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Mirone.

Scultore greco. Trasferitosi presto ad Atene, divenne uno dei bronzisti più apprezzati. Plinio nomina M., insieme a Policleto e Pitagora, nella XC Olimpiade (420-416 a.C.) e lo considera, come Fidia e Policleto, allievo di Agelada di Argo, cosa ritenuta assai dubbia dalla gran parte degli studiosi. M. arricchì lo stile severo della statuaria antica con la rappresentazione del movimento, studiato sulla base delle tensioni muscolari del corpo umano. Le fonti letterarie testimoniano e descrivono numerose opere di M., ma la sua arte ci è nota solo attraverso le copie di tre opere: il Discobolo, l'Atena e Marsia e l'Atleta. La sua opera più famosa è il Discobolo, descritto da Luciano e riconosciuto nel 1783 da C. Fea in una statua marmorea del palazzo Lancellotti (Roma) e di cui si hanno oggi altre copie. L'atleta è rappresentato al momento del lancio del disco, con il corpo ripiegato e pronto a distenderlo nello sforzo: i piedi si preparano a mantenere l'equilibrio del corpo, il braccio è teso all'indietro, pronto al lancio. Anche nel gruppo raffigurante Atena e Marsia, posto originariamente sull'Acropoli di Atene, l'artista coglie la dinamicità del momento in cui Atena ha gettato a terra le tibie, e Marsia si arresta timoroso della dea, ma al tempo stesso cupido dinanzi all'oggetto che lo attrae. L'Atleta, raffigurato nel momento in cui si cinge il capo prima della lotta, è stato ricostruito da un torso dei Musei Vaticani e da altre otto copie. Fra le numerose opere che le fonti letterarie attribuiscono a M., particolarmente apprezzate nell'antichità furono quella di Lada, raffigurante un corridore sulla punta dei piedi nell'atto di slanciarsi nella corsa, e quella di una mucca, posta prima ad Atene e poi nel Foro della Pace di Vespasiano, la cui raffigurazione era talmente viva e naturalistica, da ingannare pastori e animali (Eleutere, Beozia VI sec. a.C.).