(dal greco
menískos: lunetta). Anat. - Elemento fibrocartilagineo
piatto, presente in alcune articolazioni (nel ginocchio, nella
temporo-mandibolare, nella acromion-clavicolare, nella sterno-clavicolare e
nella ulno-carpica). Ha la funzione di favorire la stabilità articolare,
rendendo meccanicamente compatibili le superfici ossee tra cui è
inserito. Nell'articolazione del ginocchio, che ne comprende uno
laterale
e uno
mediale, il
m. ha particolare sviluppo e rilevanza sia
anatomica sia patologica. Essi hanno forma semilunare e presentano una
superficie superiore femorale concava, una inferiore tibiale piatta e una terza,
ridotta, superficie periferica convessa, che aderisce alla parete interna della
capsula articolare. I
m. sono poi collegati alla tibia da forti legamenti
fibrosi e la loro presenza permette di scindere il movimento dell'articolazione,
secondo la funzionalità, in movimenti di scorrimento tra
m. e
tibia e di rotazione tra
m. e condili femorali (V.
GINOCCHIO). • Patol. - Le patologie più frequenti relative
ai
m. del ginocchio hanno origine traumatica e per questo motivo sono
più diffuse tra individui che praticano sport. Le lesioni consistono
generalmente nella rottura (longitudinale, trasversale o parcellare) del
m.; per ragioni anatomiche il
m. mediale risulta essere
maggiormente esposto rispetto a quello laterale. I sintomi della rottura del
m. sono: dolore intenso, incapacità di flesso-estensione del
ginocchio e scatti intrarticolari. La terapia, quando la lesione sia confermata
dagli esami diagnostici, consiste nell'asportazione del
m. leso mediante
intervento chirurgico classico o, più recentemente, per artroscopia
(V.). • Geom. - Parte di piano definita da
due cerchi fra loro secanti, che non abbiano il medesimo centro e siano di
raggio diseguale, che sia esterna ad uno e interna all'altro. ║ Solido che
si ottiene dalla rotazione della figura piana sopradescritta intorno all'asse di
simmetria centrale, cioè alla retta passante per il centro dei due
cerchi. • Fis. - Superficie libera del liquido contenuto in un tubo
capillare che assume una determinata caratteristica per effetto della tensione
superficiale: è concava se il liquido bagna le pareti, convessa se non le
bagna. • Ott. - Lente, concava da un lato e convessa dall'altro, la cui
sezione risulta essere un menisco. Può essere convergente o divergente a
seconda che si presenti più spessa al centro e sottile ai bordi o
viceversa.