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Metempsicosi.

(dal greco metempsychosis der. di metà: dopo, oltre, en: dentro e psyché: anima). Dottrina secondo cui le anime vanno soggette a successive trasmigrazioni in corpi, oggetti o entità naturali. Il termine m. viene utilizzato per indicare credenze simili, che si sono sviluppate in modo autonomo all'interno di dottrine religiose appartenenti a epoche e culture diverse; così si parla di m. a proposito della credenza, propria di molti popoli primitivi, nella possibilità che il principio spirituale individuale possa assumere aspetti diversi (sia vegetali che animali) durante una stessa vita; ma più spesso la m. risulta strettamente legata alla fede in esistenze successive, tanto da confondersi con il concetto di reincarnazione (V.). In questa seconda accezione si possono ricordare l'Orfismo e il Pitagorismo, i quali inserirono la credenza della trasmigrazione delle anime in un quadro cosmologico che assegnava all'universo un andamento ciclico; Platone sostenne la necessità di successive reincarnazioni al fine di espiare una colpa originaria e accedere, quindi, al mondo delle idee. Respinta dal Cristianesimo, la m. venne riproposta da alcuni esponenti della gnosi e del Manicheismo, nonché dalla mistica ebraica in ambito cabalistico. L'Induismo e il Buddhismo elaborarono un complesso teorico incentrato sul concetto di samsāra, la credenza in un ciclo di reincarnazioni successive che non termina con il riscatto dell'anima individuale purificata, ma con l'annullamento di questa nel tutto.