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Miniera.

Giacimento di minerali. Si distingue dalla cava per i materiali che se ne estraggono (minerali metalliferi, sali, combustibili liquidi, solidi o gassosi, marne da cemento, barite, talco, ecc.). ║ L'insieme delle strutture, delle attrezzature e dei servizi installati per l'estrazione e lo sfruttamento a uso industriale del minerale contenuto in un giacimento. ║ Fig. - Grande quantità, abbondanza. • Tecn. - Prima che sorga una m. è necessario effettuare uno studio geologico approfondito dell'area in cui si suppone esista un giacimento; successivamente si procede a una fase di esplorazione, per verificare l'estensione e la consistenza degli strati di minerale, e si estraggono campioni che vengono analizzati per conoscerne la composizione e la percentuale di prodotto utile. Viene quindi allestita una m. solo se l'entità del giacimento è tale da assicurare una convenienza dal punto di vista finanziario. L'organizzazione del lavoro in una m. dipende da una molteplicità di fattori tecnici ed economici; un criterio generale è però quello di non limitarsi all'estrazione, ma di procedere sul posto alla separazione del prodotto utile da quello che non si può sfruttare industrialmente (detto sterile o ganga). In sintesi, l'attività mineraria consiste nell'abbattimento del minerale, nel suo trasporto e in una prima trasformazione del prodotto; occorre quindi provvedere al coordinamento dei mezzi necessari per queste operazioni. I lavori di coltivazione (cioè di abbattimento ed estrazione del minerale) possono essere effettuati a giorno o a cielo aperto (in superficie), oppure in sotterraneo e si eseguono a mano, con strumenti meccanici quali picconi, martelli demolitori, frese, o per mezzo di mine. Si possono avere diversi tipi di coltivazione a cielo aperto: a gradini, se il minerale viene abbattuto ad altezze differenti secondo la natura degli strati e i mezzi di scavo; a scarpata, quando il fronte di abbattimento è unico; a imbuto, se alla base della massa da estrarre si scavano gallerie da cui partono pozzi verticali che sbucano all'esterno in corrispondenza di escavazioni a forma, appunto, di imbuto; con varate, quando si abbattono grandi quantità di materiale per mezzo di mine poste in profondità all'interno di gallerie. Anche le coltivazioni in sotterraneo possono distinguersi in vari tipi: per vuoti, se i vuoti che si creano con l'abbattimento non vengono colmati e la roccia sovrastante è resa stabile da pilastri formati dallo stesso minerale non abbattuto; per franamento, quando si lascia franare la roccia che sovrasta i vuoti; per ripiena, quando i vuoti vengono colmati con materiale sterile separato dal minerale utile. Per la coltivazione di un giacimento minerario in sotterraneo occorre, innanzitutto, raggiungere il minerale con gallerie, in comunicazione tra loro e con l'esterno mediante uno o più pozzi che servono per la discesa e la salita dei materiali e del personale. Il trasferimento del minerale dal fronte di abbattimento ai pozzi, dove sono installati i montacarichi che lo porteranno in superficie, si può eseguire con diversi mezzi: vagoncini trainati da locomotive elettriche, diesel o ad aria compressa, nastri trasportatori, canali a scossa, a rulli o a sfere. Il lavoro nelle m. sotterranee richiede che sia posta particolare attenzione alle misure di sicurezza, allo scopo di evitare infiltrazioni di acque, incendi e scoppi di grisou, frane. Le acque che giungono alla m. dalla superficie o da strati percorsi durante gli scavi vengono preventivamente deviate e convogliate in gallerie di scolo che sboccano all'aperto o, se questo non è possibile, sollevate per mezzo di pompe meccaniche. È necessario poi far fronte alla scarsità d'ossigeno e al rischio che pochi grammi di polvere di carbone per ogni metro quadro d'aria o una quantità di grisou superiore a 70-100 g/mq formino una miscela esplosiva; è perciò indispensabile una buona ventilazione, che immetta 3-5 mq d'aria pura per ogni persona. La ventilazione può essere effettuata in modo naturale, per mezzo di appositi camini, o in modo artificiale, per mezzo di ventilatori. Per far circolare l'aria si cerca di sfruttare, per quanto possibile, la posizione delle gallerie e dei pozzi che formano la m. stessa. Insieme alla ventilazione, è fondamentale, per evitare esplosioni, il drenaggio preventivo del gas dal giacimento che si intende coltivare. Anche l'impianto di illuminazione deve essere realizzato in maniera tale da non aumentare i rischi di esplosione: per questo si impiegano spesso lampade individuali elettriche ad accumulatore oppure lampade a benzina o ad acetilene munite di dispositivi che impediscono alla fiamma di venire a contatto con i gas. Lampade grisoumetriche e grisoumetri segnalatori consentono poi di tenere sempre sotto controllo il livello del grisou. Le tecniche di coltivazione avanzate e l'esame preliminare dei giacimenti hanno attualmente ridotto in maniera notevole il rischio che si verifichino grandi frane; rimane però il pericolo di crolli locali, al quale si tenta di far fronte con accorgimenti come la sorveglianza continua dei fronti di abbattimento e l'inserimento di puntelli nelle zone sospette. • Dir. - Secondo una legge del 1927, che ha uniformato le norme sulla loro proprietà e l'amministrazione, le m. italiane dichiarate adatte alla coltivazione appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato e sono amministrate esclusivamente dal ministero dell'Industria e Commercio. Per verificare l'esistenza nel sottosuolo di giacimenti minerari sono necessarie le autorizzazioni per la ricerca di sostanze minerarie; una volta accordato il permesso di effettuare esplorazioni, il proprietario dei terreni compresi nell'area che è oggetto di indagine non può opporsi. Scoperta la m., il ministero dell'Industria e Commercio può amministrarla direttamente oppure cederla (per decreto pubblicato sulla "Gazzetta ufficiale"), dietro pagamento di un canone annuo, a un concessionario, che sarà l'unico ad avere legalmente il diritto di sfruttarla. La concessione è assegnata solo a chi, secondo il giudizio inappellabile del ministero stesso, dispone dei mezzi economici e tecnici necessari per dare continuità all'impresa e si interrompe per scadenza del termine, rinuncia e decadenza del concessionario; a parità di condizioni, la preferenza viene data a chi ha scoperto il giacimento. Con la Costituzione repubblicana le regioni a statuto speciale sono divenute proprietarie delle m. situate sul loro territorio; fa eccezione la Valle d'Aosta, dove le m. sono proprietà dello Stato, che però le ha assegnate in concessione alla regione per 99 anni. • St. - L'uomo iniziò a cercare metalli lavorabili forse già al termine del Neolitico, limitandosi dapprima a quelli reperibili in superficie; poi, durante l'Età del Ferro, si passò all'estrazione da cave a cielo aperto. In seguito, il bisogno sempre crescente di materie prime e la necessità di far fronte all'esaurirsi dei giacimenti in superficie indussero ad effettuare ricerche anche nel sottosuolo. Per estrarre il minerale si rompeva la roccia arroventandola e gettandovi sopra dell'aceto; i massi venivano portati all'aperto a forza di braccia, frantumati con mazze rudimentali e ridotti in polvere per mezzo di macine di pietra. Gli Egizi erano già in grado di sfruttare filoni minerari sotterranei, ma furono i Romani a ideare tecniche di scavo elaborate e macchinari per il trasporto dei materiali in superficie e per l'eduzione dell'acqua dalle gallerie. Durante il Medioevo lo sfruttamento delle m. subì una battuta d'arresto, fino alla ripresa degli scambi commerciali nell'XI sec.; poiché nel frattempo le tecniche di costruzione delle gallerie erano state dimenticate, si riprese a lavorare a cielo aperto. L'esaurirsi degli strati superficiali di minerale rese indispensabile lo studio di nuove tecniche di scavo e, nei secc. XV-XVI, vennero ideati norie a secchi, soffiatori a mantice, norie a dischi, macchine soffianti centrifughe o rotative, montacarichi e pompe a stantuffo. Nel Seicento, dopo l'invenzione della polvere da sparo, venne introdotto l'uso delle mine, poi quello delle perforatrici. A partire dalla fine del Settecento, quando la rivoluzione industriale portò a un notevole aumento della richiesta di carbone e ferro, l'industria mineraria si sviluppò con estrema rapidità e le tecniche fecero enormi progressi grazie all'applicazione della macchina a vapore; a questo si unirono anche i risultati conseguiti dalla geologia e dalla chimica, che permisero di conoscere nuovi minerali e di sfruttare anche giacimenti poveri.