Voce cinese: la luminosa. Dinastia imperiale cinese che regnò dal 1368 al
1644, quando fu abbattuta dai Manciù. Fu insediata da
Chu
Yüan-chang, condottiero di origine contadina che guidò la
rivolta popolare contro i Mongoli invasori e si proclamò imperatore con
il nome di
Hung-wu. Ad essa appartennero 17 sovrani, che ebbero come
capitale del Regno prima Nanchino e, dal 1409, Pechino. Uno dei sovrani di
maggior rilievo fu
Yung-lo (1402-24), che realizzò forse la
massima espansione economica e militare e a cui si deve la costruzione a Pechino
di numerosi complessi architettonici: palazzi e templi. I primi provvedimenti
legislativi presi dai
M. furono volti a soddisfare le esigenze delle
classi più povere che avevano sostenuto la ribellione contro i Mongoli;
ai contadini furono perciò assegnati appezzamenti di terra e concessi
sgravi fiscali e riduzione dei debiti. La sconfitta e cacciata delle genti
mongole permise di ampliare il territorio controllato dallo Stato cinese, di
estendere ulteriormente le aree coltivabili e di inviare famiglie di agricoltori
di stirpe
han a popolare i territori così a disposizione,
radicando meglio il nuovo potere militare di occupazione. I
M. respinsero
con successo anche le mire egemoniche giapponesi e, nel 1521, di fronte al
pericolo rappresentato dai tentativi dei Portoghesi di installarsi in Cina, con
un decreto impedirono ai missionari l'ingresso nel Paese. Le vittorie militari e
l'espansione territoriale furono accompagnate da un notevole sviluppo economico,
legato a diversi fattori ed innovazioni: bonifica di zone malariche, anche
mediante l'introduzione di nuove specie ittiche in grado di eliminare le larve
delle zanzare; incremento della produzione di tè, bambù, seta;
importazione dall'Indocina di nuove qualità di riso che permettevano il
doppio raccolto. I
M. non furono però in grado di dare una nuova
struttura alla società cinese e mantennero in vigore vecchie norme come
l'obbligo, per i figli dei contadini, degli artigiani e di tutti coloro che
svolgevano un lavoro indispensabile al benessere comune, di continuare il
mestiere del padre; inoltre i commercianti e i piccoli imprenditori continuarono
ad essere disprezzati, perché dediti ad attività finalizzate al
guadagno personale e quindi non ammesse dal Confucianesimo, e ad essere
sottoposti a limitazioni economiche e giuridiche. Chi disponeva di capitali li
impiegava dunque per acquistare terre o per darsi un'istruzione che gli
consentisse di entrare nelle file della burocrazia. Di conseguenza aumentava il
numero di coloro che vivevano di rendita sulle terre coltivate e le imposte
agricole rimanevano la principale entrata per l'impero; così, mentre
l'agricoltura forniva ricchezze sempre maggiori, i contadini diventavano sempre
più poveri ed erano costretti a cedere le loro terre ai benestanti. Gli
imperatori ming, inoltre, accentrarono nelle mani proprie e di pochi uomini
fedeli (spesso però privi delle qualità necessarie)
l'amministrazione dell'Impero e istituirono una polizia politica con il compito
di spiare i funzionari. Tutto questo provocò, tra il 1627 e il 1644, una
serie di rivolte che ebbero per protagonisti contadini, braccianti, piccoli
proprietari e portarono alla caduta della dinastia, simboleggiata dal suicidio
dell'ultimo imperatore ming quando il generale
Li tzu Cheng entrò
a Pechino. • Arte - Tutte le manifestazioni artistiche del periodo dei
M. furono caratterizzate da un forte legame con la tradizione precedente
alla dominazione mongola. In letteratura questa restaurazione si espresse nella
massima cura dedicata al grande patrimonio letterario nazionale, con
pubblicazioni di raccolte di classici e di compilazioni enciclopediche. Il
teatro e il romanzo furono i generi più vitali perché dotati di
uno stile popolare, anche se ufficialmente ignorati e disprezzati perché
ritenuti di second'ordine. Anche in architettura i
M. tentarono di
riprendere gli antichi motivi Han (206 a.C. - 221 d.C.) e T'ang (618-906), pur
non rifiutando alcuni suggerimenti stranieri. Le costruzioni furono realizzate
prevalentemente in mattoni e pietre, mentre l'impiego del legno era limitato a
una funzione essenzialmente ornamentale. Particolare importanza assunse la
produzione della caratteristica porcellana bianca, durissima e invetriata, con
decorazioni bianche e blu, che si diffuse rapidamente prima in Asia e nel Vicino
Oriente, quindi anche in Europa. Essa veniva prodotta soprattutto nella zona del
Janxi, ricca di caolino. La decorazione, assai fitta, era costituita per lo
più da motivi geometrici, floreali e di animali (il drago, la fenice, il
fior di loto, i grappoli d'uva, ecc.).