Propriamente, piccolo, alquanto piccolo, piccolino. Si dice comunemente delle
lettere dell'alfabeto, quando sono scritte o stampate nella forma ordinaria, in
contrapposizione alle lettere grandi o maiuscole. • Ind. graf. -
Carattere m.: è uno dei due tipi in cui si divide ogni carattere
tipografico. ║
Scrittura m.: ogni scrittura formata da lettere di
diversa altezza, tali da essere comprese in una disposizione quadrilineare
anziché bilineare come la maiuscola e la capitale. Nella scrittura
m., in altri termini, le lettere dell'alfabeto si distinguono in medie
(come la
c, e, s, m, ecc.), ascendenti (per esempio la
b, d, f, l)
e discendenti (la
p, q, g, ecc.), così da disporsi in un sistema
di quattro linee parallele. • Paleogr. - La scrittura latina
conservò per secoli il suo impianto maiuscolo sia in ambito epigrafico
sia in ambito librario. Forme di scritture
m. ci sono documentate solo a
partire dal II-III sec. d.C. La
m. come scrittura d'uso comune si
formò tra il III e il IV sec. come evoluzione della maiuscola corsiva.
Usata per alcuni secoli, specie per i documenti, dette origine alle scritture
altomedioevali (
merovingica,
visigotica,
beneventana).
Accanto al tipo normale, d'uso prevalentemente documentario, si svolsero anche
alcuni tipi
librari, di fattura talora più accurata
(
semicorsiva). A partire dal IX sec. la
m. corsiva si venne
distinguendo in scritture corsive di carattere locale. Con l'affermarsi della
m. carolina, in epoca carolingia, e la definitiva scomparsa della
scrittura onciale, che costituiva l'antica maiuscola libraria, la
m.
divenne la scrittura del mondo latino per ogni uso e per ogni tipo di documento,
fino alla definitiva consacrazione segnata dall'avvento della stampa.