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Michelozzo.

Nome d'arte di Michelozzo Michelozzi di Bartolomeo. Scultore e architetto italiano. Formatosi dapprima come orafo, lavorando per la zecca fiorentina fino al 1447, proseguì il suo impegno artistico come scultore e come architetto. Allievo di L. Ghiberti, collaborò con lui a partire dal 1410, probabilmente alternativamente fino al 1440: insieme attesero alla realizzazione della sacrestia di S. Trinità, alla prima porta del Battistero di Firenze e al S. Matteo di Orsanmichele. Determinante per la sua formazione fu la collaborazione con Donatello a partire dal 1425, con il quale realizzò il fonte battesimale di Siena (1425), il pulpito del duomo di Prato (1425-38), i monumenti funebri dell'antipapa Giovanni XXIII nel Battistero di Firenze (1427) e del cardinale Rinaldo Brancacci in S. Angelo a Nilo a Napoli (1426-28). Se nelle prime opere spetta a Donatello il progetto creativo e la collaborazione di M. si limita all'apporto esecutivo, già nella tomba del cardinale Brancacci si intravedono elementi architettonici originali di M. e le sculture, eccetto l'Assunta, sono attribuibili a M., caratterizzate da una plasticità piena e robusta e dalla compostezza classica. Solo sue, invece, sono la creazione e la realizzazione del monumento funebre dell'umanista B. Aragazzi nel duomo di Montepulciano (1437): sobrietà, eleganza ritmica e nobile plasticità ne fanno uno squisito esempio del classicismo quattrocentesco. Altre sculture sono la Madonna col figlio e il S. Giovanni Battista nel chiostro della SS. Annunziata a Firenze. In architettura fu continuatore e divulgatore dell'opera di Brunelleschi, riuscendo a trovare un equilibrio tra il gotico fiorentino e l'armonia spaziale classica. Un primo esempio di tale ricerca di euritmia e di purezza stilistica è la facciata di S. Agostino (1430) a Montepulciano (notevole è la scultura della lunetta del portale), in cui, tuttavia, persistono elementi decorativi tardo-gotici; invece capolavoro del classicismo architettonico è il complesso del convento di S. Marco a Firenze (1436-43) e in particolare la biblioteca, elegante ambiente a tre navate, divise da colonne ioniche, che ritmano lo spazio costruendo una leggera fuga prospettica. Opera che rimarrà a modello architettonico per la città di Firenze è il palazzo Medici-Riccardi (1444-59); imponente, austero e nel contempo raffinato e accogliente, è un blocco quadrato articolato su tre piani con cortile centrale a porticato, caratterizzato da misurato geometrismo e ricerca di luminosità. Particolare è la facciata, in cui raggiunge un effetto pittorico dei volumi grazie ai tre ordini digradanti di bugnato (rustico, liscio, a semplici conci). Sempre sotto la protezione dei Medici, progettò la villa medicea di Cafaggiolo (dopo il 1451), una sorta di fortilizio medioevale, accuratamente studiato nella regolare contrapposizione geometrica dei volumi; sua è anche la villa di Careggi (1459), dalle geometrie più ampie e di fattura rinascimentale. Altre opere architettoniche sono il cortile di Palazzo Vecchio (1454), l'atrio, il portico, il chiostrino dei voti e la sacrestia della SS. Annunziata a Firenze (1444-55), dove la sua opera fu poi continuata da L.B. Alberti, il tabernacolo in S. Miniato al Monte a Firenze, in collaborazione con L. della Robbia (dopo il 1448). La sua ultima attività si svolse particolarmente a Milano (1462-68), dove eseguì i progetti per la cappella Portinari in Sant'Eustorgio e per il palazzo del Banco Mediceo. Degli ultimi anni è il progetto per il palazzo dei Rettori a Ragusa (1463), in Dalmazia (Firenze 1396-1472).
Biblioteca del convento di S. Marco a Firenze, realizzata da Michelozzo