Nome di diversi esponenti della
gens Memmia, antica famiglia plebea,
probabilmente di origine volsca, che si distinse a Roma dalla metà del II
sec. a.C. fino all'età imperiale. ║
Gaio M.: tribuno della
plebe nel 111 a.C., accusò molti nobili romani, tra i quali il console
Lucio Calpurnio Bestia e Marco Emilio Scauro, di essersi lasciati corrompere da
Giugurta. Scauro intentò poi un processo
de repetundis a suo
carico, ma
M. venne assolto. Candidatosi al Consolato per il 99 a.C., fu
ucciso dai
populares più intransigenti che non accettavano la sua
vittoria elettorale su Glaucia (II sec. a.C.). ║
Gaio M.: fu
tribuno della plebe nel 66 a.C., pretore nel 58 a.C., propretore in Bitinia nel
57 a.C. Del suo seguito fece parte il poeta Catullo. Nel 54 si candidò al
Consolato e, pur avendo fino ad allora dato il suo appoggio a Pompeo, nella
speranza di ottenere più facilmente il successo cercò in
quell'occasione il sostegno di Cesare. Condannato per corruzione elettorale,
andò in esilio ad Atene e Mitilene; fu richiamato a Roma verso il 50.
Seguace della filosofia di Epicuro, gli fu dedicato da Lucrezio il
De rerum
natura (I sec. a.C). ║
Gaio M.: tribuno della plebe nel 54
a.C., accusò di estorsione Aulo Gabinio, ottenendone la condanna; con
un'accusa dello stesso genere fece esiliare Rabirio Postumo, sebbene questi
fosse difeso da Cicerone. ║
Gaio M. Fido Giulio Albio: africano di
Bulla Regia, fu consolare durante l'Impero di Commodo e di Settimio Severo; dai
frammenti delle epigrafi di due monumenti dedicati a lui sappiamo che, prima di
arrivare al Consolato, fu tribuno militare, questore della provincia d'Asia,
legato propretore della provincia d'Africa (III sec. d.C.).