Med. - Malattia della muscolatura volontaria, caratterizzata dal prolungamento
dello stato di contrazione dei muscoli contro la volontà dell'individuo;
è un disturbo funzionale di cui non è ancora stato chiarito il
meccanismo di insorgenza. I movimenti risultano difficili da iniziare e
provocano una sensazione di impaccio: se il paziente ha chiuso una mano a pugno,
per esempio, la riaprirà solo con grande sforzo e molto lentamente. La
ripetizione del movimento in genere tende ad attenuare il disturbo. Esistono due
forme principali di
m.: la
m. atrofica (
malattia di
Steinert o
distrofia miotonica), in cui alla
m. si associano
distrofia muscolare (a carico soprattutto dei muscoli della faccia, del collo e
degli arti superiori), cataratta, disturbi endocrini e neurovegetativi, sintomi
psichici, e la
m. ipertrofica (
m. congenita o
malattia di
Thomsen, che è una malattia ereditaria a carattere dominante che
colpisce soprattutto gli arti inferiori, ma anche quelli superiori, i muscoli
mimici del volto e la lingua). In entrambe le forme patologiche la terapia
è sintomatica.