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Missione.

Il mandare o l'essere mandato in un luogo per svolgere un incarico, per assolvere un compito o un ufficio. ║ L'incarico stesso. ║ Per estens. - Il complesso delle persone inviate in qualche luogo con uno speciale incarico. ║ Compito, dovere particolare. ║ L'invio di missionari in una regione allo scopo di evangelizzarla. ║ Serie di prediche o di conferenze religiose che vengono tenute periodicamente nelle parrocchie cattoliche da sacerdoti provenienti da altre sedi. ║ Per estens. - La stessa opera di propaganda religiosa. ║ Gli edifici, la sede riservata ai missionari. • Dir. internaz. - M. diplomatica: l'insieme delle funzioni svolte da un agente diplomatico, ausiliato da collaboratori, in rappresentanza del proprio Stato presso un Paese straniero. Il termine indica anche l'insieme delle persone che prendono parte alla m. diplomatica. La gerarchia degli agenti diplomatici (ambasciatori, ministri plenipotenziari, ecc.) fu stabilita dal Congresso di Vienna (1815), mentre le norme che la regolano furono stabilite da una convenzione firmata a Vienna nel 1961. Il complesso di agenti diplomatici presenti in uno Stato straniero prende il nome di corpo diplomatico; essi godono della cosiddetta immunità diplomatica, cioè di un particolare trattamento di favore da parte dello Stato nel quale sono ospiti, che riguarda l'inviolabilità personale, l'esenzione dalla giurisdizione civile e penale, ecc. La m. può avere carattere permanente o provvisorio. ║ M. permanente: è richiesta una particolare e complessa procedura di accreditamento del corpo diplomatico da parte dello Stato ospitante. La cessazione di una m. diplomatica permanente non dipende dalle cause di estinzione del singolo agente diplomatico (morte, ritiro, dimissioni, ecc.) poiché essa è distinta dalle persone fisiche che la compongono, ma da fattori quali il ritiro del corpo diplomatico da parte dello Stato mandante, l'estinzione di questo, la cessazione dell'indipendenza di uno dei due Stati, il rinvio dell'agente da parte dello Stato ospitante. ║ M. provvisoria: è un ufficio diplomatico di carattere speciale, istituito allo scopo di svolgere una funzione specifica e determinata, che cessa con l'espletamento della funzione per la quale era stato creato. • Rel. - Il fenomeno delle m. è proprio delle religioni che hanno carattere universalistico; esso si ritrova nel Buddhismo, nell'Islamismo e nel Cristianesimo, ma una sorta di attività missionaria è attribuibile anche a religioni molto antiche quali il Mazdeismo e il Manicheismo. Tuttavia l'attività missionaria conobbe un forte impulso soprattutto a partire dall'era cristiana e rimase un fenomeno essenzialmente cristiano. Fu Cristo stesso, secondo il racconto di Giovanni, 20, 21 ("Come il Padre ha mandato me, così io mando voi"), ad inviare gli apostoli alle genti per diffondere il nuovo Verbo e per battezzare. Con il tempo il termine m. assunse un significato più circoscritto, passando a designare le regioni ancora da convertire alla fede cristiana o da ricondurre all'ortodossia in seguito a scismi. Si sono quindi distinte le m. estere o esterne, rivolte ai non cristiani, dalle m. interne, attività svolte al fine di rinnovare e rafforzare la fede dei credenti. ║ M. estere: nei primi secoli del Cristianesimo, l'attività missionaria si identificò con l'istituzione delle comunità locali rette da vescovi e con le prime forme di organizzazione della Chiesa cristiana. L'esempio di san Paolo, che diffuse il credo cristiano in Asia Minore, Macedonia e Grecia, fu presto seguito dai discepoli degli apostoli; grazie alla loro opera il Cristianesimo si diffuse in tutto l'Impero romano e si affermò come religione dominante sotto Costantino e poi come religione dell'Impero sotto Teodosio (IV sec.). Durante l'Alto Medioevo l'espansione missionaria fu affidata, oltre che all'attività dei vescovi, alle istituzioni monastiche di recente costituzione che si volsero alla evangelizzazione e conversione delle popolazioni barbariche giunte o avvicinatesi ai territori dell'Impero. In particolare si rivelò fondamentale l'apporto dei Benedettini, che fondarono numerosi conventi in Germania, Inghilterra, Irlanda, dove svolsero anche l'importante funzione di mediazione e conservazione della cultura latina. Nel IX sec. le conquiste di Carlo Magno facilitarono l'opera missionaria; soprattutto la conversione dei Sassoni consentì l'espansione del Cristianesimo anche nelle terre orientali, mentre procedeva con pari intensità lo sforzo missionario presso le popolazioni dell'Europa settentrionale. Nel periodo delle Crociate, l'apporto più importante all'espansione del Cristianesimo fu dato dall'opera di Francescani e Domenicani, che iniziarono la penetrazione in Africa e in Asia. I Francescani, in particolare, si stabilirono in Marocco (1220), Egitto e Palestina (1230), quindi in India, Persia, Cina, Mongolia. Nel XVI sec., dopo la scoperta dell'America, l'attività missionaria fu rivolta con particolare impegno ai territori d'oltreoceano e procedette di pari passo all'opera di colonizzazione europea. Con l'appoggio dei sovrani spagnoli e portoghesi i missionari cattolici, in particolare i membri della Compagnia di Gesù, stabilirono grandi m. in America latina, ma anche in Cina, in India, in Giappone, nelle Filippine. Anche la Riforma protestante svolse una particolare influenza sulle m. cattoliche; in seguito all'abbandono da parte di molte regioni europee della religione cattolica, furono riorganizzate la m. interne e fu dato un nuovo e più rigoroso ordinamento a quelle estere. Gregorio XV istituì nel 1622 la Congregazione de Propaganda Fide (V. CONGREGAZIONE), organismo fortemente centralizzato al quale spettava il compito di disciplinare l'attività missionaria, controllando le m. estere in modo diretto e provvedendo ad una più adeguata preparazione del clero locale. L'attività missionaria, che nel corso del XVIII sec. aveva conosciuto un periodo di crisi e di decadenza anche in seguito alla soppressione dell'ordine dei Gesuiti (1773), riprese verso la metà dell'Ottocento grazie al sostegno di papa Gregorio XVI e di alcune società missionarie francesi; anche in questo caso l'opera di evangelizzazione coincise spesso con il processo di colonizzazione da parte delle potenze europee. All'inizio del Novecento, Benedetto XV accentrò il controllo e il coordinamento dell'attività missionaria in tre organi: Congregazione de Propaganda Fide, Congregazione per la Chiesa orientale e Congregazione concistoriale (divenuta dal 1967 Congregazione per i vescovi). Egli riunì quindi le norme per la regolamentazione dell'attività missionaria nell'enciclica Maximum illud (1919), successivamente modificata e aggiornata da Pio XI (enciclica Rerum Ecclesiae, 1926). Anche il Concilio Vaticano II si occupò delle m., elaborando il decreto Ad gentes (1965), al quale seguì l'anno successivo il motu proprio Ecclesiae Sanctae. A partire dal 1967 l'attività missionaria è coordinata dalla Congregazione de Propaganda Fide. ║ M. interne: le prime m. interne, risalenti al Duecento, furono organizzate da Domenicani e Francescani allo scopo di combattere le eresie e di rafforzare la fede dei credenti. Affidate all'impegno estemporaneo di singoli individui e prive di una qualsiasi organizzazione, tali iniziative risultarono però spesso inadeguate al compito che intendevano assolvere. Solo nel Cinquecento, dopo la Riforma protestante, furono organizzate m. in senso moderno tenute dai Gesuiti, particolarmente efficienti in Germania, dove nel 1568 papa Pio V creò la Congregazione tedesca. L'opera di tali m. fu efficace in Paesi come Austria, Ungheria, Polonia, Boemia, dove esse riuscirono ad ostacolare la penetrazione del Protestantesimo. In Italia, Francia e Spagna l'organizzazione di m. interne risale al Seicento e al Settecento.