(dal francese:
metropolitain). Sistema ferroviario urbano e suburbano
effettuato prevalentemente in sotterraneo e destinato al trasporto rapido di
persone nelle aree metropolitane. Il termine
m. è comune nelle
lingue neolatine, mentre nelle lingue anglosassoni e germaniche si preferisce
l'utilizzo dell'espressione
ferrovia sotterranea. • St. - La prima
ferrovia urbana fu quella di Londra, inaugurata nel 1863; si trattava di una
linea sotterranea, inizialmente a vapore e poi elettrificata nel 1890, che univa
Farrington Street con Bishop's Road. Seguì la
m. sotterranea di
New York (1868) che, rivelatasi però un insuccesso, fu ricostruita in
forma di sopraelevata (1870). Prima della fine del secolo entrarono in servizio
anche le linee di Chicago (1892), Budapest (1896), Glasgow (1897), Vienna
(1898), seguite poi da quelle di Parigi (1900), Boston (1901) e Berlino (1902).
I primi due decenni del XX sec. videro un'intensa attività in questo
settore, mentre nel periodo tra le due guerre si ebbe un rallentamento nella
costruzione di nuove linee, essenzialmente dovuto agli alti costi di costruzione
degli impianti. Nel secondo dopoguerra, invece, si assistette ad una nuova
ripresa del settore, dovuta ai nascenti problemi di viabilità, causati
dall'imponente sviluppo della motorizzazione privata e dell'insufficienza dei
trasporti a fronte dello spostamento di grandi masse di popolazione dalle
campagne alle città. La
m. di Roma fu inaugurata nel 1955, mentre
la prima linea di Milano entrò in servizio nel 1964. • Tecn. -
Molto importante nella fase di progettazione di una linea metropolitana è
la scelta dei tracciati, che devono rispondere all'esigenza di coprire l'area
urbana nel modo più razionale possibile. La tendenza è quindi di
formare sull'area urbana una rete di linee diametrali indipendenti tra loro, con
intensità di traffico ben equilibrata sui due raggi di ciascuna,
eventualmente completata con una o più linee circolari. Nelle linee
diametrali spesso sono adottati tracciati con biforcazioni verso la periferia
della città o dell'area urbana, per consentire un allargamento della zona
servita dalla
m. La rete così progettata può essere urbana
o regionale. Una
m. a raggio urbano porta a forti concentrazioni sia di
residenza che di posti di lavoro, mentre una
m. a raggio comprensoriale
tende a diluire gli insediamenti su un territorio più vasto, ma porta a
concentrare nella parte centrale dell'area urbana i posti di lavoro (soprattutto
l'attività terziaria), proiettando le residenze verso l'esterno. Esempi
di linee diverse si possono trovare a Londra, dove si ha una rete di linee tra
loro direttamente collegate e a lungo percorso, del tipo cosiddetto regionale; a
Parigi, dove la rete è costituita da linee indipendenti, limitate alla
sola circoscrizione amministrativa urbana; a New York, dove i binari dei treni
locali sono affiancati a quelli dei treni espressi con rete a quattro binari. Un
particolare problema che si presenta nella definizione dei tracciati di una
m. è quello delle intersezioni tra le varie linee. Si ha infatti
la necessità di evitare la confluenza di più di due linee in un
solo punto per non aumentare gli inconvenienti del trasbordo. Occorre
però che ogni linea intersechi tutte le altre per limitare il numero dei
trasbordi ed è necessario anche che le stazioni di corrispondenza siano
ubicate possibilmente in prossimità delle località di interscambio
con i servizi suburbani (stazioni ferroviarie, tranvie, autostazioni, ecc.), per
offrire ai pendolari in arrivo la possibilità di scelta tra quattro
diverse direzioni servite da
m., ossia i due capolinea di ciascuna delle
due linee di corrispondenza. Bisogna inoltre evitare che il passaggio da una
linea all'altra comporti per il viaggiatore percorsi a piedi troppo lunghi. Si
ha quindi la necessità di avvicinare il più possibile le banchine
delle due linee e dove ciò non sia possibile si deve ricorrere a corridoi
mobili. ║ Nella progettazione di una linea metropolitana bisogna tenere
conto anche della dislocazione delle stazioni e, all'interno di queste, della
distribuzione degli spazi. Una stazione è infatti generalmente composta
da un atrio raggiungibile dalla superficie stradale per mezzo di scale mobili o
fisse. Nell'atrio vi è una linea di controlleria per la riscossione dei
biglietti, quindi, attraverso altre scale, si accede alle banchine di stazione.
Si devono poi predisporre dei locali per il personale addetto ai servizi e al
controllo ed eventualmente dei locali a disposizione per negozi, bar, edicole,
ecc. Le banchine possono essere esterne ai binari o riunite in un'unica banchina
centrale definita isola; devono essere dimensionate in relazione al traffico
previsto e quindi alla lunghezza dei treni (generalmente hanno una lunghezza
compresa tra i 100 e i 150 m). Alcune stazioni devono anche essere dotate di
binari di ricovero dei convogli e delle apposite gallerie. Le stazioni delle
m. in gallerie profonde vanno attrezzate anche con ascensori e scale
mobili e alle volte con marciapiedi mobili di 100-200 m per il trasporto dei
viaggiatori in orizzontale o in bassa pendenza. • Costr. - Ogni linea
m. è costituita da una rete di gallerie per la corsa dei convogli
e da una più limitata rete di gallerie di servizio che collegano le prime
tra loro, alle officine, ai depositi. Per la costruzione delle
m. si
possono seguire diversi procedimenti a seconda delle caratteristiche geotecniche
e di inurbazione delle zone attraversate e quindi della profondità a cui
è possibile collocare le linee. Dove la
m. può essere
inserita in una autostrada urbana, si procede con una costruzione cosiddetta
a livello, ma se ciò non è possibile bisogna optare per una
costruzione
in galleria, che può essere superficiale o profonda.
║ Per
m. a piccola profondità (circa 10 m sotto la
superficie stradale) si segue in genere il metodo
cut and cover (taglia e
copri) che consiste nello scavo di una trincea della profondità stabilita
e nella costruzione all'interno di questa della galleria vera e propria; il
vantaggio è quello di poter ripristinare in tempi brevi il traffico in
superficie con un impalcato provvisorio che verrà poi sostituito con
quello definitivo a tratto ultimato. Le pareti dello scavo possono essere
rinforzate con palificazioni o montanti metallici al fine di proteggere le
costruzioni laterali. Questa tecnica è stata perfezionata durante i
lavori per la
m. di Milano al punto da dare origine ad un nuovo
procedimento detto
metodo Milano o
cover and cut. Esso consiste
nello scavo di due trincee larghe 60 cm circa riempite con fanghi bentonitici
che, esercitando una spinta idrostatica, impediscono alle pareti dello scavo di
franare. Successivamente, dopo aver sistemato le armature di ferro, si recupera
la bentonite e si getta il calcestruzzo, formando così i piedritti della
galleria; si scava quindi il terreno tra i piedritti fino alla profondità
corrispondente all'impalcato di copertura della galleria, gettato il quale si
procede al rinterro superiore a al ripristino del traffico, mentre hanno inizio
i lavori di scavo all'interno della galleria. Questo metodo è
particolarmente utile per la costruzione di tratti di
m. a linee
sovrapposte, dove è necessario limitare la larghezza della sezione
trasversale. La caratteristica delle linee a piccola profondità è
che la rete viene ad essere vincolata all'andamento delle strade, i percorsi
risultano lunghi e tortuosi e vi sono difficoltà sia per quanto riguarda
le curve, sia per lo spazio destinato alle stazioni. Per contro le stazioni sono
più accessibili e nel suburbio l'uscita al piano di campagna risulta
più agevole. ║ Per la costruzione delle
m. a grandi
profondità (al di sotto dei 30 m dal piano stradale) si usano i sistemi
di scavo usati per le gallerie (a sezione piena o a sezione parziale) mentre per
le parti subacquee si usa il sistema del "congelamento", che rende il terreno
sufficientemente duro per sostenersi durante lo scavo oppure i cassoni
autoaffondanti che vengono calati e affondati nel corso d'acqua. Queste linee
sono svincolate dall'andamento delle strade e quindi i percorsi risultano
più brevi e diretti, con ampia libertà nei raggi delle curve che,
per cercare di ridurre le spese dovute al consumo di ruote e rotaie, di norma
dovrebbero comunque essere compresi tra 130 e 200 m. Le stazioni sono
però più difficilmente raggiungibili, occorrono diversi livelli di
scale mobili e si hanno quindi percorsi più lunghi da percorrere, a
svantaggio degli utenti. • Trasp. - La capacità e l'efficienza di
una linea dipendono da tre fattori fondamentali: la velocità commerciale,
la frequenza dei convogli e la capacità delle vetture. La velocità
commerciale si aggira attorno ai 30-40 km/h e tali valori sono dati calcolando
sia la velocità media che i tempi di fermata. La frequenza è
dettata da esigenze di sicurezza: il distanziamento dei convogli deve essere
infatti tale da evitare l'eventualità di collisioni tra un convoglio e il
precedente e si esegue per mezzo di sistemi di blocco automatico che provocano
l'arresto dei treni quando la distanza tra due convogli diventa minore di un
valore prestabilito, oppure quando vengono oltrepassati segnali a via impedita.
In generale i sistemi di sicurezza adottati consentono la circolazione sicura,
in ciascun senso di marcia, di un treno ogni 90 secondi, ovvero di 40 treni
all'ora. Per quanto riguarda la capacità, questa dipende dalla larghezza
delle vetture e dalla lunghezza assunta per le stazioni. Nelle
m. recenti
si tende ad adottare valori tra 2,80-3 m, in quanto misure più piccole o
più grandi presentano degli inconvenienti; nel primo caso si hanno
vetture con insufficiente capacità, mentre nel secondo si rendono
necessarie gallerie troppo larghe con costi di costruzione troppo elevati.
Inoltre una larghezza eccessiva fa aumentare il tempo necessario al pubblico per
salire e scendere: di conseguenza aumenterebbero le soste in stazione e
decrescerebbe la velocità commerciale. ║ I treni sono composti da
più vetture rimorchiate e automotrici, comandate dalla cabina di testa
collegata da accoppiatori automatici. Le vetture hanno generalmente tre o
quattro porte per fiancata; al loro interno i posti a sedere sono limitati al
20-30% della capienza complessiva, in modo da utilizzare al massimo lo spazio
disponibile. La loro lunghezza è un sottomultiplo della lunghezza delle
stazioni: una lunghezza ridotta aumenta il costo per la maggior incidenza dei
carrelli e delle apparecchiature di testata, mentre una lunghezza eccessiva
comporta maggiori allargamenti in curva e quindi maggiori spese di costruzione.
Le motrici, con o senza cabina, hanno di norma 4 motori (uno per asse) in grado
di raggiungere una velocità massima di 70-100 km/h, con un'accelerazione
di 1,3-1,5 m/sec², mentre le decelerazioni di frenata possono arrivare a
1,5-2 m/sec². L'adozione di convertitori statici ha migliorato le
prestazioni dei motori, consentendo schemi di frenature a recupero (utili date
le continue accelerazioni e decelerazioni dei convogli) con riduzione dei
consumi e della produzione di calore in galleria. Le linee della
m. sono
elettrificate sempre a corrente continua, con una tensione compresa tra 550 e
1.500 V; la linea di contatto può essere a terza rotaia o a linea
aerea.