Dimen-
sione
Nome unità
Sim-
bolo
Grandezza
Dimen-
sione
Nome unità
Sim-
bolo
lunghezza
L
metro
m
angolo piano
-
radiante
rad
massa
M
chilogrammo
kg
angolo solido
-
steradiante
sr
tempo
T
secondo
s




corrente elettr.
I
ampere
A




temperatura
Θ
kelvin
K




intensità lumin.
J
candela
cd




quantità di sostanza
M
mole
mol




Grandezze derivate
Grandezza
Dimen-
sione
Nome unità
Sim-
bolo
Grandezza
Dimensione
Nome unità
Simbolo
superficie
L2
metro2
M2
Lavoro, energia,
L2MT-2
joule
J
volume
L3
metro3
M3
quantità di calore



velocità
MT-1
metro/sec.
M/s
Carica elettrica
IT
coulomb
C
accelerazione
MT-2
m. al sec. 2
M/s2
Potenziale elettrico ,
L2MT-3I-1
volt
V
frequenza
T-1
hertz
Hz
tensione elettrica,



forza
LMT-2
newton
N
forza elettromotrice



pressione
L-1MT-2
pascal
Pa
Capacità elettrica
L-2M-1T4I2
farad
F
potenza
L2MT-3
watt
W
Resistenza elettrica
L2MT-3I2
ohm


PRINCIPALI UNITA' DI MISURA ANGLOSASSONI
Grandezza
Denominazione
Simbolo
Equivalenza col sistema decimale

Inglese
Italiano

Gran Bretagna
Usa
Lunghezza
inch
foot
yard
pole
fathom
mile
pollice
piede
iarda
palo
braccio
miglio
in (“)
ft
yd
-
-
mile
0,0254 m
0,30480 m
0,914399 m
5,0292
-
1.609,3 m
0,0254001 m
0,304801 m
0,914402 m
-
1,829 m
1,609,35 m
Superficie
square inch
square foot
square yard
acre
square mile
pollice quadrato
piede quadrato
iarda quadrata
acro
miglio quadrato
in2
ft2
yd2
-
mile2
6,4516 cm2
0,092903 m2
0,836127 m2
0,40458 hm2
259 hm2
6,4516 cm2
0,092903 m2
0,836127 m2
0,40458 hm2
259 hm2
Volume
cubic inch
cubic foot
cubic yard
pollice cubico
piede cubico
iarda cubica
in3
ft3
yd3
16,3871 cm3
28,3166 dm3
0,76455 m3
16,3871 cm3
28,3166 dm3
0,76455 m3
Capacità
gallon
bushel
barrel
gallone
staio
-
gal
bu
-
4,546 dm3
36,3687 dm3
3,78541 dm3
35,2391 dm3
119,24 m3
Massa
ounce
pound
short ton
ton
oncia
libbra
-
tonnellata
oz
lb
sh tn
-
28,350 g
453,59243 g
907 kg
1,016 kg
28,3495 g
453,59 g
-
-