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Mir.

(voce russa). Antica forma di organizzazione politico-territoriale della Russia zarista e prerivoluzionaria. Esistente fin dal IX sec., ma rafforzato nel XIV sec. sotto la dominazione tartara, il m. costituiva l'aspetto economico-amministrativo della comunità agraria russa primitiva (obščina). Era una collettività di contadini organizzati per una gestione comunitaria delle terre. Sue caratteristiche erano l'autogestione economica, basata sulla proprietà comune della terra di uno o più villaggi, e l'autogoverno, che comportava la creazione di istituti giuridici propri. Il m. era amministrato dal Consiglio dei contadini (mirskoj soviet) con a capo lo starosta (il più anziano dei contadini) e un capo amministratore imposto dal padrone. I diversi nuclei familiari possedevano in proprio solo la casa e un piccolo appezzamento; il resto della terra a disposizione veniva distribuita in coltivazione. Oltre che alla ripartizione della terra fra i suoi membri, questo tipo di organizzazione provvedeva all'amministrazione degli affari della comunità, al pagamento dei tributi dovuti al proprietario, all'amministrazione della giustizia all'interno della comunità stessa, al mantenimento dell'ordine pubblico e al reclutamento militare. I m. rimasero in vita, nonostante il parere contrario di molti comitati di nobili, anche dopo la riforma del 1861 che abolì la servitù della gleba, perché rappresentavano la sicurezza di poter raccogliere le somme dovute per riscatto dai contadini liberati dalla servitù, dal momento che i m. si obbligavano collettivamente al pagamento di tale riscatto al Governo. I m. iniziarono lentamente a scomparire agli inizi del XX sec., quando il Governo centrale, considerando dannosa politicamente l'esistenza di questa forma collettiva, favorì la formazione della piccola proprietà. Aboliti formalmente dal ministro Stolypin nel 1906, scomparvero definitivamente solo dopo il 1917.