(dal latino
mensis). Intervallo di tempo necessario perché la Luna
compia una rivoluzione attorno alla Terra. La lunghezza del
m. è
alla base dei calendari di tipo lunisolare e di tipo lunare; essa varia a
seconda del sistema di riferimento adottato per misurare la rivoluzione lunare.
Il calendario giuliano e quello gregoriano prevedono una oscillazione poco
marcata nella durata dei
m., che vanno dai 28 ai 31 giorni: ciò
è reso possibile grazie all'approssimazione della durata di lunazione,
stabilita da Giulio Cesare nel 46 a.C. In entrambi i calendari il
m.
costituisce approssimativamente la dodicesima parte dell'anno. ║ Per
estens. - Periodo di 30 giorni. ║ Per estens. - Qualsiasi suddivisione
dell'anno prevista in calendari diversi da quelli lunari o lunisolari. ║
Fig. - Stipendio corrisposto in un
m. ║ Quota mensile di affitto,
di abbonamento, ecc. • Astron. -
M. tropico: intervallo di tempo
compreso fra due passaggi successivi della Luna al punto equinoziale. ║
M. lunare anomalistico: intervallo di tempo tra due ritorni successivi
della Luna al perigeo. ║
M. lunare draconico: intervallo di tempo
intercorrente fra due passaggi consecutivi della Luna allo stesso nodo, sia
ascendente che discendente. ║
M. sinodico: sinonimo di
lunazione (V.). ║
M. lunare siderale: intervallo di tempo
che intercorre tra due successive congiunzioni della Luna con una stessa stella.
• Encicl. - La suddivisione dell'anno in
m., fondata
sull'osservazione delle rivoluzioni lunari, fu oggetto nel corso dei secoli di
numerose revisioni e aggiustamenti, a causa del necessario carattere
approssimativo di tale suddivisione, in relazione alla conseguente sfasatura dei
fenomeni astronomici che ne costituiscono la base. Il calendario gregoriano,
attualmente adottato dalla maggior parte delle Nazioni, prevede 12
m.:
gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giungo, luglio, agosto, settembre,
ottobre, novembre, dicembre. Alcuni di essi (gennaio, marzo, maggio, luglio,
agosto, ottobre, dicembre) sono composti da 31 giorni, tutti gli altri da 30;
solo il
m. di febbraio ha una durata minore, di 28 giorni (aumentati di
uno negli anni bisestili). • Icon. - In Occidente, la raffigurazione dei
m., rappresentati mediante i corrispondenti lavori agricoli e campestri
(luglio: la mietitura; settembre: la vendemmia; ottobre: la semina, ecc.), fu
soggetto piuttosto frequente, già a partire dal IX sec. Accanto
all'iconografia tradizionale, strettamente collegata al ciclo agricolo, dal XIII
sec. si aggiunsero nuovi modelli di rappresentazione dei
m., in
corrispondenza dello sviluppo della vita cittadina e di corte. Gennaio,
rappresentato generalmente come un vecchio che si scalda al fuoco,
cominciò ad essere simboleggiato anche da un convito cortese, mentre
maggio fu rappresentato, oltre che da un giovane con un fiore, anche da un
cacciatore con il falco. Soggetto preferito delle decorazioni scultoree di
palazzi e soprattutto di chiese e cattedrali medioevali (duomo di Ferrara, duomo
di Cremona, S. Michele a Pavia, S. Zeno a Verona, S. Marco a Venezia, ciclo di
B. Antelami nel battistero di Parma, cattedrali di Chartres, ecc.), spesso
accompagnato anche dal segno zodiacale, l'allegoria dei
m. fu
rappresentata anche in epoca rinascimentale, nelle miniature che arricchivano i
codici più preziosi, nelle vaste decorazioni di intere sale di palazzi
signorili (affreschi del castello del Buon Consiglio a Trento; affreschi di F.
del Cossa nel Palazzo Schifanoia a Ferrara), sulle superfici di porcellane e
terracotte (quelle di Luca della Robbia, ora a Londra, Victoria and Albert
Museum).