Nome generico di una delle due fondamentali categorie in cui vengono suddivisi
gli elementi (l'altra è quella dei
non m.). Le caratteristiche
principali dei
m. sono: alto potere riflettente, opacità alla
luce, elevata conducibilità termica ed elettrica, duttilità,
malleabilità e capacità di formare in soluzione ioni dotati di
carica positiva. I
m. sono, inoltre, in grado di miscelarsi tra loro o
con altri elementi per formare le cosiddette
leghe metalliche
(V. LEGA). ║
M. pesanti: hanno
densità relativa elevata, superiore a 4 (ferro, piombo, rame, ecc.).
║
M. leggeri: hanno densità relativa bassa, inferiore a 4.
║
M. nobili: si ossidano con difficoltà e, quindi, possono
essere presenti in natura allo stato nativo (platino, oro, ecc.). ║
M.
vili o
comuni: quelli di uso corrente (ferro, rame, stagno, ecc.).
║
M. rari: si trovano in minime quantità (osmio, iridio,
ecc.). ║
M. preziosi: hanno alto valore perché impiegati per
usi monetari (oro, argento). ║
M. giallo: l'oro utilizzato come
lingotto o moneta. • St. -
Età dei m.: il periodo
preistorico nel quale l'uomo cominciò ad usare i
m.. Si divide in
tre fasi: Età eneolitica, nella quale, accanto agli strumenti fabbricati
in pietra, cominciarono ad apparire quelli in rame; Età del Bronzo ed
Età del Ferro, caratterizzate dall'utilizzo di questi
m. •
Arald. - Sono detti
m. i due smalti d'oro e d'argento. • Fis. e
Chim. - Il passaggio dalla classe dei
m. alla classe dei
non m.
avviene in modo graduale, senza apprezzabile discontinuità. Vi sono
così degli elementi che, avendo proprietà intermedie tra le due
classi, non possono essere classificati né come
m., né come
non
m. (si tratta dei cosiddetti
semimetalli). Nonostante tali
difficoltà di classificazione, la proprietà fisica che meglio
caratterizza i
m. si può considerare l'elevata
conducibilità elettrica. Tale proprietà è, infatti,
collegata alla tipica struttura dei
m., che può essere
qualitativamente considerata come costituita da un reticolo cristallino,
composto da atomi legati tra loro, all'interno del quale gli elettroni di
valenza sono liberi di muoversi. La teoria del legame metallico permette anche
di spiegare il fenomeno della conduttività termica e del potere
riflettente: nel primo caso, infatti, gli elettroni medesimi contribuiscono alla
trasmissione del calore, mentre nel secondo essi respingono, riflettendoli, i
raggi luminosi incidenti sulla superficie di un
m. Gli elementi metallici
si presentano in genere come materiali policristallini, ossia costituiti da un
elevatissimo numero di piccoli cristalli (grani), più o meno sviluppati e
orientati in modo diverso gli uni rispetto agli altri. In un
m. puro i
singoli grani hanno identica struttura reticolare. I reticoli cristallini tipici
della maggior parte dei
m. sono strutture molto compatte e simmetriche
quali quella cubica a corpo centrato, cubica a facce centrate ed esagonale
compatta. Le proprietà meccaniche dei
m. si determinano
empiricamente eseguendo prove ben definite. Particolare importanza ha la
capacità di un
m. di subire deformazioni, ossia di essere
assoggettabile ad un cambiamento di forma per azione di forze opportunamente
applicate. Tali deformazioni possono essere applicate sia a freddo sia a caldo,
ottenendo nei due casi fenomeni differenti. Generalmente, sottoponendo un pezzo
metallico a forze crescenti, si nota un comportamento duttile, ossia una
deformazione vistosa prima che avvenga la frattura. Lavorando a freddo,
inizialmente si determina una deformazione di tipo elastico, cioè
proporzionale all'entità della sollecitazione e tale per cui, eliminando
le forze applicate, il pezzo riacquista la sua forma originaria: ciò si
verifica per carichi inferiori ad un valore definito
limite elastico.
Mentre applicando carichi superiori, la deformazione risulta permanente, ovvero
il pezzo non è più in grado di riprendere la sua forma originaria,
quando si elimina lo stato di sollecitazione. Al crescere delle forze applicate,
si nota un aumento dell'energia assorbita all'interno del materiale
(
incrudimento), che determina un aumento di alcune proprietà a
scapito di altre (ad esempio, sottoponendo un provino metallico a compressione,
aumenta la resistenza ad una successiva compressione, quindi è necessario
applicare una forza maggiore per ottenere un'ulteriore deformazione, mentre
diminuisce la resistenza a trazione). A temperature più alte si manifesta
il fenomeno dello
scorrimento viscoso o
creep: il
m.,
sottoposto ad un carico costante nel tempo, tende gradualmente a cedere fino a
rottura. La deformazione ha un andamento nel tempo molto particolare:
inizialmente si ha un'elevata deformazione in un tempo molto breve, a causa di
un processo di assestamento del pezzo metallico alla sollecitazione. In seguito
la deformazione procede in modo uniforme nel tempo. Infine la velocità di
deformazione aumenta fino a rottura, a causa della diminuzione della sezione
reale del pezzo. Molti dei fenomeni che caratterizzano le proprietà
meccaniche dei
m. sono ora interpretabili in base alla teoria delle
dislocazioni, cioè a difetti del reticolo cristallino preesistenti anche
in
m. non deformati. I
m. presentano ben definite caratteristiche
chimiche quali la formazione, in presenza di ossigeno, dei cosiddetti
ossidi i quali, a loro volta, danno origine per reazione con l'acqua alle
basi (i non
m., invece, producono gli acidi). Inoltre in unione
con gli alogeni formano composti, che in genere non subiscono idrolisi in
presenza di acqua. I
m. sono diffusi in natura sotto forma di minerali e
si trovano essenzialmente allo stato di ossidi e di solfuri. Soltanto un
ristretto numero di
m., come il rame, l'oro, l'argento, il platino e il
bismuto possono ritrovarsi allo stato nativo. Pertanto per la preparazione dei
m. allo stato puro è necessario ricorrere di caso in caso ai
diversi metodi della metallurgia estrattiva. ║
M. alcalini: gruppo
di elementi aventi proprietà fortemente elettropositive. Sono in grado di
formare ossidi di carattere spiccatamente basico; sono caratterizzati dallo
stato di ossidazione +1 e comprendono litio, sodio, potassio, rubidio, cesio e
francio, cioè quelli che occupano il gruppo 1, secondo la nuova notazione
IUPAC, nel sistema periodico degli elementi. I
m. alcalini sono di color
bianco argenteo, molto duttili, facilmente ossidabili all'aria e capaci di
scomporre l'acqua a freddo, con violenza, formando i relativi idrossidi. ║
M. alcalino-terrosi: gruppo di elementi elettropositivi, reattivi, i cui
ossidi hanno carattere basico. Comprendono berillio, magnesio, calcio, stronzio,
bario e radio, ossia gli elementi del gruppo 2 (IIA) della tavola periodica. I
m. alcalino-terrosi reagiscono con l'acqua formando i corrispondenti
idrossidi, ma in modo meno energico dei
m. alcalini. ║
M.
terrosi: gruppo di elementi teneri, abbastanza duttili, appartenenti al
gruppo 3 (IIIB) della tavola periodica. Comprendono alluminio, gallio, indio,
tallio, escluso il boro (semimetallo). Sono definiti terrosi perché
formano ossidi di aspetto terroso; reagiscono con l'acqua e con gli alogeni a
temperatura ambiente. ║
M. di transizione: elementi compresi tra il
gruppo 3 e il gruppo 12 del sistema periodico. Caratterizzati in genere da
elevata densità e alto punto di fusione, sono spesso utilizzati per
formare leghe e presentano diversi stati di ossidazione. ║
M. delle
terre rare: elementi così definiti perché presenti nelle terre
rare (cerite, monazite, gadolinite, ecc.). Comprendono lantanio, cerio,
praseodimio, neodimio, illinio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio,
olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio. Si estraggono dai minerali per
trattamento con acido solforico concentrato e riprecipitazione della soluzione
allo stato di ossalati, dai quali poi per calcinazione si ottengono gli
ossidi.