Relativo alla città di Micene. ║ Abitante di Micene. • St. -
Civiltà m.: civiltà sorta con gli Achei e irradiatasi da
Micene, che ne fu il centro principale, nell'Argolide, nella Messenia, nella
Laconia, nella Grecia settentrionale, in molte isole del Mar Egeo e da qui in
alcune zone della Sicilia, della Ionia e della Siria. La decifrazione della
cosiddetta scrittura
lineare B, avvenuta solo in tempi recenti, ha
permesso agli studiosi di interpretare i numerosi documenti a noi giunti: essi
hanno consentito una migliore e più approfondita conoscenza della
civiltà
m., che in precedenza era conosciuta quasi unicamente
attraverso le notizie tramandateci da fonti ittite ed egiziane, oltre che dai
resti archeologici. La civiltà
m. si può considerare la
progenitrice di quella greca classica. Gli studiosi sogliono distinguere
l'età
m. in tre periodi:
m. I (1580-1500), epoca di
formazione;
m. II (1500-1425), epoca soprattutto di espansione;
m.
III (1425-1050), che corrisponde al periodo di massima fioritura della
civiltà, a sua volta distinto in III A e III B, seguito da un rapido
declino (III C). A partire dall'inizio del II millennio a.C. gli Achei (termine
che risale a Omero, e che può essere sostituito con quello più
generico di Greci) si dedicarono alla navigazione e al commercio, importando
dapprima prodotti dall'Oriente poi, parallelamente allo sviluppo di un'arte
m., esportando manufatti provenienti dalle loro stesse botteghe.
Conquistate le Cicladi e fondate le prime colonie in Asia Minore (Mileto, Rodi,
ecc.), gli Achei occuparono il palazzo di Cnosso a Creta; nell'isola non restano
tracce della loro presenza, sicché è lecito supporre che essi non
occuparono gli altri centri. I numerosi oggetti preziosi rinvenuti nelle tombe
risalenti al
m. I e II sono indizio della prosperità economica di
cui dovettero godere gli Achei in questi secoli. Il periodo dal XV all'XI sec.
a.C. vide un'ulteriore espansione territoriale dei Greci, che occuparono Cipro e
si insediarono lungo le coste meridionali dell'Asia Minore, scontrandosi con gli
Ittiti, sconfitti in diverse occasioni. Anche i loro traffici commerciali si
intensificarono e si estesero fino a toccare l'Italia (fino alla Toscana) e
l'Oriente (la Siria, in particolare). Durante il
m. III si
verificò lo scontro fra Achei e Troia, più volte distrutta. Lo
scontro con Troia, che l'epopea omerica ha trasformato in un'impresa di
carattere collettivo, panellenico, va probabilmente ricondotto a ragioni di tipo
economico e commerciale. Nonostante la diffusione della ricchezza anche presso
strati sociali più umili, sintomi di decadenza cominciarono ad essere
visibili fin dai primi anni del
m. III C. Alle devastazioni di diverse
città greche si accompagnò il progressivo e rapido allentarsi dei
rapporti commerciali fra le regioni achee e l'abbandono di diverse città.
Tale declino va spiegato probabilmente con l'invasione di popolazioni
provenienti dal Nord; solo in una seconda fase, tuttavia, le regioni achee
furono occupate stabilmente dai Dori, che vi fondarono nuovi insediamenti.
Basandosi sul carattere unitario della cultura delle zone abitate dagli Achei,
alcuni studiosi ritengono certa l'esistenza di un grande Regno
m., che
avrebbe compreso la Grecia o addirittura tutti i territori occupati dai Greci:
di tale Regno sarebbe stata capitale Micene. La questione è stata a lungo
discussa e non ha ancora trovato una soluzione: i ritrovamenti archeologici
sembrano confermare tale ipotesi, mentre sembrano smentirla alcune notizie
riportate da fonti ittite. L'organizzazione politica degli Achei era quella
tipica di una società guerriera: l'autorità più alta era
rappresentata dal principe (
v nax), coadiuvato da un capo dell'esercito
(
lavagétas) e da alcuni nobili (
teléstai) che,
legati al sovrano da obblighi militari, ne ricevevano in cambio la concessione
di alcune terre. Gli uomini liberi si riunivano in piccole comunità (
d
moi) alle quali spettava l'amministrazione della terra mediante spartizione
ai singoli. L'attività principale era costituita dalla guerra, come
mostra la frequenza con cui le armi sono rappresentate negli affreschi, sui
sigilli, negli arredi, ecc. e come dimostra anche la loro presenza all'interno
delle tombe. Gli dei venerati dagli Achei erano gli stessi che costituirono il
pantheon della Grecia classica, con qualche eccezione, mentre il culto si
svolgeva nei palazzi e nelle abitazioni private; poco numerosi erano invece i
templi, che possedevano terre e ai quali erano addetti in buona parte gli
schiavi. • Arte -
Arte m.: V.
CRETESE-MICENEO. • Ling. - Precedente di circa cinque secoli la
lingua omerica, il
m. rappresenta la forma più antica del greco
finora conosciuta. I testi
m. a noi giunti, provenienti da Creta e da
alcune città della Grecia come Micene e Tebe, sono redatti in una grafia
sillabica con segni costituiti da ideogrammi molto stilizzati: perciò
tale scrittura viene definita
lineare, termine al quale viene aggiunta
l'indicazione
B (
lineare B) per distinguerla dalla cosiddetta
lineare A, scrittura parzialmente simile (ma più antica) usata a
Creta. Gli Achei infatti utilizzarono la scrittura lineare cretese apportandovi
solo lievi modifiche in funzione della loro lingua. La decifrazione della
lineare B risale solo al 1952, quando fu interpretata da M. Ventris.