(Voce latina, imperativo di
misereri: aver pietà). Uno dei sette
salmi penitenziali della liturgia cattolica; nella
Vulgata è il
salmo 50, mentre nell'edizione ebraica è il 51. Il nome deriva dal fatto
che inizia con le parole
M. mei Deus (abbi misericordia di me Dio!); in
esso Davide, dopo essere stato rimproverato dal profeta Natan per il suo duplice
peccato (l'adulterio con Betsabea e l'uccisione di suo marito), invoca la
misericordia di Dio e ne canta le lodi. Nella liturgia viene generalmente
cantato o recitato in circostanze di dolore (soprattutto uffici funebri) ed
è il primo salmo dell'ora delle Lodi nell'ufficio del venerdì. A
questo testo si ispirarono numerosi musicisti a partire dal Cinquecento: fra i
primi fu C. Festa che, nel 1517, compose un
Miserere per due cori, a
quattro e a cinque voci. Fra gli altri ricordiamo il
Miserere di G.
Allegri, eseguito esclusivamente nella Cappella Sistina nel 1770. ║ Per
estens. - Lamentazione funebre. ║ Fig. -
Essere al m.: essere in
fin di vita. ║ Fig. -
Cantare il m. a qualcuno: darlo per morto,
finito.